La nostra vita. Un film di Daniele Luchetti

SCRITTO DA
Giovanni Romani

daniele_luchetti-la_nostra_vita1Racconto (a)morale dissimulato sotto un’allure verista, La nostra vita ci riconcilia con il cinema e gli attori italiani. Al di là dell’ormai insentibile Vasco e della caratterizzazione romanesca, la pellicola di Luchetti stupisce per coerenza narrativa, cura della confezione ed altissimo livello delle interpretazioni: da Elio Germano, ritornato straordinario dopo la pessima prova in Come Dio Comanda, operaio culturalmente indifeso di fronte alla ferocia del destino, ad Isabella Ragonese, perfetto simbolo di “femminilità italica” materna e sensuale. Ma sono soprattutto altre due scelte di cast che stupiscono per coraggio ed orginalità: un irriconoscibile Luca Zingaretti spacciatore capellone e paraplegico, e Raoul Bova, mai (così) bravo, nell’inedito ruolo di fratellone un po’ tardo e fatalmente sfigato con le donne.

daniele_luchetti-la_nostra_vita2L’ottima sceneggiatura di Rulli, Petraglia e lo stesso Luchetti utilizza una storia apparentemente semplice come cartina di tornasole del vuoto etico, ideologico,  culturale del nuovo proletariato suburbano, e se negli anni ’70 “la classe operaia andava in paradiso” oggi i nuovi schiavi del mercato vanno al centro commerciale, paradiso con ampio parcheggio in cui si venerano gli idoli del consumo, tempio pagano alle cui divinità si chiede sollievo dal dolore, tregua dall’angoscia, premio per il successo. Ma se la deriva morale del protagonista è portata all’estremo dal lutto, dall’improvviso senso di vuoto che l’inadeguatezza emotiva porta a tentare di colmare con gli oggetti, i feticci di un’affermazione sociale che si deve esibire “sennò a che serve?”, la scelta consapevole di oltrepassare ogni limite etico è precedente al dolore, è la scelta di ignorare la morte di un immigrato irregolare che avrebbe bloccato il cantiere, un inceppo improponibile nella nostra nuova, ottimista, pragmatica società “del fare”. Fare per avere, fare per comprare, avere per esistere. Di fronte alla morte, quindi, il protagonista conosce una sola risposta, l’unico riflesso pavloviano che l’Italia del piazzista ha ormai inculcato negli menti assopite dei cittadini più indifesi: la sicurezza degli oggetti, il riscatto sociale che si riduce all’incasso, il conforto del prodotto. Ma pur in un paese in cui gli operai a cottimo si definiscono orgogliosamente “gente seria, solo italiani che lavorano a nero”, Luchetti indica oltre il buio delle menti una luce, il tradizionale focolare, il nucleo della famiglia, presente ed autoreferenziale, che, svanito l’effimero sogno del successo economico, sembra sopravvivere all’ottuso cinismo dei tempi.

© CultFrame 05/2010


TRAMA

Alla morte della moglie Elena, il trentenne operaio edile Claudio vede crollare il suo mondo perfetto. I due, infatti, avevano un rapporto fatto di grande complicità, vitalità e sensualità e lui non è preparato a vivere da solo, nonostante l’affetto dei due figli. Per rimuovere il dolore inizia così a sfidare il destino prendendo una serie di decisioni sbagliate. Saranno gli affetti più cari a fargli ritrovare il giusto senso della vita.


CREDITI

Film: La nostra vita / Regìa: Daniele Luchetti / Sceneggiatura: Stefano Rulli, Sandro Petraglia, Daniele Luchetti / Fotografia: Claudio Collepiccolo / Montaggio: Mirco Garrone / Scenografia: Giancarlo Basili / Musica: Franco Piersanti / Interpreti principali: Elio Germano, Raoul Bova, Isabella Ragonese, Luca Zingaretti, Stefania Montorsi, Giorgio Colangeli / Produzione: Cattleya, Babe Films, RAI Cinema / Distribuzione: 01 / Paese: Italia, 2010 / Durata: 100 minuti

LINK
Sito ufficiale del film La nostra vita di Daniele Luchetti
Filmografia di Daniele Luchetti
01 Distribuzione

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Giovanni Romani

Nato a Udine, arraffo un diploma di maturità classica. Mi diplomo a Firenze alla Bottega Teatrale di Vittorio Gassmann. Me ne vado a Roma a far teatro, in seguito cinema con Gianni Amelio. Scippo una mediocre laurea in giurisprudenza alla Statale di Milano e nel contempo inizio a scrivere recensioni per il Messaggero Veneto. Abbandono la carta per la rete, prima con Cinema.it, per poi approdare a CultFrame - Arti Visive. Attualmente: avvocato tatuato cinefilo cinofilo.

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