“Quello che succede qui all’inizio ti farà incazzare. E poi sarà sempre peggio”. Così scrive Chuck Palahniuk nelle prime righe di Soffocare rendendo perfettamente l’idea di ciò che ha in serbo per il lettore. Del resto lo scrittore americano non conosce mezze misure e, come spesso accade in questi casi, non si può che amarlo o detestarlo. Clark Gregg, attore e sceneggiatore, evidentemente lo ama, tanto da “rischiare” il suo esordio registico proprio con un film tratto dalla prosa incandescente e irriverente di Palahniuk.
Victor è un personaggio al limite: del sesso, dell’amore, della stessa vita…
Finge di soffocarsi per spillare soldi al prossimo, si gioca la pelle mandando volontariamente un boccone di traverso e, mentre annaspa cercando l’aria, adocchia il suo prossimo salvatore per tornare a rivivere tra le sue braccia e intrappolarlo quel legame vittima/eroe che potrà essere – almeno per un po’ – il suo “stipendio”.
Sessualmente dipendente, figlio frustrato di una madre che lo confonde ogni giorno con qualcun altro e costretto, per sopravvivere, alle cialtronerie del suo lavoro nel parco a tema, Victor sembra scivolare, progressivamente, nel nulla mentre intorno a sé, il reale quotidiano si fa sempre più tangibile nel suo squallore. Tuttavia i graffi dell’ironia e del sarcasmo tengono ancora desta la sua attenzione, gli permettono di restare a galla e non lasciarsi andare nel buco nero dell’oblio. La genialità iperbolica di Palahniuk riesce a leggersi chiaramente anche nel film e Clark Gregg, con una regia intelligentemente asciutta, lascia che il monologo interiore di Victor e le sue stralunate avventure siano la vera “azione”.
Sam Rockwell sembra davvero uscito dalla penna palahniukiana per materializzarsi su una pellicola che attinge – seppur più cautamente rispetto alla prosa da cui è tratta – al gusto del dissacrante puntando sul lato più caustico dell’umorismo. L’atmosfera sulfurea del romanzo viene qui stemperata, tuttavia Soffocare è un’opera interessante sostenuta dall’indubbio talento del protagonista, illuminata dalla presenza della Huston e scandita da un buon ritmo registico che dà il meglio quando si lascia attrarre dall’humor nero.
Victor, come il suo autore, si potrà amare o si potrà odiare ma non vuole e non vorrà mai essere nulla di diverso da quello che è: uno “scoppiato della nostra epoca” e, che ci piaccia o no, non possiamo impedigli di costruirsi la sua “realtà alternativa”.
©CultFrame 05/2009
TRAMA
Per poter pagare costose terapie mediche alla madre, Victor, uno studente di medicina, mette in atto una stravagante strategia. Tutte le sere si reca in un ristorante, ogni volta diverso, e finge di soffocare a causa del cibo. Di volta in volta qualcuno cerca di aiutarlo. I “malcapitati” divengono suoi amici e finiscono per sostenerlo economicamente. Queste persone, all’inizio raggirate, trovano un nuovo senso esistenziale proprio grazie alla loro attività di sostegno al ragazzo.
CREDITI
Titolo: Soffocare / Titolo originale: Choke / Regia: Clark Gregg / Sceneggiatura: Clark Gregg dall’omonimo romanzo di Chuck Palahniuk / Fotografia: Tim Orr / Montaggio: Joe Klotz / Musiche: Nathan Larson / Interpreti Sam Rockwell, Anjelica Huston, Kelly McDonald / Produzione: ATO Pictures, Aramid Entertainment Fund,Choke Film, Contrafilm / Distribuzione: 20th Century Fox / Usa 2009 / Durata: 89 minuti
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