Walerian Borowczyk ⋅ Maestri del Cinema

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis
Frame tratto dal film "Interno di un convento" di Walerian Borowczyk

Walerian Borowczyk. 2 settembre 1923 (Kwilcz, Polonia) – 3 febbraio 2006 (Parigi)

Quando, nel 2006, Walerian Borowczyk è scomparso, gli organi di informazione non si sono praticamente interessati all’evento. Borowczyk infatti è stato sempre un autore misconosciuto, considerato quasi un pornografo e capace di attrare solo l’attenzioni di pochi appassionati e critici.

L’autore di film come Storia di un peccato e Interno di un convento ha sempre seguito una strada isolata, personale. La sua cifra stilistica ed estetica affonda le radici in un terreno poetico anarchico e visionario, fortemente antiborghese. Il suo era un cinema  nemico delle convenzioni, un cinema che grazie alla raffigurazione di un erotismo dai tratti psicologici comunicava contenuti sovversivi e estranei ai condizionamenti politici e sociali.

La dimensione dei racconti visuali elaborati da Borowczyk trasportava lo spettatore in un clima narrativo e formale fuori dagli schemi del cinema tradizionale, tutto concentrato a rivelare allo spettatore le parti più oscure del pensiero umano. I suoi film non erano però mai banali e semplicemente voyeuristici. Affrontavano il tema della sessualità in modo libertario e filtrando questioni centrali nella vita di ogni individuo attraverso una concezione creativa vicina al surrealismo.

Frame tratto da “Goto l’île de l’amour” di Walerian Borowczyk

I suoi capolavori sono Goto, l’isola dell’amore, del 1968, e La bestia, del 1975. Il primo è uno affresco alienante che fa emergere il rapporto tra società, esercizio del potere e sessualità. Si tratta di un’opera poetica ambientata in un’isola sperduta, i cui abitanti non hanno nessun contatto con il resto del mondo.

La bestia è la sua prova più controversa e censurata. Si tratta di una pellicola dalle connotazioni visionarie, in cui il desiderio sessuale è stilizzato all’interno di coordinate espressive chiaramente riconducibili al surrealismo.

La forza ribelle e anarcoide di questi lavori, come degli altri suoi film (Tre donne immorali – 1979, Nel profondo del delirio – 1981, Ars Amandi – L’arte di amare – 1983, Regina della notte – 1987) ha creato intorno a questo grande artista una feroce emarginazione  che portò al suo isolamento culturale.

Walerian Borowczyk era entrato nel mondo dell’arte facendo il disegnatore e iniziando un percorso nella pittura contemporanea. Partendo da questi campi, il regista polacco ha per lungo tempo lavorato nel campo del cinema d’animazione, divenendo autore geniale. Ogni sua opera d’animazione contiene già quello che sarà il fulcro della sua poetica: l’eros, interpretato come “luogo ideale” dello sviluppo del pensiero umano nell’ambito del quale argomentare una poetica libera da condizionamenti borghesi e religiosi.

Frame tratto dal film “La bestia” di Walerian Borowczyk

Tra le prove più significative di Borowczyk vogliamo segnalarvi Théâtre de Monsieur et Madame Kabal – Le Concert del 1962. Si tratta di un’opera realizzata per la televisione francese in cui il regista si esprime attraverso l’animazione di una stravagante esecuzione musicale. Una figura femminile suona il pianoforte e mentre il pezzo si evolve la sua immagine subisce delle improvvise mutazioni. A questa situazione si collega l’omicidio di un individuo che viene smembrato, collocato all’interno dello strumento dal quale poi fuoriesce per ricomporsi in modo sorprendente.

Purtroppo capolavori come quello appena descritto, vera e propria organizzazione filmica dei liberi meccanismi del sogno, sono difficilissimi da poter vedere in Italia, cosi come i suoi lungometraggi di finzione.

BIOGRAFIA

Walerian Borowczyk è nato a Kwilcz il 2 settembre 1923 ed è morto a Parigi il 3 febbraio del 2006.

È senza dubbio uno dei maestri del cinema misconosciuti o al massimo relegato al ruolo di cineasta di film a sfondo erotico. In realtà è stato sperimentatore e autore di una cinema colto e raffinato che ha spaziato dall’animazione sperimentale al lungometraggio di carattere più commerciale.

Borowczyk ha compiuto i suoi studi presso l’Accademia delle Belle Arti di Cracovia e la sua estrazione artistica è dunque di carattere pittorico. Dopo il trasferimento a Parigi la sua carriera si indirizzata verso il cinema d’autore, con particolare riferimento a tematiche legate alla sfera dell’eros.

A parte diversi cortometraggi di animazione è da notare come la sua opera prima ufficiale, Goto l’île de l’amour sia un autentico capolavoro. Al suo attivo vanta tredici lungometraggi.

© CultFrame 10/2009

FILMOGRAFIA

1968Goto l’île de l’amour
1971 – Blanche. Un amore proibito
1974 – I racconti immorali
1975 – Storia di un peccato
1975 – La bestia
1976 – Il margine
1977 – Interno di un convento
1978 – Tre donne immorali
1980 – Lulu
1981 – Nel profondo del delirio
1983 – Ars amandi – L’arte di amare
1987 – Emmanuelle 5
1988 – Regina della notte

Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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