Un uomo torna a casa dopo una lunga lontananza di prigionia. Ad accoglierlo, nel suo ventre di roccia e di acqua, c’è Genova ma anche una casa nei vicoli e una compagna che, da tanto tempo, aspetta. Il margine ristretto di una cella si dissolve negli spazi di città, nei suoi “monumenti” portuali, nei dedali delle viuzze, nel movimento operoso del porto ma anche negli anfratti nascosti degli scogli dove i pescatori si rifugiano dalla fatica del giorno. Le voci fuori campo raccontano e le immagini, cadenzate come versi, le accompagnano. Eluard diceva che la poesia è dappertutto, basta chinarsi a raccoglierla per terra… così Pietro Marcello la trova nella vita di Enzo e di Mary, due anime alla deriva che si sono incontrate a largo e, insieme, hanno preso a nuotare, seppure con fatica e fin quasi allo sfinimento, verso la riva.
Cinema, documento, narrazione, La bocca del lupo condensa questi tre elementi e ne fa un’opera “altra”, indubbiamente coraggiosa e palesemente autentica. Marcello, infatti, tesse insieme il presente e il passato, coglie Genova nelle immagini di repertorio sgranate dal tempo e la fotografa come è ora. Ne fa, insomma, un’altra protagonista con la memoria scolpita nelle rocce e portata a galla dalle acque. La città sembra farsi, insieme a quella dei due protagonisti, voce narrante di una storia che racchiude in sé milioni di storie, fatte di drammi e di attese, di aneliti di libertà e di prigionie, qualsiasi siano le sbarre.
Il dialetto del sud con le sue vocali aperte nel fiato di Sicilia si incastra perfettamente con la musicalità dell’accento genovese a fare da contrappunto ed Enzo, con una faccia che sembra disegnata per il cinema, restituisce in pieno l’autenticità della sua storia. La macchina da presa di Marcello lo coglie nelle espressioni, nei silenzi, nei gesti plateali e nelle sue “bastarde” imprecazioni usate, indifferentemente, per la rabbia e per l’amore. Emozionate e, nel contempo, straniante, il film si colloca in una terra di mezzo tra documento di vita e cinema del vero che, in questo caso, non è affatto un limite ma, al contrario, esprime forza e originalità nella narrazione trovando, nel dolore che vi alberga, un pensiero di speranza per quel passato che, finalmente, sembra “uscito di spalle”.
© CultFrame – Punto di Svista 02/2010
TRAMA
Enzo torna a casa dopo anni trascorsi in prigione. Sceso dal treno trova Genova ad accoglierlo con i luoghi dove aveva camminato un tempo e, attraverso i quali, riaffiorano i ricordi. Ad aspettarlo c’è anche Mary, che da più di vent’anni lo accompagna in quel viaggio faticoso che è la loro vita.
CREDITI
Titolo: La bocca del lupo / Regia: Pietro Marcello / Sceneggiatura: Pietro Marcello / Montaggio: Sara Fgaier / Fotografia: Pietro Marcello / Suono: Emanuele Vernillo / Musica: ERA / Interpreti: Vincenzo Motta, Mary Monaco / Produzione: Indigo Film, l’Avventurosa Film / Distribuzione: Bim / Paese: Italia, 2009 / Durata: 76 minuti
SUL WEB
Sito ufficiale del film La bocca del lupo di Pietro Marcello
BIM Distribuzione