Gli anni della dolce vita. Fotografie di Marcello Geppetti e Arturo Zavattini in mostra a Torino

SCRITTO DA
Claudio Panella

arturo_zavattini-marcello_mastroianniIl Museo Nazionale del Cinema di Torino prosegue anche quest’anno nella sua serie oramai continua di esposizioni fotografiche a tema cinematografico. La prima mostra inaugurata nel 2010, e visitabile sino al 31 marzo, si intitola Gli anni della Dolce vita e raccoglie circa 160 fotografie di Marcello Geppetti (1933-1998), e Arturo Zavattini (1930): le prime, oltre un centinaio, sono scatti ‘rubati’ principalmente nei dintorni di Via Veneto durante i primi anni ’60; le fotografie di Arturo Zavattini, figlio di Cesare, e ancora attivo, sono invece 28 immagini di scena e soprattutto di retroscena dal set de La dolce vita di Federico Fellini, dove il fotografo era anche operatore.
La mostra è stata infatti immaginata per celebrare i cinquant’anni del film, che ebbe la sua burrascosa prima al cinema Capitol di Milano il 5 febbraio 1960. Oltre a questo compleanno, corre quest’anno il novantesimo anniversario dalla nascita di Fellini, già festeggiato a Rimini e a Parma dove otto scatti firmati da Tazio Secchiaroli sul set di Otto e mezzo sono esposti nel Palazzo del Governatore all’interno della mostra Nove100,  aperta fino al 25 aprile 2010.
L’evento torinese è stata curato da Alberto Barbera per il Museo Nazionale del Cinema e da Massimiliano Di Liberto per la parmense Solares Fondazione delle Arti, con la cui collaborazione è stato possibile realizzare l’esposizione e il catalogo. Questo volume, edito dal Museo, raccoglie tutte le fotografie in mostra, uno scritto di Tullio Kezich dedicato ad Arturo Zavattini e a La dolce vita, e un saggio di Rocco Moliterni su Marcello Geppetti intitolato L’antropologo e il cacciatore. A quest’ultimo è dedicata anche un’intervista di Di Liberto a un altro paparazzo storico, Rino Barillari.

marcello_geppetti-brigitte_bardot_e_la-sua_segretaria

Con Secchiaroli e Barillari, Geppetti è stato uno dei paparazzi più noti e più operosi di quegli anni: la mitologia della “dolce vita” s’intreccia a quella dei suoi fotografi, e sono numerose le istantanee che nel giro di pochi mesi consacrarono Geppetti: in primis il suo servizio sulle donne che si gettavano nel vuoto per tentare di salvarsi dall’incendio dell’Hotel Ambasciatori, che lo fece incorrere nelle ire del Vaticano; e poi, esposte a Torino, la foto che convinse Eddie Fischer a divorziare da Liz Taylor, sorpresa a baciarsi con Richard Burton sopra uno yacht ammarato ad Ischia, e la serie di flash che immortalarono Anita Ekberg armata di arco e frecce assaltare i paparazzi che non le davano tregua fuori dalla sua villa, a poche settimane dall’uscita del film che ne fece un’icona mondiale.
Com’è tradizione del Museo del Cinema, l’esposizione si rivolge direttamente alla città attraverso alcune decine di immagini di grande formato collocate lungo la cancellata esterna della Mole Antonelliana; ed è un riuscitissimo effetto quello di vedere nella Torino innevata di questi giorni i grandi volti sorridenti o infastiditi dai flash dei divi sorpresi nelle loro “vacanze romane” da John Wayne in piedi sul bordo della fontana di piazza Esedra, a James Stewart in visita alla città con la famiglia al completo, ad Audrey Hepburn a passeggio col cagnolino…. È questa la costante delle immagini di Geppetti, che proseguono nell’Aula del Tempio e lungo la rampa elicoidale che sale le pareti interne del Museo, anche se non mancano alcuni esempi della sua attività di fotografo di scena (ma non solo) sui set italiani de Il disprezzo (fotogratissima Brigitte Bardot di cui Geppetti colse il primo nudo), di Cleopatra,  Pranzo di Pasqua, Due settimane in un’altra città o di Boccaccio 70.

arturo_zavattini-federico_felliniMa restano più impressi nella memoria, già collettiva, gli scatti nelle strade di Roma, al Piper (dove balla anche Rudolph Nureyev), al Meo Patacca, al Caffè dell’Epoca e negli altri locali della “dolce vita” notturna di star e starlette, da Jane Mansfield ai Beatles, da Alain Delon ai Kennedy, da Clint Eastwood a Dodò d’Hamburg e poi Cary Grant con Rock Hudson, e Fellini, Antonioni, Jo Stajano, e tanti, tanti altri attori di un’epoca irripetibile.
Al termine della rampa, le immagini di Geppetti lasciano posto a quelle di Zavattini, più misurato nel suo ruolo di spettatore privilegiato del set felliniano: Fellini che si aggira pensieroso nei corridoi semibui dei Palazzo Odescalchi di Bassano di Sutri in cui girava il suo film, Mastroianni al trucco o che prova davanti a uno specchio, la composita troupe che prepara la scena… Si tratta di istantanee colte nelle pause della lavorazione che bene descrivono il farsi del film, giorno dopo giorno. Ma anche, con affetto, la fatica con cui il regista stava dando forma ai suoi fantasmi, una scommessa che solo alla fine è riuscito a vincere in pieno.
Per quanto già presenti nella nostra memoria, le immagini in mostra a Torino non possono essere descritte più di così. L’esposizione torinese e il catalogo realizzato per l’occasione vanno ripercorsi direttamente, immagine dopo immagine, un’icona o una meteora dopo l’altra…

©CultFrame 02/2010


IMMAGINI

1 Arturo Zavattini. Marcello Mastroianni. Set de La Dolce Vita
2 Marcello Geppetti. Brigitte Bardot e la sua segretaria
3 Arturo Zavattini. Federico Fellini. Set de La Dolce Vita

INFORMAZIONI
Dal 19 gennaio al 21 marzo 2010
Museo Nazionale del Cinema / Mole Antonelliana, Torino
Orario: martedì – venerdì 09.00 – 20.00 / sabato 09.00 – 23.00 / domenica 09.00 – 20.00 / chiuso lunedì

LINK
Museo Nazionale del Cinema, Torino

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Claudio Panella

Claudio Panella, Dottore di ricerca in Letterature e Culture Comparate, si interessa in modo particolare alle interazioni tra la letteratura e le arti, alle trasfigurazioni letterarie del paesaggio e della città, alle rappresentazioni del lavoro industriale e post-industriale nella letteratura italiana ed europea. Attualmente è redattore di Punto di Svista - Arti Visive in Italia e CultFrame - Arti Visive.

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