Un uomo, una donna, un incontro casuale e un cortocircuito che si fa tensione tra due esistenze, fino a bruciarne i nervi scoperti. Anna e Domenico sembrano non sapere nulla dell’amore prima di conoscersi, eppure entrambi hanno una famiglia: un compagno, una moglie e, addirittura, dei figli. Due coppie come tante, con il mutuo da pagare, i weekend da organizzare, gli amici da vedere e un banale quotidiano che sembra, ogni giorno di più, divenire una lapide tombale di ogni forma di sentimento.
Vite che si snodano sui treni, in auto, nelle corse verso il lavoro in un percorso sempre uguale, scandito da orari ed abitudini che appaiono, desolatamente, normali. Soldini, in Cosa voglio di più, ci racconta i suoi personaggi attraverso i gesti e gli sguardi di tutti i giorni, li rende riconoscibili, familiari perché, come molti di noi, non vivono un’esistenza “da film” eppure, in un fatale momento, entrambi si troveranno coinvolti in una di quelle passioni, estreme ed assolute, che sembrano uscite da un romanzo. Messaggi furtivi, incontri fugaci, l’imbarazzo di ritrovarsi da soli e poi il folle stordimento dell’amore, quella vertigine dove si smarrisce ogni senso del reale e ti fa credere, per un attimo, che si possa solo essere in due, senza la responsabilità di appartenere a qualcosa o a qualcuno che non sia l’oggetto della tua passione.
Come in un gorgo, Anna e Domenico vengono risucchiati da ciò che provano, da un sentimento nuovo che li rende diversi fino a farli sentire migliori e, addirittura, più forti. Soldini ci mostra il loro cambiamento, giorno dopo giorno, puntando la macchina da presa sulle espressioni e suoi volti, per scoprire Anna sempre più bella e rivelare Domenico sempre più passionale, geloso e, addirittura, ardito.
Di entrambi rivela paure, fragilità, tensioni collocandoli in un quotidiano di straordinario realismo al quale ogni personaggio contribuisce a rafforzarne la veridicità. Non è “solo” una storia d’amore ma è una storia che parla di migliaia, di milioni di altre, di tutte quelle che ascoltiamo, raccontiamo e viviamo nel nostro quotidiano che qui Soldini fotografa, in modo lucido e impietoso, mostando la fatica di vivere e, in qualche caso, di sopravvivere. E’ il nostro mondo, è la nostra società ed tutto è così fatalmente riconoscibile da essere, addirittura, disperante. Con sensibilità e misura il regista parla di sentimenti e di passioni e segue Anna e Domenico in ogni dettaglio della loro trasformazione: dall’attrazione iniziale fino al picco del sesso, da principio timido e impacciato, che diviene poi esplosione di vita di due corpi che pulsano all’unisono.
Alba Rohrwacher e Pierfrancesco Favino si appropriano completamente dei loro personaggi, rendendoli autentici in ogni gesto, sorriso o grido mentre Soldini, con uno stile quasi documentaristico li segue – come a pedinarli con la camera a mano – per coglierne, passo dopo passo, la metamorfosi esistenziale provocata dall’amore. Un sentimento quasi famelico al quale vorrebbero arrendersi ma che, al contrario, devono strenuamente combattere perché la felicità è un lusso che non possono permettersi e, in tempo di crisi, pure il sentimento può ridursi ad una merce di scambio, da barattarsi anche con la mestizia, purchè rassicurante.
Amore e passione sì, ma anche un concreto senso del reale che rifugge qui ogni intento consolatorio, ogni tentazione di romanticismo posticcio, per riportare Anna e Domenico alla concretezza del vero, a quella pirandelliana realtà che “non ci fu data e non c’è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere”. Spesso, però, non possiamo e, come una dissolvenza in chiusura, sfumiamo verso una fine che qualcun altro ha scritto per noi.
© CultFrame 05/2010
TRAMA
Anna ha un impiego modesto ma sicuro e un compagno fedele e affettuoso con il quale sta pensando di avere un bambino. Domenico ha un lavoro che gli dà a malapena di che vivere, una moglie e due figli piccoli. Incontrarsi significa per entrambi stravolgere la loro vita e scoprire, finalmente, la passione e l’amore ma anche iniziare un’esistenza fatta di sotterfugi, bugie e incontri clandestini. In bilico su un equilibrio precario i due finiranno ben presto per scivolare verso la verità.
CREDITI
Titolo: Cosa voglio di più / Regia: Silvio Soldini / Sceneggiatura: Doriana Londeff, Angelo Carbone, Silvio Soldini / Montaggio: Carlotta Cristiani / Fotografia: Ramiro Civita / Musica: Giovanni Venosta / Interpreti: Alba Rohrwacher, Pierfrancesco Favino, Giuseppe Battiston, Teresa Saponangelo, Fabio Troiano/ Produzione: Lumière & Co., Vega Film, RSI. Radiotelevisione svizzera / Distribuzione: Warner Bros./ Paese: Italia 2010 / Durata: 121 minuti
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CULTFRAME. Giorni e nuvole. Un film di Silvio Soldini
Sito del film Cosa voglio di più di Silvio Soldini
Filmografia di Silvio Soldini
Warner Bros.