Nature inconsapevoli ⋅ Un libro di Nino Migliori

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Esiste un nesso diretto tra forme della natura e significati attribuiti dagli esseri umani? Può la struttura spontanea del mondo vegetale divenire simulacro della natura stessa e simbolo della globalizzazione consumistica?

Le nervature inquietanti di una foglia secca, il metallico turgore di una melanzana compressa nella plastica in modo innaturale, le sinuose forme della frutta incastonata in una specie di gioco di corpi inanimati. Ed ancora: le apparizioni quasi oniriche di elementi naturali che l’uomo da millenni utilizza per nutrirsi, le scie cromatiche e di luce di strutture vegetali che si auto-organizzano in una sorta di ricomposizione imprevedibile della realtà. Sono tutti effetti dell’osservazione, o meglio del potente potere di immaginazione di un autore che è quasi sempre andato, nel corso della sua carriera, oltre il fragile confine della rappresentazione della realtà.

Stiamo parlando di Nino Migliori, decano della fotografia italiana (è nato a Modena nel 1926, n.d.r.), che ha esposto recentemente nelle Marche, per la precisione nel Borgo Storico Seghetti Panichi. Da questa mostra, curata dalla storica dell’arte Marisa Vescovo, ha preso forma anche un catalogo intitolato Nature inconsapevoli, pubblicato da Editrice Quinlan. Oltre sessanta immagini testimoniano l’inconfondibile impulso creativo di un autore che ormai da molti anni ha superato la poetica neorealistica per posizionarsi in un territorio espressivo libero da condizionamenti di carattere eminentemente contenutistico.

Dalle fotografie eterogenee che compongono questo catalogo, emerge la sostanza artistica di un fotografo che ha cercato costantemente di superare i limiti delle convenzioni e il rapporto tra segno/significante e significato. Il suo spirito è stato sempre indirizzato verso la ricerca di metodi e applicazioni del dispositivo fotografico che fossero in grado di comunicare sorpresa e stupore nello sguardo del fruitore, inducendolo a non fermarsi alla semplice percezione della superficie visibile delle cose.

Scorrendo le immagini pubblicate sul catalogo si passa così dalla ricerca tendente all’astrattismo, basata soprattutto sulle variazioni cromatiche sull’intreccio tra scie luminose e forme, alla raffigurazione straniante di elementi naturali presenti in ogni casa, da complesse elaborazioni in bianco e nero ad alcune fantasmagoriche elaborazioni cromatiche che scaturiscono “automaticamente” dai fiori.

Ciò che vien fuori con maggiore chiarezza dalle immagini pubblicate su Nature inconsapevoli è l’approccio mai prevedibile dello sguardo di Migliori, il quale opera come già detto in chiave alternativa alla rappresentazione realistica, realizzando, come sostenuto da Roberto Maggiori nel suo testo intitolato La naturalezza implicita nel gesto fotografico, “un’evidente metafora del “racconto” fotografico e dell’immagine ambigua della realtà confezionata e divulgata dai mass media”.

Oltre al saggio appena citato di Maggiori, accompagna le opere di Nino Migliori il testo critico di Marisa Vescovo.

© CultFrame 12/2009

CREDITI
Titolo: Nature inconsapevoli / Autore: Nino Migliori / A cura di Marisa Vescovo / Editore: Editrice Quinlan, 2009 / Saggi: Roberto Maggiori, Marisa Vescovo / 113 Pagine / Prezzo: 19,00 euro / ISBN: 9788890323256

SUL WEB
Editrice Quinlan

INDICE DEL LIBRO
Andrea Maria Antonini / Giulia Panichi Pignatelli
Marisa Vescovo / Nature inconsapevoli
Roberto Maggiori / La naturalezza implicita nel gesto fotografico
Opere / Nota Biografica

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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