Una svista fatale che manda fuori strada un’auto, un vetro che va in frantumi e si trasforma in un’arma, un filo di alta tensione che folgora un passante… Incidenti mortali che vengono archiviati sotto la voce “caso” ma che, in realtà, sono il risultato di una perfetta e letale organizzazione, omicidi travestiti dalla tragica fatalità che si rivelano perfetti e altrettanto redditizi. Per “Mente” è solo un lavoro o, almeno, così sembra. Il destino è il suo alibi, la casualità il suo metodo e ogni incarico è portato a termine con precisione: individuare e colpire il target, al di sopra di qualsiasi sospetto. I clienti possono essere criminali o persone comuni ma il proposito mortale è sempre lo stesso e non importa quale sia il motivo che spinge qualcuno a volere la fine di un altro.
In una città fatta di luci ed ombre stranianti, la vita di “Mente” si svolge tra gli incontri con i propri collaboratori e il suo appartamento-rifugio dove, insieme ai suoi mezzi sofisticati e al denaro, nasconde i fantasmi del suo passato. Una non-vita che si nutre della morte altrui e pare fluttuare in un nulla che, paradossalmente, sembra la sua unica via di sopravvivenza.
Soi Cheang, già assistente alla regia di Johnnie Toe, qui in veste di produttore, tesse le fila di un thriller paranoico che gioca sui cliché del genere, mescolando suspence e ossessione. Il lavoro del protagonista finisce per trasformarsi in una trappola che, da cacciatore, lo muta in preda. Proprio lui, così abile nell’individuare il bersaglio, lo diventa a sua volta ma, a differenza delle sue vittime, sa di poter giocare la partita sullo stesso terreno del suo avversario che, proprio come il Fato di cui sempre si è servito, è sfuggente, insondabile, imprevedibile… “Mente” ascolta, fotografa, registra, spia cercando un nascondiglio soprattutto da se stesso perché Accident è, in fondo, un film sull’ossessione, quella strisciante sensazione che porta ad alterare ogni evento, anche il più banale, e ad avvelenarlo con il morbo del sospetto. In un gioco di specchi che riflettono e, al tempo stesso, controllano ogni via di fuga il protagonista guarda in faccia il proprio terrore e Soi Cheang amplifica il puzzle della visione con una regia che scandisce il ritmo paranoide del personaggio, seguendone la progressiva escalation di una follia auto-distruttiva.
Le belle immagini dalle sfumature cromatiche perfette fanno di Accident un film ad alta tensione che, seppur non particolarmente originale nel tema, risulta un’opera godibilissima e di raffinato intrattenimento, con un finale che si concede una nota addirittura struggente quasi ad assolverlo dal mero “action-style”.
©CultFrame 09/2009
TRAMA
“Mente” è un killer professionista. Con il suo gruppo organizza omicidi perfetti facendoli passare per incidenti casuali. Un giorno, però, uno dei suoi uomini resta ucciso in uno scontro con un bus e, da quel momento in poi, l’uomo si convince che qualcuno vuole la sua morte. Si mette così sulle tracce dei suoi fantomatici inseguitori, preso sempre più nella trappola della sua paranoia.
CREDITI
Titolo: Accident / Regia: Soi Cheang / Sceneggiatura : Szeto Kam Yuen, Nicholl Tang, Milkyway Creative Team / Interpreti: Louis Koo, Richie Jen, Feng Tsui Fan, Michelle Ye / Fotografia: Fun Yuen Man / Montaggio: David Richardson/ Musica: Xavier Jamaux / Produzione: Johnnie Toe, John Chong (Milkyway Image) / Cina, 2009 / Durata: 89 minuti