Quanto è importante il ruolo del curatore? In cosa dovrebbe consistere il suo impegno? Quale contributo dà o dovrebbe dare alla cultura e all’arte del suo tempo?
La risposta ce la dà la retrospettiva parigina dedicata proprio al curatore francese Robert Delpire, il quale tanto ha contribuito alla cultura fotografica, e non solo a quella francese, da indurre la Maison euroéenne de la photographie (in collaborazione con Les rencontres photograhiques di Arles) ad allestire una mostra che racchiude il suo percorso lungo sessant’anni. Una sorta di omaggio a chi ha saputo trattare con rigore l’universo visuale contemporaneo, sia esso connesso alla fotografia, alla grafica o al cinema.
Attraverso cinquecento fotografie (tra originali e riproduzioni) e 150 libri e riviste si ripercorre la carriera di Delpire, il quale, come testimoniano le sue prime pubblicazioni, ancora studente (siamo nel 1948), dimostrava un tale interesse per l’arte al punto di riuscire a pubblicare numeri speciali dedicati a Breton, Capa, Picasso e Sartre all’interno della rivista medica Neuf, da lui diretta.
La diffusione della cultura fotografica, questa è stata ed è lo scopo principale di Delpire. Quest’ultimo era convinto che per poter stimolare la curiosità anche dei non addetti ai lavori (Neuf, lo ricordiamo, era una rivista rivolta al settore medico), bisognasse puntare sulla qualità.
Questa è dunque la base sulla quale ha sempre agito lungo tutta la sua carriera, che si tratti di cura di mostre o di pubblicazione di libri, e senza porre limiti, né delineare, confini tra le varie discipline, ma con un’unica visione: l’alta qualità. Questo fattore è ricercato anche nella sua attività di tipo più commerciale, come nel caso della creazione della sua agenzia pubblicitaria. Le campagne commissionate, di marche famose, portano la firma di fotografi come Sarah Moon (per Cacharel). I lavori dell’artista e regista inglese visibili nella mostra, ancora una volta servono per risolvere qualsiasi dubbio sul potere creativo anche della fotografia commerciale, un territorio fertile di immaginazione e nuove idee.
È nel 1982 che Delpire viene nominato dal Ministero della Cultura direttore del Centro nazionale della fotografia (Centre nationale della photographie). Ed è proprio in quel periodo che idea e realizza la pubblicazione di una serie di photo poche dedicata ai grandi fotografi. La collana che oggi consta di 150 libretti, è stata pensata negli anni ‘80, proprio per il suo prezzo contenuto, come strumento di divulgazione della fotografia fra i giovani studenti.
I celebri Photo Poche fanno ormai parte del panorama editoriale fotografico internazionale come lo sono i primi volumi degli anni ’50 pubblicati da Delpire editore, dedicati a Lartigue, Brassai, Doisneau e Cartier-Bresson.
E la mostra ci ricorda che è stato lui, Robert Delpire, a pubblicare nel 1958 la prima edizione di Les américains di Robert Frank, seguita da Exils di Josef Koudelka e da Tokyo di William Klein. Di quest’ultimo, Delpire ha anche prodotto il film Qui êtes-vous Polly Magoo?, vincitore nel 1967 del premio Jean Vigo.
© CultFrame 01/2010
IMMAGINI
1 © Sarah Moon. Robert Delpire
2 Copertina del Photo Poche “Nadar”
INFORMAZIONI
Dal 28 ottobre 2009 al 24 gennaio 2010
Maison européenne de la photographie
5/7 rue de Fourcy, Parigi / Telefono: +33.01.44787500
Mercoledì – domenica 11.00 -19.45 / chiuso domenica – martedì
Biglietto: intero 6,50 euro / ridotto 3,50 euro