Visioni interiori. Mostra di Bill Viola

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

L’uso della figura umana e la tecnica del ritratto sono, nell’ambito delle arti visive contemporanee, fattori che potremmo definire semplicisticamente complessi. Ma si tratterebbe di un eufemismo edulcorato. Oltretutto, in fotografia, video e cinema assistiamo da tempo alla tirannia di certo pseudo-realismo consolatorio e banalizzante che stravolge il senso stesso (profondo) delle immagini, intese come mezzo di comunicazione e risultato finale di una poetica.

Tutto ciò non succede nell’arte di Bill Viola; e prova evidente di questa “differenza” di Viola rispetto a determinati codici imperanti, è data dalla mostra allestita presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, il cui titolo emblematico è Visioni interiori. Ancora una volta Viola, il maestro indiscusso della videoarte contemporanea, ci ha colpito per la acutezza poetica delle sue opere. Non venga considerato questo un elemento secondario. In un’arte contemporanea sempre più attratta dal rapporto con la superficie delle cose, le opere di Viola rappresentano una boccata di ossigeno, la prova che l’arte possa essere ancora ricondotta a concetti come interiorità, sentimenti, dolore, paura, angoscia, estetica, dilatazione della presunta realtà. Sotto certi aspetti ci sembra che l’elemento più significativo del suo universo creativo sia l’umanità che traspare da un linguaggio ultratecnologico che dovrebbe generare una sensazione di distacco nel fruitore e che invece colpisce in modo scioccante l’immaginario e la sensibilità di chi guarda. Il dolore innestato in ritratti cangianti, inoltre, non riguarda solo la condizione soggettiva ma vuole essere l’elaborazione di una condizione collettiva, dell’intera umanità.

 


A Roma sono sedici le opere proposte, in un percorso emotivo che tocca ancor di più perché ciò che vediamo ci narra di noi stessi, della nostra vita, delle nostre sensazioni.

Viola parla spesso del suo linguaggio come “azione del vedere”. I suoi video costringono lo spettatore a vedere, appunto. Ma anche a vedersi. L’uso del rallentatore spinto fino a livelli parossistici non crea un senso di straniamento ma genera una sorta di effetto ipnotico in chi guarda, effetto che spinge a una fortissima empatia con il soggetto ripreso. Gli aspetti pittorici e i riferimenti culturali (in special modo per quel che riguarda la tradizione italiana) sono decisamente evidenti ma la questione teorica che emerge è che tali riferimenti non sono solo tematici e/o contenutistici ma anche estetici e visuali. In sostanza, la tecnologia utilizzata da Viola non genera distanza dalla pittura anzi sembra essere un’evoluzione moderna della stessa, evoluzione rintracciabile non solo nelle componenti cromatiche e compositive ma proprio nell’uso del movimento dilatato fino all’ennesima potenza.

 

Tra le opere che più ci hanno colpito vogliamo segnalarvene tre. The Greeting, rivisitazione dell’opera di Pontormo intitolata Visitazione. Il video esalta le sfumature dei gesti e del linguaggio silenzioso dei corpi senza ricondurre tutto a una chiave descrittiva e realistica.

Dolorosa è, invece, la raffigurazione su due schermi lcd contigui della sofferenza individuale di due soggetti ripresi con la tecnica del rallentatore (parossistico). La dimensione dei volti scelti da Viola allude in verità alla sofferenza e all’angoscia del genere umano, tutto.

Infine, Catherine’s Room, videoinstallazione basata sull’allineamento a parete di cinque schermi lcd che mostrano altrettanti diversi momenti del tutto solitari di una persona nella sua stanza. Più che il racconto di una microstoria quotidiana ci sembra una sorta di atto di dolore ricreato con autentica partecipazione e puro spirito di condivisione della solitudine.


© CultFrame 10/2008

 

IMMAGINI

1 Bill Viola. The Greeting, 1995
2 Bill Viola. Catherine’s Room, 2001
3
Bill Viola. Dolorosa, 2000

 

INFORMAZIONI

Bill Viola – Visioni interiori

Dal 21 ottobre 2008 al 6 gennaio 2009

Palazzo delle Esposizioni / Via Nazionale 194, Roma / Telefono: 0639967500

Martedì – giovedì e domenica 10.00 – 200 / venerdì e sabato 10.00 – 22.30 / chiuso lunedì

Biglietto: intero 12,50 euro / ridotto 10,00 euro

Cura: Kira Perov

 

LINK

Il sito di Bill Viola

Palazzo delle Esposizioni, Roma

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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