Il cattivo tenente. Un film di Werner Herzog

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

werner_herzog-il_cattivo_tenenteChe Werner Herzog fosse un grandissimo regista non avevamo alcun dubbio. Che fosse perfettamente in grado di misurarsi con gli stilemi del cinema americano ne abbiamo avuto la prova. Il cattivo tenente è in tal senso una pellicola emblematica che mette in luce le attitudini elastiche di un cineasta dalla fortissima impostazione autoriale, cioè la sua evidente capacità di giocare anche “fuori casa” e di portare a termine una prestazione eccellente in “territorio ostile”. Non solo. Herzog riesce a gestire in maniera raffinata la materia narrativo/espressiva al punto di percorrere anche le strade impervie della deriva visionaria e del grottesco.

Il cattivo tenente però è anche un poliziesco di stampo classico, uno di quei polizieschi americani basati su un principio molto preciso: il bene e il male sono fattori che si confondono, che convivono nello stesso corpo, nella stessa mente.

 

Herzog descrive con impostazione registica mai ripetitiva l’inabissarsi nella corruzione fisica e mentale di un ufficiale di Polizia che pur drogandosi e commettendo ogni genere di illegalità all’improvviso diviene capace di gesti di umanità. Il regista tedesco elabora in maniera assai efficace l’ambiguità del personaggio e lo pone di volta in volta in situazioni pericolose, tragiche, comiche, assurde, surreali.  Terence McDonagh, questo il nome del personaggio principale, vive in uno stato di perenne devastazione mentale, percorre costantemente il confine che separa lucidità e delirio. Nicolas Cage, che ricopre il ruolo centrale, fornisce una buona prova, probabilmente perché ben diretto da Herzog e ben collocato nella parte di un personaggio tutto esteriore e folle.

Werner Herzog da parte sua rispetta e allo stesso tempo rende caricaturale il genere poliziesco e non perde occasione per lanciare il suo sguardo in una società complessa e contraddittoria come quella degli Stai Uniti d’America. È venuto fuori un film angosciate e divertente, teso e comico, tragico e grottesco, una specie di grandioso esercizio di genere condito con le caratteristiche della poetica e dello stile del cinema del cineasta tedesco.

 

Evitiamo di alimentare le polemiche innescate da Abel Ferrara che diresse qualche anno fa un altro Cattivo tenente. Appare invece assai interessante poter effettuare una comparazione tra le due opere, tra i due stili di regia e tra i due protagonisti, Nicolas Cage (per Werner Herzog) e Harvey Keitel (per Abel Ferrara). Questi ultimi due sono esempi molto precisi di maniere diverse di intendere la recitazione e di costruire i personaggi.    

 

©CultFrame 09/2009

 

 

TRAMA

Terence McDonagh è un detective della Polizia di New Orleans. Un giorno per salvare un detenuto che sta morendo annegato nella sua cella, si provoca un grosso infortunio alla schiena che cambierà la sua vita. Verrà promosso Tenenete ma dovrà combattere tutta la vita con dolori atroci. Inizia così per McDonangh un percorso nel tunnel della droga che lo porterà ad avere legami di interessi con pericolosi criminali. Sembra l’inzio della fine ma non sarà così.

 

CREDITI

Titolo: Il cattivo tenente / Titolo originale: The Bad Lieutnant / Regia: Werner Herzog / Sceneggiatura: William Finkelstein / Interpreti: Nicolas Cage, Val Kilmer, Eva Mendes/ Fotografia: Peter Zeitlinger / Musica: Mark Hisham / Montaggio: Joe Bini / Scenografia: Tony Corbett / Produzione: Ed Pressman, Randall Emmett, Alan Polsky, Gaby Polsky, Stephen Belafonte / Distribuzione: 01 / USA, 2009 / Durata: 121 minuti

Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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