Immaginario nucleare. Mostra di Armin Linke

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Conosciamo Armin Linke per essere uno dei maggiori fotografi e videomaker contemporanei. Ci ha sempre colpito del suo stile visivo in primo luogo la compostezza formale delle sue immagini, la capacità di guardare il panorama naturale ma anche la forza misurata delle sue inquadrature, anche quando il tema delle sue opere poteva possedere dei risvolti di tipo socio-politico (vedi il video Gaza City).


Ritroviamo ora il fotografo tedesco (trapiantato a Milano) a Roma per una mostra intitolata Immaginario nucleare. L’esposizione allestita presso l’Istituto Nazionale per la Grafica Calcografia, è composta da tredici fotografie stereoscopiche anaglifiche e da un video (realizzato in collaborazione con Renato Rinaldi) girato in HD 3d e proiettato su supporto DVD Blueray.

Leggendo le note del curatore Bartolomeo Pietromarchi inserite nel press- book ci viene detto che (in riferimento al volume che accompagna la mostra) “questo libro nasce con un’intenzione esplicita: restituire voce e immagine a una vicenda, quella dell’energia atomica in Italia, interrottasi d’improvviso giusto venti anni fa”. Sinceramente ci risulta difficile comprendere il motivo per cui bisognerebbe dare voce (in che senso?) alla vicenda dell’energia atomica in Italia, capiamo invece perfettamente perché un artista visivo come Linke abbia voluto gettare il proprio sguardo dentro i luoghi della produzione atomica del nostro paese. Si tratta, infatti, di una sorta di indagine visuale dal sapore quasi archeologico/fantastico, un’indagine che è stata realizzata mettendo in contrasto due elementi: quello straniante prodotto dalla visualizzazione di ambienti dall’atmosfera fantascientifica, e per certi versi oscura, e quello tendente a un realismo quasi giocoso generato dall’uso espressivo della tridimensionalità e dal gelo dei cromatismi e della luce.

 


Nel percorso espositivo gioca, in tal senso, un ruolo fondamentale il video, basato esclusivamente su inquadrature fisse all’interno delle quali si percepisce una sorta di vuoto quasi minaccioso. Anche i brani in cui si percepiscono movimenti e azioni sembrano accompagnati da una sorta di sospensione del tempo e del senso, che trasmettono al fruitore una specie di raggelante sensazione di angoscia.

Questa stessa identica fredda e distante oggettività è riconoscibile dalle grandi immagini esposte, fruibili solo attraverso degli occhiali speciali. Stanze gigantesche le cui pareti sono occupate da macchinari il cui funzionamento ci risulta incomprensibile, ambienti esterni notturni che trasmettono inquietudine, luoghi di stoccaggio di materiali a noi sconosciuti, centrali di comando molto complesse. L’impressione, anche emotiva, che prova il fruitore si avvicina molto a quella che si può sentire guardando le sequenze mirabili di 2001 Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick. Il fatto significativo è che gli spazi fotografati da Armin Linke non si trovano su un pianeta di un altro sistema solare ma sulla Terra, e per la precisione in Italia.


© CultFrame 10/2008

 

IMMAGINI

Fotografie di Armin Linke

 

INFORMAZIONI

Armin Linke – Immaginario nucleare

Dal 16 ottobre al 30 novembre 2008

Calcografia / Via della Stamperia 6, Roma / Telefono: 0669980238

Martedì – domenica 10.00 – 19.00 / chiuso lunedì

Ingresso libero

Cura: Bartolomeo Pietromarchi / Libro: Pocko Editions, Londra

 

LINK

Il sito di Armin Linke

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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