Le figure tragiche di Cindy Sherman. Una mostra a Londra

SCRITTO DA
Claudia Colia

cindy_sherman-untitled3La sede londinese di Sprüth Magers occupa un arioso spazio, al piano terra di un palazzo elegante, tra Bond Street e Green Park. Con la grande vetrata su Grafton Street, la galleria è l’ambiente ideale per proporre alcuni dei nuovi lavori di Cindy Sherman. L’artista non esponeva nel Regno Unito da ormai due anni e le immagini esposte fanno parte di una serie più ampia, tutta incentrata sul tema dell’identità sessuale, della bellezza e della moda.

Cindy Sherman è un’artista che da sempre ha usato se stessa come modello per i suoi lavori e già Andy Warhol ne aveva elogiato la straordinaria capacità di porsi davanti all’obiettivo come una vera attrice.

A 55 anni l’artista si interroga ora sugli effetti del tempo che passa, specialmente sui volti, i corpi e l’animo delle donne.

A questo scopo ricorre al trucco pesante per sottolineare le rughe o per crearne di nuove, creando un contrasto stridente tra vestiti, trucco, accessori e scenari.

 

Le donne impersonate dalla Sherman non costituiscono ritratti di se stessa, ma figure femminili che, nella loro anonimità, possano risultare allo spettatore sia familiari che aliene.

Si tratta di figure che per la cura dei particolari e degli sfondi in cui sono inserite, sembrano provenire da classi alte, quasi aristocratiche. L’impatto del grande formato concorre a dare un senso di importanza e di glamour. Ma, a guardare bene, si avverte un senso di alienazione e c’è sempre un elemento grottesco a rompere l’equilibrio compositivo, come una ruga esagerata, una pantofola di plastica, una perla enorme che pende dall’orecchio.

Il segreto di questi lavori risiede proprio nei particolari. Non importa quanto fondotinta o rimmel coprano i volti rugosi, quello che veramente colpisce è il pathos e il terrore che trasudano da queste tragiche figure.


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Sembra che la Sherman abbia sviluppato il progetto dopo aver visto un programma televisivo, in cui si chiedeva a ricche signore quale fosse il loro segreto per restare giovani ed affascinanti. Partendo dai segni suol viso, l’artista, con l’aiuto del latex e delle luci, ha creato rughe profonde. Da un negozio di Upper East Side si è procurata vestiti eleganti, quelli di cui le signore intervistate probabilmente si erano disfate per beneficienza. E poi, con parrucche, accessori e uno sfondo importante, ha dato vita ad una carrellata di mogli di uomini importanti, casalinghe di lusso, che cercano di dissimulare l’età attraverso vestiti eleganti e appariscenti o celandosi dietro un trucco pesante.

Il blu di un kaftano bordato d’oro, le perle, il velluto morbido non riescono tuttavia ad attenuare l’impatto emotivo dei segni e dei cedimenti di una pelle non più giovane e fresca. La narrativa che viene fuori dai ritratti non è tanto il messaggio dell’artista, quanto le preoccupazioni che i personaggi dovrebbero trasmettere, attraverso le esistenze lussuose e tutte incentrate nel costante mantenimento dei loro privilegi. Impresa difficile ad attuarsi, quando la bellezza e la giovinezza sono effimere e non sempre risovibili a colpi di bisturi. Da un lato vediamo dunque donne sicure del loro status, coscienti della loro immagine, perfezioniste nel loro essere ben pettinate e agghindate, dall’altro delle creature fragili, quasi patetiche, che si indirizzano allo spettatore con gesti troppo eloquenti o il rosso scarlatto di un rossetto.

Immagini la cui ambivalenza si tramuta in una strategia creativa di sicuro successo.

 

©CultFrame 04/2009

 

 

IMMAGINI

1 Cindy Sherman. Untitled #466, 2008. Colour photograph. Courtesy of the artist, Metro pictures and Spruth Mager Berlin London

2 Cindy Sherman. Untitled #475, 2008. Colour photograph. Courtesy of the artist, Metro pictures and Spruth Mager Berlin London

 

INFORMAZIONI

Dal 16 aprile al 27 maggio 2009

Sprüth Magers Gallery / 7a Grafton Street, Londra / Telefono: +44(0)2074081613

Orario: dal martedì al sabato 10.00 – 18.00 o per appuntamento / Ingesso libero

 

LINK

CultFrame. Cindy Sherman. Arte, biografia, bibliografia, link

Spruth Magers Lee, Berlino Londra

 

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Claudia Colia

Claudia Colia si è laureata in Storia dell’Arte presso l'Università "La Sapienza" di Roma e nel 2003 si è trasferita a Londra, dove ha conseguito un Master in Contemporary Art Theory presso il dipartimento di culture visive della Goldsmiths University. Si occupa di scrittura, critica e didattica dell’arte e collabora con diverse istituzioni museali londinesi. Ha recensito mostre per testate online e cartacee ed è corrispondente di attualità per la trasmissione di Rai Radio2, Caterpillar. Dal 2006 fa parte della redazione di CultFrame - Arti Visive.

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