La rabbia di Pasolini. Un film di Giuseppe Bertolucci (da un’idea di Tatti Sanguineti)

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Pier Paolo PasoliniAscoltare oggi le parole di Pier Paolo Pasolini rappresenta un’esperienza impressionante, per molti motivi. Quello principale riguarda la natura premonitrice del suo pensiero, in grado negli anni sessanta/settanta di anticipare il futuro di un’Italia provinciale e qualunquista. Il suo era uno sguardo troppo scioccante per un’italietta moralista e ancora sottilmente fascista (ma le cose non poi così cambiate nel terzo millennio), era un coltello piantato nel corpo di una società bacchettona e borghese che non poteva accettare la sua libertà e soprattutto la sua lungimiranza.

Così quando nel 1962, al produttore Gastone Ferranti venne incredibilmente l’idea di commissionare al poeta-cineasta friulano un film di montaggio sull’Italia di quegli anni, il progetto partì per certi versi già sottoposto a una censura politica. La durata del lavoro di Pasolini fu ridotta e venne affiancata alla prova pasoliniana un’altra (speculare e da destra) affidata a Giovanni Guareschi. Fu probabilmente una scelta dettata dalla prudenza e dalla paura che però generò una sorta di “mostro cinematografico”, a cui l’autore di Accattone si adeguò nonostante le sue iniziali forti perplessità.


A distanza di oltre quarantacinque anni è così venuta fuori la possibilità di riorganizzare in maniera filologica il film pasoliniano, aggiungendo all’episodio già noto la ricostruzione dei sedici minuti mancanti, ricostruzione effettuata utilizzando materiali filmati dell’epoca (cinegiornali), dalla morte di De Gasperi all’avvento della televisione.
Deus ex machina di questa iniziativa è stato Giuseppe Bertolucci, il quale grazie all’impulso partito dal critico Tatti Sanguineti e alla collaborazione di Istituto Luce, Cineteca di Bologna e RaroVideo/Minerva ha rieditato un film di cui certo i cinephiles più giovani non avevano mai sentito parlare: La rabbia.


La nuova versione si intitola proprio La rabbia di Pasolini e oltre al materiale di cui già abbiamo detto presenta in coda un’appendice che si intitola L’aria del tempo. Tale appendice mostra spezzoni di interviste a Pasolini, brani tratti dai cinegiornali dell’epoca in cui il grande intellettuale e artista viene volgarmente insultato e offeso e addirittura una sequenza del film Scanzonatissimo di Dino Verde, nell’ambito della quale il regista di Mamma Roma viene penosamente ridicolizzato da un trio comico formato da Elio Pandolfi, Antonella Steni e alighiero Noschese.

La rabbia di Pasolini, presentato alla 65 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, fa riemergere un’opera di cristallina poesia dall’oblio cinematografico al quale era stato condannato da un sistema dell’arte e dello spettacolo che ha sempre avuto paura di un uomo colto e intelligente come Pasolini. Rivedendo le sequenze montate dal regista e ascoltando i testi poetici che accompagnano i brani visivi si coglie immediatamente lo spessore straordinario dell’opera che non può essere considerato solo un film di montaggio. Si tratta invece di un vero e proprio saggio poetico/visuale nel quale vengono analizzati eventi dei primi anni sessanta non con spirito banalmente documentaristico ma con un intento di carattere lirico, politico, sociologico e filosofico.


La rabbia di Pasolini ci fa rendere conto, oggi, di come sia ancora attuale il pensiero dell’autore di Uccellacci e uccellini, un pensiero lucido, tagliente, capace di spingersi nell’abisso di una società, come quella di casa nostra, in cui il vento reazionario e borghese è ancora teso, sferzante e, purtroppo, vitale.


© CultFrame 09/2008

 

TRAMA

Ricostruzione filologica del progetto legato al film La Rabbia di PierPaolo Pasolini. Giuseppe Bertolucci cercando di essere il più possibile fedele all’idea originale ha ricostruito sedici minuti di film mai visti e che sommati ai cinquantatre editati nel 1963 vanno ricomporre idealmente l’opera concepita da Pasolini.

 

CREDITI

Film: La rabbia di Pasolini / Regia: Pier Paolo Pasolini / Realizzazione: Giuseppe Bertolucci (da un’idea di Tatti Sanguineti) / Introduzione: Giuseppe Bertolucci / Montaggio: Fabio Bianchini / Voci off parte ricostruita: Valerio Magrelli, Giuseppe Bertolucci / Produzione: Istituto Luce, RaroVideo/Minerva, Cineteca di Bologna / Paese: Italia, 2008 / Durata: 83 minuti

 

SUL WEB

Filmografia di Pier Paolo Pasolini

 

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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