Io, Don Giovanni. Un film di Carlos Saura

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

carlos_saura-io_don_giovanniIl connubio tra cinema e opera lirica ha dato sempre esiti disastrosi, soprattutto per questioni di carattere linguistico e narrativo. Si tratta, infatti, di linguaggi già singolarmente molto complessi che difficilmente possono essere collocati in un unico sistema espressivo e comunicativo. Il rischio più alto è quello della superficialità e della preponderanza di uno dei due linguaggi sull’altro.

Esiti sempre disastrosi, abbiamo detto, tranne in due casi. Due sole eccezioni, due autentici capolavori: Il flauto magico di Ingmar Bergman e Don Giovanni di Joseph Losey. Non è un caso che i due film appena citati siano stati ispirati da Mozart, sublime artista che evidentemente ha saputo stimolare due cineasti particolarmente sensibili alla profondità delle sue opere.

Don Giovanni è anche il cuore dell’ultima fatica registica di Carlos Saura, autore celebrato che da tempo sembra aver esaurito la spinta propulsiva della sua vena creativa.

Anche in questo caso Mozart, ha però fatto il miracolo. Io, Don Giovanni è, infatti, un film che pur non essendo all’altezza delle prove di Bergman e Losey, riesce con una buona efficacia a ricreare nell’ambito del grande schermo la forza, allo stesso tempo oscura e vitale, della magnifica composizione mozartiana. Con tutta probabilità, il successo di Saura è dovuto al fatto che ha affrontato l’ardua impresa cercando strade alternative alla mera (e praticamente impossibile) trasposizione cinematografica del Don Giovanni. Ha evitato anche di mettere in primo piano la figura inflazionata (a livello cinematografico) di Mozart. Ha invece scelto di raccontare la nascita e la realizzazione della prima edizione del Don Giovanni, apparentemente mostrandoci le vicende esistenziali del librettista Lorenzo Da Ponte, poeta italiano che con Mozart costruì altri due capolavori come Le Nozze di Figaro e Così fan tutte.

 

Attraverso le disavventure e le fortune professionali di Da Ponte, dalla conversione forzata al cattolicesimo (era di famiglia ebraica) all’abbandono di Venezia (viene esiliato dalla Santa Inquisizione), fino all’arrivo a Vienna e al rapporto con Salieri e Mozart.

Carlos Saura ha saputo costruire un articolato meccanismo narrativo e visuale, giocando fin dall’inizio la carta dello straniamento, grazie a fondali palesemente finti, alla commistione nella medesima inquadratura tra set cinematografico e palcoscenico teatrale, in un raffinato susseguirsi di cambi a vista realizzati anche per merito di un Vittorio Storaro particolarmente in forma. Proprio la fotografia, sempre cangiante (ora calda, ora fredda; ora morbida, ora tagliente) e articolata in modo assai fluido rappresenta uno dei punti di maggior interesse del film che diviene proprio per questo motivo opera visuale in tutto e per tutto.

Gli aspetti biografici sono per tale motivo secondari, puri elementi di raccordo utilizzati con sapienza per costruire un euritmico percorso visivo e musicale in grado di restituire il senso profondo di un’opera che a nostro avviso rappresenta uno dei vertici della creatività umana di tutti i tempi.

Io, Don Giovanni non è però un film perfetto (per tale questione non può essere collocato alla medesima altezza delle prove di Bergman e Losey). La sceneggiatura presenta alcune scene e diversi dialoghi non adeguati alla sostanza del progetto, soprattutto per una perdita di ritmo che affiora qua e là all’interno del racconto. Ed anche diversi componenti del cast sembrano non essere pronti a sostenere ruoli decisamente significativi.    

Ma tali, grandi, difetti, per fortuna, non incidono più di tanto sulla macchina-film concepita da Saura che dopo anni di buio è tornato a livelli notevoli.

 

©CultFrame 10/2009

 

 

TRAMA

Lorenzo Da Ponte è un giovane prete-poeta che conduce a Venezia una vita decisamente dissoluta e libertina. Alla Santa Inquisizione i suoi comportamenti non stanno bene. Così Da Ponte viene condannato all’esilio per quindici anni. Il poeta decide di trasferirsi a Vienna. Giunge nella grande città europea con, in tasca, una lettera di presentazione che il suo amico Giacono Casanova ha scritto per lui. Lorenzo Da Ponte dovrà recarsi con questa missiva da Antonio Salieri, il compositore di corte dell’impero austriaco. L’incontro tra i due sarà fruttuoso, poiché attraverso Salieri, Da Ponte conoscerà Mozart, con il quale realizzerà una delle opere più importanti della storia della cultura occidentale: Don Giovanni.

 

CREDITI

Titolo: Io, Don Giovanni / Regia: Carlos Saura / Sceneggiatura: Carlos Saura, Raffaello Uboldi, Alessandro Vallini / Fotografia: Vittorio Storaro / Montaggio: Julia Juaniz / Scenografia: Paola Bizzarri, Luis Ramirez / Musica: Wolfgang Amadeus Mozart / Interpreti: Lorenzo Balducci, Lino Guanciale, Emilia Verginelli, Ennio Fantastichini / Produzione: Edelweiss Production / Distribuzione: Lucky Red / Italia, Spagna, 2009 / 115 minuti

 

LINK

Filmografia di Carlos Saura

Lucky Red

 

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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