Derek Jarman. Curated by Isaac Julien

SCRITTO DA
Claudia Colia

derek_jarman-last_englandAttraversare Hyde Park per raggiungere la Serpentine Gallery è una perfetta cesura tra la frenesia del quotidiano e le aspettative del visitatore. Un breve viaggio che prelude ad un incontro, unico ed irripetibile. Fino al 13 aprile è di scena la retrospettiva su Derek Jarman, curata da Isaac Julien, artista e regista della scena britannica contemporanea.

Derek Jarman. Brutal Beauty è concepita come un insieme di spazi amniotici, un’immersione emozionale nella vita e nell’arte di Jarman, arricchita dalla rilettura critica di Julien, attraverso una serie di immagini scattate nel giardino del cottage dell’artista a Dungeness, e il film biografico Derek, realizzato con il supporto di Film London, Sundance Documentary Film e Channel 4. Sia la mostra che il film di Julien si pongono come rievocazione dell’esistenza artistica di Jarman, ma senza cadere in facili nostalgie.
Derek Jarman è stata una figura cruciale nel panorama artistico a cavallo degli anni ’70 e ’90 e un pioniere del cinema indipendente. Da sempre in prima linea nel registrare gli eventi e le tendenze della scena contemporanea, l’artista si è anche distinto per il suo attivismo per il riconoscimento dei diritti dei gay e per aver discusso pubblicamente e con sincerità l’impatto dell’Aids, malattia di cui anch’egli fu vittima.

Jarman è conosciuto soprattutto come film-maker, ma considerare il suo fare arte solo dal punto di vista cinematografico significa non cogliere pienamente la radicalità del suo approccio artistico. Non esistono gerarchie e confini tra i suoi scritti, dipinti, film e performance. L’artista ignora e sfida le convenzioni, considera il super-8 non meno importante del lungometraggio, lavora secondo un procedimento visivo, non lineare, che rifiuta gerarchie e logiche patriarcali. I lavori più significativi – dalla celebrazione punk di Jubilee (1977), al personalissimo e toccante Blue (1993) – costituiscono delle pietre miliari del cinema sperimentale e sono di esempio per un’intera generazione.

derek_jarman-mirrorsNel 2002, otto anni dopo la morte dell’artista, Tilda Swinton, sua affascinante musa, pubblicava un’epistola intitolata Letter to an Angel. Nella lettera si chiedeva che cosa ne sarebbe stato del panorama cinematografico contemporaneo se Jarman fosse stato ancora vivo. L’iniziativa della Swindon non era destinata a restare isolata e priva di risposte. Il pezzo forte della mostra alla Serpentine Gallery è infatti il film che Julien ha realizzato, condensando in 76 minuti passato e presente, mescolando la lettera e il volto di Tilda, l’intervista a Jarman, condotta dall’amico e produttore Colin McCabe, le foto e i film, il cottage di pescatori e la tomba dell’artista.

McCabe stesso ebbe ad affermare che Jarman è stato una figura quasi profetica, di cui si intuisce la portata solo oggi, in retrospettiva. Jarman sapeva infatti guardare al di là delle apparenze e dei dati di fatto. Era consapevole, ad esempio, che il Thatcherismo nascondeva in sé i germi del new Labour.


Oltre al film di Julien, lungo il percorso espositivo si possono ammirare opere materiche, tra cui la famosa installazione del letto cosparso di catrame e piume, simbolo di vergogne e ipocrisie, esposta solo una volta, nel 1989, alla galleria Third Eye di Glasgow. La mostra di Londra celebra la ricchezza di una vita intensa, iconoclasta e poetica, in anticipo sui tempi, che nell’osmosi tra spazio e tempo, sintetizzata nelle infinite sensazioni di Blue, arriva all’estremo, l’eliminazione di qualsiasi immagine, a testimoniare la fragilità dell’esistenza.

Alla retrospettiva si accompagna un fittissimo calendario di eventi, organizzati in varie parti della città, tra cui proiezioni, conferenze, seminari, e performance.


©CultFrame 03/2008

 

 

IMMAGINI

1 Derek Jarman. The Last of England 1987. Super-8mm film transferred to video, transferred to 35mm film. Courtesy of  Euro London Films
2 Derek Jarman. Art of Mirrors 1973. Super-8mm film. Courtesy of James Mackay


INFORMAZIONI

Dal 23 febbraio al 13 aprile 2008

The Serpentine Gallery / Kensington Gardens, Londra / +44.2074026075

Orario: tutti i giorni 10.00 – 18.00 / Ingresso libero

 

LINK

Serpentine Gallery, Londra

 

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Claudia Colia

Claudia Colia si è laureata in Storia dell’Arte presso l'Università "La Sapienza" di Roma e nel 2003 si è trasferita a Londra, dove ha conseguito un Master in Contemporary Art Theory presso il dipartimento di culture visive della Goldsmiths University. Si occupa di scrittura, critica e didattica dell’arte e collabora con diverse istituzioni museali londinesi. Ha recensito mostre per testate online e cartacee ed è corrispondente di attualità per la trasmissione di Rai Radio2, Caterpillar. Dal 2006 fa parte della redazione di CultFrame - Arti Visive.

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