Massimo Vitali è ospitato al FOAM, al secondo piano della palazzina nel centro di Amsterdam, nella vibrante atmosfera individualista e anticonformista della città. Ed è proprio in questa città che si incontra perfettamente il contenuto della critica di Vitali: un magico volo verso l’alto per osservare il qualunquismo, la massa, il conformismo e distaccarsene come da un ricordo del passato da circoscrivere e dimenticare.
Grazie alla luce fredda delle immagini, e ai colori pastello della stampa, Vitali crea un nuovo mondo: ispirato dalla realta’ ma diverso. Forse il mondo annunciato da George Orwell che dichiarava: chi controlla il presente, controlla il passato. E chi controlla il passato, controlla il futuro.
Nell’ ingresso della Mostra si trova un breve corridoio di piastrelle azzurre di vetro che annunciano una grande sala nel piano terra, affacciata sul giardino interno. Non è questa la direzione per la Mostra di Vitali. Per chi lo conosce, una sua mostra può essere solo ad un piano rialzato: il suo punto di vista, infatti, è a qualche metro di altezza in più. L’occhio eccezionale per l’attimo, il delicato approccio elevato, e il senso critico di un artista dietro la scena, sono le caratteristiche del fotografo che osserva l’essere umano ordinario di questo tempo attraverso la ricerca di immagini che ricordano quelle dei quadri del XVIII secolo per il loro raccontare i vissuti dell’umanità nella vita quotidiana e nel tempo libero. Egli però, non solo osserva il tempo presente, ma lo fotografa nel minimo dettaglio.
Le immagini di impensabili dimensioni, nascono da un meticoloso lavoro di costruzione di un piano rialzato nella materia, e di un nuovo sguardo al reale nella psiche. Dall’uso di una macchina fotografica Deardorff 11’’x14’’, in legno degli anni ’50 e dalla capacità personale di vedere da una certa distanza emotiva.
Egli è consapevole del limite della fotografia nel raccontare la realtà, e come un cinematografo, sviluppa nel corso della sua carriera una sua propria visione del mondo ed una proprietà tecnica.
In una società in cui la massa è sparpagliata e gli ideali sono trasportati nel telematico e internet, è difficile scorgere l’umanità in massa. In spiaggia, ad un concerto, in riva ad un fiume, allora sì. Il fotografo prende la distanza, ma lo spettatore è completamente immerso nella luce, nella natura, e si identifica con le persone. A chi non è capitato di essere su di una spiaggia, o in riva ad un fiume, o ad un concerto?
La generazione degli anni Novanta, eccola fotografata nella sua vuota apparenza. Non c’è spazio per il singolo modo di pensare o vestire, per l’essere. Ci sono i corpi. Ammassati nel vuoto dell’estate in Italia, come cinquant’anni fa. Senza progresso, ma anzi con nostalgia. L’orrore del conformismo, che appare come un oppiaceo.
Massimo Vitali fotografa la profonda realtà del distacco di se stesso da un mondo massificato e freddo, dove nello scatto ogni movimento umano appare falso. Un anelito all’individualismo, con lo sforzo materiale di fotografare il qualunquismo.
Nella prima e nella seconda stanza immagini estive. I corpi di uomini, donne e bambini in costume trasfigurati dalla luce bianca sono i protagonisti dell’ingrandimento. Il contrasto tra il freddo dell’immagine e il caldo dell’estate raffigurata sono immediatamente visibili. L’incantesimo della beatitudine immediata provocata dalla vista dei colori, si rompe dopo pochi secondi. Identificazione: la massa sono io! Al contrario, un divario si pone tra lo spettatore e l’immagine. Non ci sono vie di mezzo. Puoi appartenere al mondo fotografato di Vitali, oppure sei vertiginosamente distante.
Acqua, cielo, rocce, sabbia, mattoni. Si va in vacanza, ci si sdraia a prendere il sole, completamente ignari che un giorno si potrà essere in un Museo: il caso, l’occhio del destino che scruta dall’alto.
Dalla seconda stanza si accede ad un angolo più buio: la spiaggia di Bloemendaal nei Paesi Bassi e Torre del Lago in Italia. Ai due lati dell’Europa, al caldo e al freddo, la massa di giovani agisce, si muove respira, balla, si incontra e si diverte nello stesso momento, nello stesso modo. Una folla tranquillizzante, un addormentamento intellettuale, un finto e silenzioso essere contemporaneo.
La terza sala e’ un incontro con il presente. Quando si entra, non si è più spettatori, ma si entra nella foto come si entra in un’installazione di arte contemporanea. L’immagine della spiaggia affollata sembra tridimensionale, le persone prendono vita: leggono il giornale, fanno il bagno, fumano una sigaretta, agiscono. La prospettiva mostra diversi livelli stratificati coloratissimi: il vicino, quello che ‘sta in mezzo’, e il lontano.
Massimo Vitali, osserva dall’alto, come se si trovasse su di una roccia nel luogo in cui è nato. Provate a passeggiare per le strade in salita al Lago di Como: sarete sorpresi. In silenzio tra la natura e il soggettivo del vostro cammino, potrete osservare un mondo dall’alto. Un mondo simile a quello esposto al Foam, in cui il vissuto autobiografico dell’artista magicamente si cela tra gli ingrandimenti emozionanti delle sale.
E come in un messaggio onirico ritorna la citazione di George Orwell: chi controlla il presente, controlla il passato. E chi controlla il passato, controlla il futuro. Massimo Vitali fotografa il presente con senso storico, chissà che non abbia trovato con il suo lavoro al dettaglio, la capacità creativa e geniale di controllare il futuro come uno sciamano con lo scopo di risolvere problematiche di base per la sopravvivenza di qualsiasi società, come quella del conformismo.
©CultFrame 06/2009
IMMAGINI
1 Gole dell’Alcantara, 2008. © Massimo Vitali
2 Frigido Ferragosto, 2006. © Massimo Vitali
3 Vecchiano Norte, 1999. © Massimo Vitali
INFORMAZIONI
Dal 29 maggio al 9 settembre 2009
Foam_Fotografiemuseum / Keizersgracht 609, Amsterdam / Telefono: +31(0)205516500 / Email: info@foam.nl
Orario: Tutti I giorni 10.00 – 18.00 / giovedì e venerdì 10.00 – 19.00
Biglietto: intero € 7,50 / ridotto € 5,00
LINK
CULTFRAME. Opera d’arte e oggetto commerciale. Intervista a Massimo Vitali
Foam_Fotografiemuseum di Amsterdam