Un regista canadese di orgini armene realizza il remake di un film francese del 2003, Nathalie di Anne Fontaine, ri-sceneggiato dall’americana Erin Cressida Wilson, già autrice del velleitario script di Fur, insulsa biografia della grande fotografa Diane Arbus. Per la prima volta, quindi, Egoyan non solo rielabora un soggetto precedente, ma si affida altresì alla scrittura altrui, cercando di far combaciare la propria idea di cinema spiazzante e suggestivo con il mélo borghese, quel teatro dei sentimenti così disperatamente rappresentati in pellicole come False Verità ed Il Dolce Domani.
Lo sguardo di Egoyan scorre con la consueta eleganza sul décor minimale degli interni, lungo le morbide passerelle di alberghi di lusso, sui volti bellissimi dei suoi protagonisti, anime perse in una Toronto moderna ed anonima. E sono ancora le “false verità” quelle che interessano al regista, non le menzogne, ma la diversa visione del reale, i punti di vista dei personaggi: il marito leale, ma infantile e piacione, attratto dal profumo della giovinezza, la moglie medico di successo, ma destabilizzata dall’ingresso nella “mezza-età”, improvvisamente ossessionata dai dubbi e dal diverso trascorrere del tempo rispetto al marito, la squillo disturbata, inquietante miscela di ingenuità e perversione, apparentemente subdola, in realtà vittima sacrificata sull’altare dello status quo borghese.
Egoyan gira con la felpata fluidità di sempre, stringendo lo sguardo sui tre attori del dramma, inseguendoli in interni soffusi ed incollando la m.d.p. ai volti, ai corpi che si cercano nel vano tentativo di trovare conforto all’inquietudine del vivere. Ma se l’eleganza formale è innegabile, Chloe risulta artificioso nelle situazioni, palesemente forzate, ed irritante nei dialoghi, presuntuosi ed a volte ridicoli: la sceneggiatura finisce così per imprigionare l’estro di Egoyan entro gli angusti limiti di un feuilleton d’alto bordo, un family-mélo per intellettuali, una soap-opera d’essai. Né sono sufficienti le intense prove delle due interpreti femminili, straordinaria come sempre Moore, la cui ostentata sicurezza professionale non resisterà alla prima bufera emotiva, di una bellezza inquietante Seyfried, quasi una versione “manga” di Scarlett Johanson, ninfa metropolitana apparentemente cinica, ma patologicamente bisognosa d’amore. L’errore di Egoyan è però quello di non cedere al proprio straordinario istinto visivo, di non lasciar parlare le immagini, i volti, i gesti, così il film viene risucchiato dalle parole, quasi mai all’altezza, prosciugato da un sceneggiatura pretenziosa e vacua che pretende di spiegare, illustrare, pontificare, ma finisce solo per umiliare lo sguardo.
©CultFrame 03/2010
TRAMA
Catherine e David sono sposati da tempo e hanno un figlio di 17 anni, Michael. Apparentemente sembrano una coppia tranquilla e professionalmente appagata, ma in realtà Catherine ha iniziato a sospettare che suo marito la tradisca. Per liberarsi da questa ossessione, la donna decide di mettere alla prova il marito ingaggiando una prostituta di nome Chloe. Tuttavia, Catherine ben presto resterà invischiata nella sua stessa trappola e metterà in pericolo tutta la sua famiglia.
CREDITI
Titolo originale: Chloe / Regìa: Atom Egoyan / Sceneggiatura: Erin Cressida Wilson / Fotografia: Paul Sarossy / Montaggio: Susan Shipton / Scenografia: Phillip Barker / Musica: Mychael Danna / Interpreti principali: Julianne Moore, Liam Neeson, Amanda Seyfried, Nina Dobrev / Produzione: The Montecito Picture Company / Distribuzione: Eagle Pictures / Paese: U.S.A., Canada, Francia, 2009 / Durata: 96 minuti
LINK
CULTFRAME. Atom Egoyan – Maestri del cinema
Sito italiano del film Chloe di Atom Egoyan
Sito ufficiale del film Chloe di Atom Egoyan
Filmografia di Atom Egoyan
Eagle Pictures