Behind Walls. L’Europa dell’Est prima del 1989. Una mostra ad Amsterdam

SCRITTO DA
Valeria Pierdominici

fulesE’ la vecchia Chiesa di Amsterdam ‘De Oude Kerk’ – dislocata nel ‘red light district’ tra i canali e  i “coffee shop”- ad ospitare oggi la rassegna fotografica estratta dal ‘Noorderlicht Photofestival’ del 2008 di Groningen: socialismo e totalitarismo lasciati dietro il muro, capitalismo e democrazia alle porte del nuovo.  Organizzata dall’ ”European National Institutions of Culture (EUNIC)” insieme ad altri Istituti di Cultura nazionali, e curata dal ‘Nooderlicht Foundation’ è stata inaugurata dall’ambasciatore della Germania e della Repubblica Ceca.

La Mostra si sviluppa sulla navata laterale dove si trova  l’ingresso secondario, oggi ingresso principale per i turisti che accedono alla visita della Chiesa. Muri e porte, aperture e rotture ideologiche nella ‘Vecchia Chiesa’: quale simbolismo migliore per mettere lo spettatore nelle condizioni di rivivere il senso di oppressione e di espressione del dissenso vissuto dall’ Est Europeo dai fotografi stessi nel periodo precedente la caduta del muro di Berlino vent’anni fa il 9 Novembre 1989.

 

I primi fotografi che espongono all’ingresso sono Füles  (Ungheria, 1962-1970) e Vladimir Shakhlevich,  (Bielorussia, 1980-1989). Le  fotografie di Füles (József Tóth) sono conosciute grazie al fatto che vennero pubblicate come manifesti e in riviste negli anni ‘60 e ‘70. La pubblicità  era un modo di esortare i cittadini a comprare prodotti di marca che erano in realtà prodotti per l’esportazione, e per far dimenticare loro che cosa realmente gli mancava: foto ottimiste e positive, per colmare l’assenza dei prodotti occidentali.

 

krzysztof_cichoszNella seconda sala sono presenti Gabór Kerekes con The Place (Ungheria,1970-1980), Michal Cala con Silesia (Polonia, 1978-1979) Sergey Kozhemyakin, con The childish album (Bielorussia, 1989), Gustav Aulehla con The way we were (Repubblica Ceca, 1963-1982) e  Miroslav Venkov (Repubblia Ceca, 1973-1988).

Sergey Kozhemyakin ha sviluppato nuove stampe da negativi rovinati trovati nel cestino della spazzatura di un vecchio negozio come tanti,  nel periodo dell’oppressione a Minsk, la sua città. Le foto rappresentano bambini in posa di fronte all’obiettivo che indossano abiti tipici russi, o uniformi dell’era Napoleonica fino a uniformi ufficiali militari. E’ visibile nelle immagini l’assenza dell’individualità e la presenza dell’oppressione psicologica di voler sembrare tutti uguali e “uniformi”. Apparenza di normalità in un cesellato mondo di piccole parti che insieme costituiscono per il fotografo un macchina soffocante e mortale per l’individuo.

Gustav Aulehla presenta una fotografia meticolosa della vita quotidiana: bar, orfanotrofi, e feste nella sua città Krnov. A causa delle sue foto, è stato arrestato dai Servizi Segreti e liberato da un atto di proclamazione di Amnesty International. Per lunghi anni è riuscito a tenere nascosto il materiale fotografico: in 60 anni ha prodotto 90.000 negativi.

Impressionante anche il lavoro di Kryzysztof Cichosz con Post Report (Polonia, 1981-1985) che elimina dall’immagine le persone arrestate e lasciando solo le loro ombre, o le loro sagome bianche su uno  sfondo scuro.

 

gustav_aulehlaInoltre segnaliamo i lavori di Miroslav Venkov (Repubblica Ceca, 1973-1988), Jiri’ Han (Cecoslovacchia, Repubblica Ceca, 1981-1983)  Yevegeniy Pavlov  (Ucraina, 1974-1978), Gaborattalai (Ungheria, 1971-1976), Marian Kucharski (Polonia, 1966-1968), Barbara Metselaar (DDR, 1970-1978), Antanas Sutkus (Lituania, 1959-1989) e Janis Knakis (Latvia, 1983).

 

La mostra dà vita ad un mondo segreto che non esiste più da vent’anni e riconduce ad un inconscio collettivo artistico comune nel periodo della dittatura comunista rafforzando la profonda convinzione che ovunque e comunque muri e oppressione siano creati dalla politica e dalla realtà quotidiana, l’arte rimane l’espressione indipendente e  il linguaggio segreto e muto, che esprime messaggi che possono essere compresi e trasferiti anche nell’oppressione.

 

Per quanto riguarda i visitatori che hanno vissuto nell’Europa dell’Est, questa mostra non potrà che condurli in un mondo contradditorio e nostalgico in cui saranno posti di fronte a mille domande di cui solo loro potranno dare una personale e privata risposta.

 

©CultFrame 11/2009

 

 

IMMAGINI

1 ©Füles. Videoton. TV, 1968

2 ©Krzysztof Cichosz. Jankowi Wisniewskiemu

3 © Gustav Aulehla. Builders and a girl, Sumperk. 1982

 

INFORMAZIONI

Dal 7 ottobre al 19 novembre 2009

De Oude Kerk / Oudekerksplein 23, Amsterdam

Orario: lunedì – sabato 11.00 – 17.00 / domenica 13.00 – 17.00

 

LINK

Oudekerk, Amsterdam

Noorderlicht, Groningen

 

 

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