Non è un paese per vecchi ⋅ Un film di Joel e Ethan Coen

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Sorvoliamo la questione Oscar. Joel e Ethan Coen sono cineasti troppo importanti per perderci in sterili analisi riguardanti una manifestazione che, nel migliore dei casi, è semplicemente un meccanismo autoreferenziale, tutto americano, che celebra di anno in anno, stancamente, se stesso. Vincere un Premio Oscar è un inciampo, determinato dai percorsi del mercato. Prima o poi incappano in questo inciampo anche i grandi registi, come nel caso dei fratelli Coen.

Non è un paese per vecchi è un film che va analizzato attraverso un’altra chiave di lettura. Si tratta, infatti, di un grandioso e cupo affresco di una nazione che, inseguendo i miti dell’individualità e del trionfo del bene sul male, ha finito per perdersi in un labirinto di solitudine e nel buco nero del potere economico. Leggere, come ci è successo, che Non è un paese per vecchi sarebbe semplicemente un’elegia malinconica legata all’epopea del western (inteso come genere filmico) è sinceramente deprimente (per chi studia il cinema) . L’ultima opera di Joel e Ethan Coen è infatti un lungometraggio di assoluta maturità espressiva, una gigantesca e amara riflessione sul destino dell’umanità capitalistica e occidentale che ha perso ogni contatto con la realtà.

Si tratta di un capolavoro giunto dopo due film ampiamente interlocutori come Prima ti sposo, poi ti rovino e The Ladykillers e a distanza di sette anni da un altro capolavoro: L’uomo che non c’era. Ma c’è di più. Nonostante sia ispirato a un romanzo di Corman McCarthy, Non è un paese per vecchi è un’opera autonoma, una raffinatissima operazione di citazionismo cinematografico. È un’operazione colta, intelligente e diretta a evocare alcuni grandi maestri del cinema mondiale come Alfred Hitchcock, Orson Welles, Wim Wenders, David Lynch. Non c’è nulla di negativo in questa rielaborazione di stili e poetiche, anzi Joel e Ethan Coen alludono a questi straordinari cineasti in senso critico/culturale, tracciando con tutta evidenza un percorso filmico nell’ambito del quale viene fatto tesoro della lezione dei maestri sopra citati.

Joel e Ethan Coen forniscono a questa loro opera una dimensione fortemente autoriale, di stampo quasi europeo. Firmano la regia, la produzione, la sceneggiatura e il montaggio, per dimostrare che anche negli USA è possibile ideare, costruire ed elaborare linguisticamente un film in assoluta autonomia intellettuale e artistica.

Come già detto, viene fuori da Non è un paese per vecchi una raffigurazione terribilmente pessimistica di una società formata da individui il cui unico scopo è accaparrarsi la fonte del potere: il denaro. Personaggi istupiditi dalla loro cupidigia di soldi, si inseguono in un deserto assoluto, non solo fisico ma anche mentale. Alla bramosia di ricchezza si contrappone solo la follia omicida e gelida di un killer, mentre il volto buono della società, cioè la Polizia, appare bloccato in una tragica inettitudine.

Dal punto di vista registico, Joel e Ethan Coen hanno elaborato un impianto formale di assoluto equilibrio e pulizia visuale. Hanno smussato i loro eccessi (il grottesco, il surreale, il comico) ed hanno elaborato un percorso di immagini di evidente forza compositiva ed estetica. I grandi paesaggi, le distese sconfinate, le città vuote e angoscianti, i confini e le frontiere, raccontano un modo che non ha più alcun valore e che disperatamente cerca di trovare una via d’uscita inseguendo una raccapricciante e inutile ricchezza.

Perfetta e misurata l’interpretazione di Javier Bardem, un killer spaventoso e cattivissimo, il cui look contribuisce ad accrescere la sensazione di straniamento sulla quale tutto il film è costruito.

© CultFrame 02/2008

TRAMA
Durante una battuta di caccia nel deserto, Llewelyn Moss si imbatte in una scena raccapricciante. Intorno ad alcune macchine si trovano i cadaveri di diversi malavitosi che avrebbero dovuto procedere a uno scambio droga/soldi. L’affare è andato male e sono tutti morti. Il cacciatore decide così di appropriarsi di una valigia che contiene due milioni di dollari. Pensa di divenire ricco con facilità, ma uno spietato killer viene incaricato di recuperare il bottino. Llewelyn inizierà ad essere inseguito e perseguitato da questo assassino sanguinario che semina morte rimanendo impassibile.

CREDITI
Film: Non è un paese per vecchi / Titolo originale: No country for old men / Regia: Joel e Ethan Coen / Sceneggiatura: Joel e Ethan Coen / Fotografia: Roger Deakins / Scenografia: Jess Gonchor / Musica: Arter Burwell / Montaggio: Joel e Ethan Coen / Interpreti: Josh Brolin, Tommy Lee Jones, Javier Bardem, Woody Harrelson / Produzione: Joel e Ethan Coen, Scott Rudin / Distribuzione: UIP / Paese: USA, 2007 / Durata: 122 minuti

SUL WEB
Sito ufficiale del film Non è un paese per vecchi
Sito italiano del film Non è un paese per vecchi
Filmografia di Joel Coen
Filmografia di Ethan Coen
Filmografia di Javier Bardem

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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