Segni di vita. Werner Herzog e il cinema. Un libro a cura di Grazia Paganelli

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Non v’è alcun dubbio sul fatto che se fossimo chiamati a indicare il regista più visionario ed estremo (intellettualmente) del cinema europeo contemporaneo dovremmo fare il nome di Werner Herzog. L’autore di Fitzcarraldo è certamente uno dei pochi registi in grado, oggigiorno, di proporre al pubblico e alla critica un cinema “altro”, in cui la questione della “verità”, della raffigurazione dei fatti, del linguaggio filmico (territorio indistinto tra finzione e realtà) divengono elementi fondamentali di una poetica che può ricondurre anche il più razionale degli spettatori all’ambiguità profonda, non solo dell’immagine filmica, ma anche della vita stessa. Il paesaggio, i luoghi dello sguardo, il perdersi non solo fisicamente ma anche psicologicamente. Tali fattori entrano nel discorso filmico di Herzog con forza e chiarezza. Eppure, il suo cinema non è mai sfuggente, oscuro o qualunquista. Si ha sempre l’impressione che Werner Herzog tenga con forza il timone tra le sue mani indirizzando il suo discorso cinematografico verso la dimensione inquietante della natura umana.

Herzog non è mai stato un cineasta glamour, un tipo comunicativo ed estroverso ma negli ultimi tempi questa sua vena caratteriale sta mutando e il suo pensiero, proprio grazie questo processo di maturazione, si è fatto ancora più lucido e preciso. Ne abbiamo avuto prova nelle sue recenti apparizioni in Italia, spesso connesse al grande evento che il Museo Nazionale del Cinema di Torino e la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo gli hanno dedicato tra il gennaio e il febbraio 2008.


Nell’ambito di questa importante manifestazione è stato altresì pubblicato dalla Editrice Il Castoro (in collaborazione con Il Museo del Cinema di Torino) un interessante volume intitolato Segni di vita – Werner Herzog e il cinema.

Si tratta di un volume di grande importanza per chiunque voglia approfondire l’arte e la poetica di uno dei maestri della cinematografia contemporanea deve leggere. Questo lavoro, curato da Grazia Paganelli, è incentrato soprattutto su diverse lunghe interviste, nelle quali lo stesso Herzog analizza con puntualità il suo universo creativo. Uno studio su un artista visivo e visionario come l’autore di Fata Morgana non poteva che riservare un ampio spazio a un apparato iconografico significativo. Così è stato, visto che tutta la seconda parte del libro è basata sulla pubblicazione di una galleria fotografica che ci mostra il regista in innumerevoli situazioni, in special modo sui set che per oltre quarantacinque anni l’hanno visto protagonista in giro per il mondo.

Tra le molte affermazioni del regista tedesco, una ci ha particolarmente colpito proprio perché illumina con esattezza la sostanza concettuale del cinema di Herzog e riassume in una frase un intero complesso percorso espressivo: “A volte, i fatti…sono così avulsi dalle nostre aspettative, hanno una forza, una potenza così strana, così bizzarra, da far risultare inverosimile il loro avvicinarsi alla verità, insita in essi”.

©CultFrame 05/2008


CREDITI

Segni di vita – Wener Herzog e il cinema / A cura di Grazia Paganelli / Editrice Il Castoro, 2008 / 312 pagine / 150 illustrazioni / 30,00 euro / ISBN: 978-88-8033-440-8

 

LINK

Il sito di Werner Herzog

Filmografia di Werner Herzog

Il Museo Nazionale di Cinema di Torino

Casa editrice Il Castoro

 

 

INDICE DEL LIBRO

 

SEGNI DI VITA
La formazione dello sguardo / “Dovevo inventare il cinema”
La verità e i fatti. Il lato visionario del reale / “La verità non dovrà mai essere catturata”
Origine della visione e limite dello sguardo / “Mi sveglio e sono innamorato del mondo”
La catastrofe del linguaggio. Percezione, estasi, utopia / “Il linguaggio è sempre il mio estremo rifugio”
Perdersi e trovarsi. Il paesaggio e il viaggio / “L’origine profonda è il paesaggio”
La musica e il suono. Ossessione e perfezione / “La trasformazione del mondo in musica”
Il mondo dopo la fine del mondo. Frammenti di una trilogia Sci-Fi / “L’urlo che viene dalle immagini”
APPENDICE
Dell’assoluto, del sublime e della verità estatica /Wener Herzog
La dichiarazione del Minnesota / Verità e fatto nel cinema documentario / Lezioni di oscurità
IMMAGINI / STRUMENTI
Filmografia / Bibliografia essenziale / Biografia

 

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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