Chéri ⋅ Un film di Stephen Frears

SCRITTO DA
Eleonora Saracino

Dopo più di vent’anni da Le relazioni pericolose Frears sceglie di nuovo Michelle Pfeiffer come protagonista per un altro affresco in costume. Stavolta la fonte è Colette, al cui omonimo romanzo il film è ispirato, che racconta la storia d’amore tra una bellissima cortigiana non più giovane e un ragazzo affascinante quanto viziato. Nella rutilante atmosfera della Belle Époque la splendida Léa, ora ritiratasi in un’agiata vita privata, scopre di nuovo la passione negli occhi (“a sogliola” come lei stessa li descrive, riferendosi al loro contorno piatto e allungato) di un diciannovenne, figlio di una sua vecchia “collega”. La differenza di età si annulla nell’attrazione e nell’alchimia che si sprigionano tra Léa e Chéri che Frears descrive, nella prima parte, mescolando sapientemente il languore romantico delle scene d’amore con lo sferzante cinismo dei dialoghi. La coppia, come chiusa in un microcosmo privato, lascia fuori il resto del mondo e le sue convenzioni, illudendosi che il tempo possa cristallizzarsi in una relazione esclusiva e appassionata.

All’inizio Frears sceglie l’ironia – e una vena di sarcasmo – per raccontare l’incontro tra i due e la reazione che la loro liaison suscita in uno spaccato di società che, pur dedita al libertinaggio, non è al riparo da quelle ipocrisie e meschinità delle quali, solo in apparenza, dichiara farsi beffe ma, successivamente, dopo la separazione di Lèa dal suo giovane amante, il regista pare arrendersi ad un lamentoso dramma. La sublime bellezza della Pfeiffer (50 anni di puro splendore) trova il suo contraltare nel graffiante cinismo di Kathy Bates che rende irresistibile la sua Madame Peloux, tuttavia il film smarrisce la sua verve nel momento in cui il dolore del distacco trascinerà i due innamorati verso un’illusoria serenità che ha il sapore di una cosciente disperazione. A quest’ultima Frears dedica un’attenzione distratta, limitando il dolore alla pura superficie dove ogni scena scivola nel prevedibile verso un finale privo di pathos. Una mancanza di equilibrio narrativo che fa di Chéri un film irrisolto dal gusto insoddisfatto di un’occasione mancata.

© CultFrame 07/2009

TRAMA
Nella Parigi della Belle Époque, Léa, una bella e raffinata cortigiana, ora quarantenne, vede affidarsi il giovane figlio, diciannovenne viziato, dalla sua collega Madame Peloux. Tra i due sboccia una passione che dura sei anni ma la madre del ragazzo ha pianificato per lui il matrimonio con Edmée, figlia di un’altra ricca cortigiana. La separazione tra Léa e Chéri è fonte di dolore per entrambi e farà loro capire quanto profondo sia il loro legame e quanto l’uno sia importante per l’altra.

CREDITI
Titolo: Chéri / Titolo originale: id. / Regia: Stephen Frears / Sceneggiatura: Christoper Hampton (dal romanzo omonimo di Colette) / Fotografia: Darius Khondji / Montaggio: Lucia Zucchetti / Scenografia: Alan Macdonald / Musica: Alexandre Desplat/ Interpreti principali: Michelle Pfeiffer, Kathy Bates, Rupert Friend, Felicity Jones / Produzione: Bill Kenwright, Andras Hamori, Tracey Seaward / Distribuzione: O1 Distribution/ Paese: UK, 2009 / Durata: 110 minuti

SUL WEB
Sito ufficiale del film Chéri di Stephen Frears
Filmografia di Stephen Frears
01 Distribution

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Eleonora Saracino

Eleonora Saracino, giornalista, critico cinematografico e membro del Sindacato Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), si è laureata in Storia e Critica del cinema con una tesi sul rapporto Letteratura & Cinema. Ha collaborato con Cinema.it e, attualmente, fa parte della redazione di CulfFrame Arti Visive e di CineCriticaWeb. Ha lavorato nell’industria cinematografica presso la Columbia Tri Star Pictures ed è stata caporedattore del mensile Matrix e della rivista Vox Roma. Autrice di saggi sul linguaggio cinematografico ha pubblicato, insieme a Daniel Montigiani, il libro “American Horror Story. Mitologia moderna dell'immaginario deforme” (Viola Editrice).

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