Vi possono essere pochi dubbi riguardo al fatto che il tenore di vita negli Stati Uniti nel ventesimo secolo sia chiaramente distinguibile nelle fotografie fatte tra il 1905 e la fine del secolo. Il fatto che l’aspetto e l’atmosfera mutevoli dell’esistenza Americana siano divenuti così visibili nelle fotografie è stato il risultato di una serie di fattori specifici della storia sociale e tecnica della nazione. Le macchine fotografiche portatili e un processo di sviluppo semplificato, che erano apparsi sul mercato alla fine del secolo precedente, avevano reso la fotografia accessibile ad un maggior numero di persone – cioè, ad individui della classe media che avevano i mezzi e il tempo per fare qualcosa in più oltre a lavorare. Le fotografie istantanee divennero comuni e prepararono la strada per una più sofisticata street photography, che divenne possibile con l’avvento di apparecchiature fotografiche più evolute negli anni 20 del XX secolo. Per tutto il secolo, questo genere permise di dare rapidi sguardi ai modi e alle maniere di americani anonimi, mostrandoli come afflitti, euforici, sciocchi o seri, impegnati in attività mondane o in imprese insolite. L’aspetto e l’atmosfera della vita urbana per le strade delle grandi città americane fu catturata all’inizio del primo decennio del XX secolo da Lewis Hine, e per tutto il secolo continuò ad attirare fotografi tanto diversi come Bruce Davidson, William Klein, Danny Lyon, Mary Ellen Mark, Walter Rosenblum e Dan Weiner, solo per citare alcuni dei molti fotografi attivi in questo genere. L’interesse si sviluppò anche in un aspetto più premeditato della street photography, che implicava la creazione di ritratti di persone sconosciute appartenenti a diversi settori della società nei loro ambienti particolari. Eccentrici, abitanti dei sobborghi residenziali, prigionieri, travestiti – ogni tipo di persona occupata in attività ordinarie e straordinarie attrasse, tra molti altri, Diane Arbus, Danny Lyon, Robert Mapplethorpe, Bill Owens e Milton Rogovin.
L’emergere della stampa a mezzatinta verso la fine del XIX secolo è stato un altro fattore tecnologico significativo che ha permesso alla cultura fotografica di fiorire negli Stati Uniti. Le immagini fotografiche stampate ad inchiostro divennero illustrazioni comuni nella stampa quotidiana, permettendo al fotografo Weegee (Arthur Fellig) di creare uno stile caratteristico per le immagini sui quotidiani. Ma è stato nella stampa periodica che la pratica del fotogiornalismo si è espansa fortemente, soprattutto dopo il 1936. Influenzate da esempi di pratiche giornalistiche europee, le riviste Life e Look utilizzarono sequenze di immagini realizzate da Margaret Bourke-White, Robert Capa, Carl Mydans, Gordon Parks e W. Eugene Smith, tra gli altri, per presentare immagini indelebili di guerra, di sofferenze e di festeggiamenti.
Lo sviluppo della stampa a mezzatinta ha preparato la strada anche per la comparsa, sia nella stampa popolare che in quella specializzata, di fotografie che trattavano specificatamente problemi sociali. Durante i primi due decenni del secolo Hine era riuscito a guadagnarsi da vivere con la sua attività di fotografo sociale prima di abitazioni di quartieri degradati e poi di condizioni di lavoro nocive per i bambini. Il suo lavoro, che apparve su periodici e opuscoli, era sostenuto da filantropi privati che volevano migliorare le condizioni sociali ed evitare sommosse rivoluzionarie; circa 25 anni più tardi progetti simili furono organizzati da agenzie del governo Federale degli Stati Uniti. Il più noto di tali progetti, la Farm Security Administration, impiegò Dorothea Lange, Walker Evans, Russell Lee e Arnold Rothstein per creare l’esteso archivio della FSA (in seguito trasferito alla Biblioteca del Congresso). Le immagini apparvero nella stampa quotidiana, nei periodici e come illustrazioni nei libri. Un altro progetto finanziato del governo, che mirava a rivelare i cambiamenti apportati dal tempo agli edifici e alle strade della città di New York, fu iniziato da Berenice Abbott e pubblicato nel libro Changing New York e fu anche di aiuto per promuovere il libro fotografico come forma attraverso la quale molti problemi sociali dei decenni successivi raggiunsero il pubblico.
Negli anni 20 del XX secolo iniziò a fiorire l’industria pubblicitaria americana. Promosse le immagini fotografiche come mezzo per vendere prodotti, sia banali che di qualità, e così permise ai fotografi di fare carriera riprendendo dalla moda elegante ai macchinari funzionali. Edward Steichen, uno dei primi professionisti del settore, sottolineò abilità artistica e fascino nelle rappresentazioni sia di articoli di moda che di prodotti per la casa. Di concerto con le idee artistiche di europei come Horst P. Horst e Hoyningen Huene, fissò i parametri delle immagini di moda e di celebrità che furono portati avanti da Irving Penn e persino da coloro i quali apportarono uno stile in qualche modo più naturalistico a questo genere, come Toni Frissell. Verso la fine degli anni 30 del XX secolo, in armonia con l’esaltazione della macchina tipica del periodo, le immagini pubblicitarie di Bourke-White, così come quelle da lei create per la rivista Fortune, resero romantici i macchinari con uno stile che esaltava i meccanismi rispetto ai lavoratori. Tuttavia, nel secondo dopoguerra, la qualità pratica dell’America industriale motivò un gruppo di fotografi, tra i quali vi furono Lewis Baltz, Frank Gohlke e Stephen Shore, a ritrarre la topografia commerciale e industriale americana come banale.
Una delle caratteristiche decisive della fotografia americana del secolo scorso è stata la sua manifestazione come “arte”. Cioè, l’immagine fotografica era considerata un mezzo di espressione individuale con caratteristiche formali esteticamente accettabili oltre che un metodo di rappresentazione funzionale. Le fotografie guadagnarono terreno come espressione artistica in gran parte attraverso gli sforzi per promuovere questo aspetto del mezzo da parte di Steichen e Alfred Stieglitz all’inizio del primo decennio del 1900. Questo movimento fiorì e assunse aspetti diversi nel corso del tempo, evolvendosi dalle immagini in stile pittorico con effetto flou preferite dai fotografi artistici a cavallo del secolo a lavori più in linea con il carattere intrinseco delle lenti fotografiche moderne, delle pellicole e delle carte all’emulsione di argento. Questo stile, che rendeva la realtà con considerevole nitidezza può essere osservato nelle opere di Paul Strand, Edward Weston, Tina Modotti e Imogen Cunningham. Infine, apparvero rappresentazioni più astratte del mondo naturale (e costruito), visibili nelle immagini preferite da Harry Callahan, Paul Caponigro, Barbara Morgan, Aaron Siskind e Minor White. A sua volta, questo approccio venne accompagnato da opere contenenti nozioni surrealiste, come nelle scene preparate e negli sforzi di fotomontaggio prodotti da Duane Michals, Jerry Uelsmann e Joel Peter Witkin. Verso la fine del XX secolo, esistevano fianco a fianco una vasta gamma di stili e approcci ed una fantastica diversità di argomenti. Questa creatività eccezionale fu possibile grazie ad un pubblico dell’espressione fotografica molto più vasto, che era servito da una grande quantità di gallerie, rivenditori e musei.
Sia l’energia creativa che le capacità di sfruttamento della società americana furono accompagnate da un ulteriore fattore che diede alla vita del XX secolo negli Stati Uniti il suo carattere particolare e che permise alla fotografia di fiorire. Sebbene la nazione avesse preso parte ad entrambi i conflitti mondiali e a molte altre guerre più localizzate, tutte queste erano state combattute altrove, permettendo alla vita e ai beni immobili negli Stati Uniti di rimanere relativamente indisturbati. Inoltre, la nazione divenne un luogo di rifugio per le persone creative che fuggivano dai disordini in Europa e in Asia, e che così arricchirono la produzione artistica americana – nella fotografia così come in tutte le arti grafiche – con idee e metodi che erano nati altrove. Robert Capa, Andreas Feininger, Robert Frank, Andre Kertesz e Inge Morath sono alcuni di coloro che apportarono idee e sensibilità che avevano coltivato in Europa prima di decidere di stabilirsi negli Stati Uniti. Come conseguenza di tutti questi fattori, la fotografia negli Stati Uniti nel XX secolo fu eccezionalmente stimolante come la mostra.
©Naomi Rosenblum
(testo, intitolato American Life Made Visible, tratto dal catalogo AMERICANA – American Photography in the Twentieth Century)
Per gentile concessione di Walter Liva, Direttore del CRAF, curatore della mostra e del catalogo
CultFrame 07/2008
IMMAGINI
1 Frank Gohlke, 1973
2 Robert Mapplethorpe
3 Nan Goldin, 1993
4 Stephen Shore. Wisconsin, 1973
INFORMAZIONI
AMERICANA
Dal 29 giugno al 28 settembre 2008
Chiesa di San Lorenzo, San Vito al Tagliamento (PN)
Tutti i giorni 10.00 – 12.00 e 16.00 – 20.00 / chiuso lunedì e martedì
Biglietto: intero 3,00 euro / ridotto 2,00 euro
Cura: Walter Liva / Catalogo: AMERICANA – American Photography in the Twentieth Century a cura di Walter Liva / Testi: Naomi Rosenblum e Walter Liva / 215 pagine / 140 immagini
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