L’uomo nell’ombra ⋅ Un film di Roman Polanski

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

Nulla è come sembra. Nulla è come immaginiamo che sia. Le nostre sensazioni conducono verso un abisso spaventoso quanto gelido. E ancora: un soggetto il cui pensiero non è basato su sovrastrutture, un uomo ingenuo che viene isolato, illuso, usato, manipolato e poi gettato via.  Le relazioni umane sono contraddistinte dalla sopraffazione ambigua e sottile dell’uomo sull’uomo, così il senso dei rapporti interpersonali si disperde all’interno di un inferno algido nel quale la vita non ha più alcun valore.

Temi fortemente e inequivocabilmente polanskiani, quelli appena citati. Temi inseriti con la perfezione di un meccanismo a orologeria nell’ultima prova registica del grande autore franco/polacco. Polanski torna in maniera evidente ed efficace a un genere meticcio, già sperimentato con Frantic, costituito dalla fusione armoniosa di elementi del thriller e caratteristiche specifiche del genere spy-story.

L’uomo nell’ombra, già vincitore dell’Orso d’Argento alla 60° Festival del Cinema di Berlino, è un lungometraggio che, dunque, si colloca perfettamente all’interno della linea poetica ed espressiva di Roman Polanski. In tal senso, la figura del ghost writer a cui viene affidato l’incarico di scrivere le memorie di un ex primo ministro britannico, possiede tutte le caratteristiche dei personaggi centrali delle precedenti storie polanskiane. Si tratta di individui che vivono una condizione di segregazione e pericolo e che non riescono a decifrare con esattezza cosa stia loro accadendo.

Ritorniamo a L’uomo nell’ombra. La grande e asettica casa collocata in un’isola non proprio accogliente nella quale vive lo scortatissimo ex statista, e nella quale il protagonista si ritrova a dover lavorare, ha tutte le peculiarità di un universo concentrazionario. Ciò fornisce alla vicenda un clima quasi claustrofobico (nonostante l’ambientazione naturalistica), angoscioso e persecutorio. Gli echi de L’inquilino del terzo piano, e addirittura di Repulsion e Il Coltello nell’acqua, sono ben percepibili, così come il legame “genetico” con i meccanismi narrativi e visuali del cinema hitchcockiano.

Ma ciò che colpisce maggiormente lo spettatore è la sublime e nascosta complessità, fatta di semplicità espressiva e forza comunicativa, delle inquadrature che quasi solo Polanski riesce a creare. Ogni immagine, anche la più banalmente funzionale allo sviluppo del racconto contiene una tensione interna mascherata, celata da una patina straniante di ovvietà.

Questo fattore fornisce alle inquadrature un’ambigua allusività che attraverso un sistema di vasi comunicanti si trasferisce allo sguardo del fruitore. In tal modo, Roman Polanski stimola il fenomeno dell’immedesimazione dello spettatore. Chi guarda le sequenze de L’uomo nell’ombra, avverte un continuo disagio, una sensazione di costante pericolo, percepisce l’abisso nel quale sta per precipitare il protagonista.

Gli aspetti visivi del film sono fondamentali nella costruzione dell’opera, così ogni immagine evidenzia lo stato di isolamento del giovane ghost writer che pensa sempre di saper decifrare gli eventi che vede scorrere davanti al suo sguardo e che invece si sta inoltrando nel tunnel dal quale non sarà più in grado di uscire. A interpretare il ruolo cardine è un misurato e sensibile Ewan McGregor, interprete in grado di fornire al suo personaggio una nota di ingenuità che però non sfocia mai nella stupidità palese quanto piuttosto in una curiosità cieca, densa di risvolti emotivi.

Ultima considerazione per la fotografia di Pawel Edelman, perfettamente in sintonia con le tipiche atmosfere polanskiane e capace di connotare il film attraverso una luce sporca e funerea, vera e propria metafora visuale dell’intera vicenda.

© CultFrame 04/2010

TRAMA
Un giovane e squattrinato ghost writer inglese viene assoldato per terminare la scrittura delle memorie di un ex primo ministro britannico. Il fatto è che il precedente ghost writer è stato trovato morto su una spiaggia dell’isola nord americana dove l’uomo politico vive da qualche tempo. Il giovane scrittore inizierà il suo lavoro con idee ed entusiasmo ma incomincerà anche a scontrarsi con i segreti dell’isola. Man mano che andrà avanti con il suo lavoro si accorgerà di trovarsi all’interno di un meccanismo ambiguo e oscuro. Il tutto fino a una conclusione imprevedibile.

CREDITI
Titolo: L’uomo nell’ombra / Titolo originale: The Ghost Writer / Regia: Roman Polanski /
Sceneggiatura: Robert Harris, Roman Polanski / Fotografia: Pawel Edelman / Montaggio: Herve De Luze / Scenografia: Albrecht Konrad / Musica: Alexandre Desplat / Interpreti: Ewan McGregor, Pierce Brosnan, Kim Catrall, Olivia Williams / Produzione: Roman Polanski, Robert Benmussa, Alain Sarde / Distribuzione: 01 Distribution / Paese: Germania, Francia, Usa, 2009 / Durata: 131 minuti

SUL WEB
Sito ufficiale del film The Ghost Writer (L’uomo nell’ombra) di Roman Polanski
Filmografia di Roman Polanski
01 Distribution

Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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