Con Antichrist il regista danese Lars von Trier riporta il cinema alle sue origini recuperando una serie di archetipi, a cominciare da quello della fiaba nera, che i film odierni ormai ignorano. La nuova fatica dell’autore di Dancer in the Dark è un film disturbante che mescola suggestioni dal sapore bergmaniano con l’irruenza di un Dreyer dei giorni nostri e la ieraticità di Tarkovskij a cui è dedicato il film. Antichrist è, tra l’altro, la migliore riflessione sull’elaborazione del lutto che ci offre il cinema dopo Il dolce domani di Atom Egoyan. E fa veramente male trovare chi, a proposito di questa pellicola, così austera nella sua isteria, lo paragona ai film, anche se validi, di Tobe Hooper, Hostel di Eli Roth oppure a un qualsiasi porno coniugale di Gerard Damiano. Per la verità Lars von Trier parte dallo stesso presupposto dal quale è partito anche George A. Romero per il suo straordinario La stagione della strega, in cui una donna si convince di essere una strega con conseguenze tragiche per lei e la sua famiglia. Ugualmente Charlotte Gainsbourg si convince che il male, ma quello ancestrale, mica quello degli uomini, si è annidato dentro di lei. Il marito, cieco ed impotente davanti alla magnificenza femminile, si perde nel groviglio psicoanalitico che lui stesso ha tessuto intorno alla donna, apparentemente per proteggerla, ma, per la verità, solo per controllare lei e i suoi sentimenti. Il resto è pura costruzione filmica di grande impatto visivo piena di provocazioni nei confronti di un pubblico che, ormai perso dietro le codificazioni dei generi, non sa più cosa pensare davanti ad una pellicola così unica.
Antichrist mette in scena una favola gotica in cui, come succedeva solo nei film dei grandi formalisti, non c’e’ nemmeno un dettaglio fuori posto. Lars von Trier racconta il profondo dell’essere umano e in particolare quello della donna passando dalla nevrosi all’isteria, raggiungendo la parte più spaventosa nascosta dentro di noi. E tutte le crudeltà che si vedono nel film, e ce ne sono tante, non sono manie gratuitamente voyeuristiche del regista ma rappresentano il suo estremo coraggio nel raccontare una storia di colpa senza espiazione, nera come la notte, alle sue conseguenze estreme. Straordinari i due interpreti, Willem Dafoe e la Gainsbourg, in un gioco di equilibrismo perfetto grazie al quale riescono a sfidare, e a vincere, il ridicolo.
©CultFrame 05/2009
TRAMA
In seguito a un forte dolore, provocato dalla tragica scomparsa del loro unico figlioletto, una coppia decide di rifugiarsi nel proprio “Eden”, una baita isolata in un bosco minaccioso e oscuro, dove marito e moglie sperano di ritrovare l’equilibrio perduto. Ma la natura fa il suo corso crudele e indecifrabile. Le cose andranno di male in peggio.
CREDITI
Titolo originale: Antichrist / Regìa: Lars von Trier / Sceneggiatura: Lars von Trier / Fotografia: Anthony Dod Mantle / Montaggio: Anders Refn / Scenografia: Karl Juliosson / Musica: / Interpreti principali: Willem Dafoe, Charlotte Gainsbourg/ Produzione: Meta Louise Foldager / Distribuzione: Key film / Paese: Danimarca, Germania, 2009 / Durata: 100 minuti
LINK
CULTFRAME. Dogville. Un film di Lars von Trier