Alfabeto Esteso / Visibile invisibile ⋅ Opere video e ambienti 1995-2008 ⋅ Due libri di Bianco-Valente

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Il lavoro di ricerca critica nel campo della videoarte (termine ormai obsoleto, ma comunque utile a livello giornalistico) comporta un continuo monitoraggio che possa consentire una verifica sulle innovazioni espressive e tecnologiche del settore. Il mondo del video è cambiato moltissimo dall’era elettronica, pionieristica e monocanale a quella digitale e collegata al concetto più ampio di installazione ambientale, nonché di fruizione plurima. CultFrame ha avuto sempre un’impostazione precisa, posizionata su una linea editoriale sensibile a ogni innovazione, a ogni tendenza che potesse aggiungere elementi di svolta a una forma espressiva che non rappresenta certamente un linguaggio ma che si concretizza attraverso la concatenazione di linguaggi diversi e l’uso di dispositivi tecnologici. Ebbene, c’è un tempo per le novità e un tempo per fare il punto della situazione, soprattutto in relazione a realtà creative che ormai da diversi anni producono oltre che opere d’arte, anche idee (questione a nostro avviso decisamente più significativa).

Prendiamo il caso di Bianco-Valente. CultFrame segue questa coppia artistica dal 2002, quando pubblicammo l’articolo intitolato Vedere oltre: i video di Bianco-Valente, tra ricerca e poesia. Il rapporto critico-giornalistico tra CultFrame e Bianco-Valente è continuato negli anni: prima con un’interivsta realizzata dalla nostra redattrice Diana Marrone nel 2003, poi con un pezzo del 2004 intitolato Bianco-Valente/Mass: Self Organizing Structures e infine con la recensione del dvd Video in Italy, al quale i due autori italiani partecipavano con un’opera.

Ci ha sempre interessato del lavoro di Bianco-Valente sia la dimensione umana che quella professionale. Si tratta, infatti, di artisti che hanno scelto di lavorare insieme, essendo insieme anche nella vita. Potrà sembrare una banalissima e superflua notazione biografica ma siamo convinti, invece, che dietro questa organizzazione esistenziale esista un progetto professionale/umano che andrebbe analizzato con molta intensità, nella consapevolezza che creatività-vita quotidiana-progettualità-aspirazioni artistiche/intellettuali siano fattori che contribuiscono in maniera decisiva alla strutturazione di una dimensione espressiva unica, nella quale esperienza concreta e pensiero creativo si mostrano come facce opposte della stessa medaglia: sviluppo in senso filosofico del “fare/pensare” insieme. Condividere, può voler dire tutto, anche nell’arte contemporanea. In tal senso, ci sembra che la critica d’arte abbia una sorta di pudore/disprezzo nei confronti dei risvolti umani della creatività e che sia ossessionata dall’oggetto artistico, e dalle sue valenze glamour, piuttosto che dalla curiosità che dovrebbe generare il fenomeno umano, appunto, dell’artista che fa; nel caso di Bianco-Valente della coppia artistica. Più che l’opera in sé, ciò che dovrebbe stimolare il processo critico è il tragitto mentale/manuale che porta dall’idea iniziale alla realizzazione pratica dell’oggetto (…ma questo è un altro discorso)
Dunque, abbiamo parlato di punto della situazione. In relazione agli autori che citiamo in questo articolo, uno spazio di riflessione non legato solamente all’attualità ce lo forniscono due testi diversi. Si tratta di un piccolo catalogo intitolato Alfabeto Esteso, realizzato in occasione della mostra allestita pressa la Galleria Contemporanea di Mestre (febbraio-marzo 2008) e del libro, più articolato rispetto al precedente, intitolato Visibile Invisibile – Bianco-valente, Opere video e ambienti 1995-2008.

Per quel che riguarda il primo segnaliamo soprattutto l’intervista realizzata da Lelio Aiello, in cui oltre a un attento esame dell’attività artistica di Bianco-valente emergono degli spunti improvvisi che aggiungono complessità al progetto alla base del loro universo poetico. Dice Pino Valente: “Forse questo è dovuto al fatto di non aver frequentato né l’Istituto d’Arte né l’Accademia, tra virgolette essere un po’ ignoranti forse ti permette di essere anche più libero e il fatto di aver cominciato tardi ci ha permesso di essere più consapevoli sulle cose che facevamo…forse è questo”.

Dichiarazione significativa che spazza via, fortunatamente, uno dei luoghi comuni più triti, specie in Italia (ma non solo), secondo cui per fare arte si debba uscire necessariamente da studi accademici o da Istituti. La questione della formazione culturale è certamente importante, anche per gli artisti contemporanei, ma andrebbe affermato una volta per tutte che scuole e accademie non danno patenti di creatività, e neanche la capacità di elaborare concetti, semmai semplicemente di conoscerli.

Il catalogo Visibile Invisibile è invece un’impresa editoriale più articolata. Presenta quattro diversi saggi critici, un imponente apparato iconografico, un’antologia critica, una biografia e un’interessante bibliografia comprensiva anche dei numerosi articoli su Bianco-Valente apparsi sugli organi di informazione e le riviste specializzate.

La lettura di questo catalogo è fondamentale per chi voglia accostarsi al lavoro dei due artisti, i quali, in modo personale (almeno nel nostro paese), hanno affrontato la questione centrale riguardante le possibili connessioni tra universo poetico, percezione della realtà, tecnologia e scienza, il tutto attraverso un percorso decisamente non convenzionale.

© CultFrame 06/2008

CREDITI

Titolo: Alfabeto Esteso – bianco-valente
Cura: Riccardo Caldura / Testi: Bianco-Valente, Riccardo Caldura, Lelio Aiello, Luca Farulli, Helga Marsala / Fotografie: Andreea Werner
Editore: Dario de Bastiani Editore, Vittorio Veneto (TV)
ISBN: 978-88-8466-125-8

Titolo: visibile-invisibile – Bianco-Valente – Opere video e ambienti 1995-2008
Cura: Emma Zanella, Vittoria Broggini / Testi: Emma Zanella, Vittoria Broggini, Bruno Di Marino, Elena Volpato
Editore: Shin factory, Brescia-Parigi
ISBN: 978-88-89005-39-2

SUL WEB
Il sito di Bianco-Valente

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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