Non c’è alcun dubbio sul fatto che Todd Solondz sia uno dei registi più intelligenti, rigorosi e spietati del panorama filmico americano. Le sue opere Fuga dalla scuola media e Happiness furono degli autentici schiaffi alla società americana (ma potremmo dire occidentale), sempre più nevrotica, insensibile, paradossale e kitsch nel suo tragico sfoggio di ricchezza e benessere artificiale. Nella visione poetica di Solondz, la borghesia imperante negli Stati Uniti, i poteri socio-economici in mano al ceto medio e alle classi più agiate (comprese le dinastie politiche) hanno trasformato gli USA in una specie di incubo raggelante nel quale i rapporti umani sono caratterizzati solo dall’immagine, dalle apparenze e dai luoghi comuni. La gente è dominata dalla paura di ogni cosa (specie dopo l’11 settembre 2001) ed è ormai incapace di riconoscere la differenza tra un gesto di affetto e un impulso depravato.
Perdona e dimentica (Life During Wartime) è in tal senso una parabola emblematica. Attraverso il racconto tragicomico delle disavventure di una famiglia media, Solondz descrive freddamente la malattia devastante di cui è affetto l’intero sistema sociale. Grazie alla plastificata fotografia di Ed Lachmann, l’autore situa il racconto in un contesto visivo cromaticamente sintetico e squallido. Anche il cielo sembra finto, così come le palme che sono state piantate davanti alle abitazioni. I ristoranti, perfetti e scintillanti, sono vuoti; le case sono arredate in modo drammaticamente sfavillante, ma le persone che abitano questi appartamenti sono vittime di una condizione di straniamento che li porta a vivere un mondo finto, attraversato da fantasmi ossessivi con i quali dialogano.
Nel film di Todd Solondz non sembra esservi alcuna speranza. La deriva sociale è tanto orrenda quanto raggelante, così come gelido e falso è il sistema di comunicazione tra gli esseri umani. Il regista adotta uno stile algido e ordinato, che grazie alla sua apparente semplicità finisce per comunicare allo spettatore una profonda sensazione di angoscia. Lo sguardo dell’autore è assolutamente moderno. Ogni sua inquadratura, sia a livello compositivo che estetico, allude a un mondo espressivo che affonda le sue radici nella fotografia contemporanea e nella videoarte. Per tale motivo Life During Wartime appare più cha altro un’opera concettuale che trova la sua vera forza nell’impianto registico/stilistico e nell’idea che sta alla base del progetto.
Il cast, sotto la guida di Solondz, fornisce una prova eccellente. Soprattutto grazie a interpreti come Shirley Henderson e Allison Janney sono emerse con chiarezza le tragiche questioni del vivere contemporaneo: il dolore di esistere, la paura di ciò che non si conosce, la stupidità del mondo di oggi, l’abisso del pregiudizio. Folgorante la breve, ma significativa, partecipazione di Charlotte Rampling.
© CultFrame 09/2009 – 04/2010
Film presentato alla 66. Biennale Cinema di Venezia
TRAMA
Joy è una ragazza sensibile e delicata che sta passando un brutto momento con il suo compagno, un ragazzo afroamericano che ha un “grave problema”. Decide così di andare a trovare la sua famiglia che vive in Florida. Incontra dopo qualche tempo le sorelle Trish e Helen. La prima sta ricostruendo la propria vita dopo che suo marito, uno psichiatra, è stato condannato per aver stuprato dei bambini, la seconda invece, una scrittrice di successo, si è isolata nella sua ricca casa per paura che le maldicenze sulla sua famiglia le rovinassero la carriera.
CREDITI
Titolo: Perdona e dimentica / Titolo originale: Life During Wartime / Regia: Todd Solondz / Sceneggiatura: Todd Solondz / Interpreti: Shirley Henderson, Allison Janney, Michael Lerner, Charlotte Rampling/ Fotografia: Ed Lachmann/ Montaggio: Kevin Messman / Scenografia: Roshelle Berliner/ Produzione: Werc Werk Works / Distribuzione: Archibald / USA 2009 / Durata: 95 minuti