Che la pubblicità possa stimolare un dibattito pubblico è questione del tutto normale in una società ostaggio dei mass media e della televisione come quella italiana. Che i detrattori di uno spot televisivo non si accorgano come le loro aspre critiche non facciano altro che fare il gioco del marchio che viene promosso è invece singolare e fornisce l’esatta misura della distanza che in Italia esiste tra comunicazione audiovisiva e cittadini/politici.
Questo preambolo serviva per introdurre la nostra riflessione sullo spot Calzedonia Sorelle d’Italia che sta suscitando tante polemiche per l’utilizzazione “manipolata” dell’Inno italiano. In cosa consisterebbe la manipolazione? Semplice, nell’articolazione tutta al femminile del testo del brano musicale che rappresenta l’unità del nostro paese.
Le prese di posizione contro questa iniziativa ci sembrano fuori luogo, per molti motivi. Ma soprattutto perché l’operazione è stata fatta con estrema delicatezza e intelligenza. Oltretutto, nello spot non è possibile ravvisare alcun intento denigratorio e/o offensivo nei confronti dell’Inno di Mameli che anzi viene valorizzato da un’interpretazione musicale di un certo interesse.I molti detrattori dello spot utilizzano le armi spuntate della retorica per attaccare una produzione audiovisiva che nel panorama pubblicitario italiano, in alcune occasioni tendenzialmente sessista e volgare, è invece decisamente elegante. Forse è inappropriato l’uso dell’Inno per fare pubblicità? Su questo non ci esprimiamo, ma ci limitiamo a ricordare come l’Inno di Mameli venga maltratto da anni in situazioni e dichiarazioni pubbliche senza che nessuno dica nulla.E allora? Vogliamo sempre dare la colpa di tutto alla pubblicità? Dal nostro punto di vista diciamo di no.
Sarebbe invece utile concentrarci sulle questioni registiche e comunicative. L’alba e una ragazza che si risveglia nel suo letto. Due giovani che fanno una gita in moto. Una madre e la sua bambina. Il tramonto su Roma. Una serie di quadri del tutto rassicurante in cui viene dipinta un’Italia serena e gradevole. Regia fluida (di Luca Lucini), fotografia morbida e montaggio altrettanto armonioso. Uno spot perfetto, rispettoso dell’universo femminile e fiducioso in un’Italia bella, popolata di persone ancor più belle. Paradossalmente si potrebbe dire che ci troviamo di fronte a una pubblicità così politicamente corretta da risultare quasi fastidiosa.
Non c’è che dire, l’agenzia Saatchi&Saacthi ha pienamente azzeccato la campagna in questione, visto che negli ultimi tempi si parla in continuazione dello spot; e parlare dello spot significa parlare sempre anche dell’azienda promossa. L’avranno capito, questo, i denigratori?
©CultFrame 10/2009
CREDITI
Spot: Calzedonia / Titolo: Sorelle d’Italia / Claim: Il futuro è rosa / Regia: Luca Lucini / Musica: Inno di Mameli / Esecutrice: Sushy / Agenzia: Saatchi&Saatchi
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Saatchi&Saatchi