Prince of Tears. Un film di Yonfan. 66a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Concorso

SCRITTO DA
Eleonora Saracino

Nell’incantato universo del Prince of Tears (Principe delle lacrime) l’eroe senza macchia affronta impavidamente la corruzione e l’ingiustizia che regnano nel mondo ed è in quell’universo fiabesco che i bambini trovano rifugio nel gioco e nella fantasia. Così, anche Yonfan, tesse la trama della sua immaginazione in questo raffinatissimo melò che mescola la verità di una storia realmente accaduta alla suggestione dei suoi ricordi d’infanzia e, come accade nei dipinti dei classici cinesi, il regista sceglie la forma espressiva del Liu Bai, ovvero la scelta di lasciare una spazio bianco affinché chi lo guarda possa fantasticare. Un affresco d’epoca che compone, in un susseguirsi di emozioni cromatiche, il quadro di un melodramma dove amore, passione e tradimento si intrecciano secondo la migliore tradizione dei film di genere.

 

Yonfan – qui anche in veste di scenografo – viene dalla fotografia e si vede. Sceglie le inquadrature con cura, incastona i suoi attori in spazi dove ogni oggetto, anche il più povero, si fa orpello di colore ed esalta la bellezza, straordinaria, delle due protagoniste riprendendole in primi piani che riportano alla memoria i ritratti retrò che si conservavano in certi vecchi ciondoli, pegni d’amore degli amanti. La Taiwan degli anni Cinquanta è lo sfondo sul quale si consuma il dramma di due innamorati divisi dal destino e intrappolati nel cupo disegno di un traditore, tuttavia il tragico che irrompe nell’amore, pur essendo un tema assai reiterato, acquista qui una nuova linfa, si nutre di immaginazione, di fiabesco e di sogno. La morte e l’abbandono vanno, di pari passo, con la leggerezza del sentimento e con l’innocenza  del cuore dei bambini e fanno del film un tessuto che, come seta, avvolge lo spettatore e lo seduce con  la finezza della narrazione e delle immagini. E’ un gioco scoperto di seduzione, certamente, ma la cui eleganza  lo assolve dall’ovvietà della facile commozione, e lasciarsi incantare diventa inevitabile…

 

©CultFrame 09/2009

 

 

 

TRAMA

Taiwan. Anni Cinquanta. Durante il periodo chiamato “Terrore bianco”, in cui si scatenò una isterica campagna anti-comunista, due sorelle, tornando da scuola, trovano la loro casa devastata e i genitori in carcere accusati di essere spie. La storia segue le vicende di una serie di personaggi: le bambine,la loro famiglia, un inquietante zio e la bellissima moglie di un generale. Le loro vite si intrecciano in una serie di legami che, tra passione e tradimento, compiono – per ciascuno – il loro destino.

 

CREDITI

Titolo: Prince of Tears / Titolo originale: Lei wangzi / Regia: Yonfan / Sceneggiatura: Yonfan / Interpreti: Fan Chin-Wei, Joseph Chang, Terri Kwan, Zhu Xuan / Fotografia Chin Ting-Chang / Musica: Yu Yat-Yu / Montaggio : Kong Chi-Leung, Derek Hui / Produzione: Fruit Chah / Cina 2009 / Durata: 120 minuti

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Eleonora Saracino

Eleonora Saracino, giornalista, critico cinematografico e membro del Sindacato Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), si è laureata in Storia e Critica del cinema con una tesi sul rapporto Letteratura & Cinema. Ha collaborato con Cinema.it e, attualmente, fa parte della redazione di CulfFrame Arti Visive e di CineCriticaWeb. Ha lavorato nell’industria cinematografica presso la Columbia Tri Star Pictures ed è stata caporedattore del mensile Matrix e della rivista Vox Roma. Autrice di saggi sul linguaggio cinematografico ha pubblicato, insieme a Daniel Montigiani, il libro “American Horror Story. Mitologia moderna dell'immaginario deforme” (Viola Editrice).

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