C’è qualcosa che si muove oltre l’apparenza, come un’ombra che aleggia dietro ciascuno di noi e rimane, fluttuante, anche se priva della nostra presenza.
Asghar Farhadi costruisce il suo film su un’assenza ma, al tempo stesso, invece di “sottrarre”, aggiunge, inquadratura dopo inquadratura, una serie dei elementi/indizi che fanno di About Elly (Orso d’Argento per la Miglior Regia al Festival di Berlino) un’opera composita in cui convergono il dramma e il noir, la commedia umana e l’analisi sociale.
Muovendo da uno spunto apparentemente semplice come una rimpatriata tra vecchi compagni di università, il giovane regista (classe ’72) coglie l’occasione per tracciare un profilo in chiaroscuro dell’Iran contemporaneo.
Come Elly, la ragazza che improvvisamente scompare dall’allegra compagnia, il Paese di Farhadi cela un animo tutto da scoprire, tra le luci e le ombre di laceranti contraddizioni.
La modernità di facciata di queste coppie benestanti stride con le ataviche tradizioni legate al regime, così come gli accessori di lusso delle donne sembrano degli schiaffi di opulenza ai veli che ricoprono i loro volti e al misero abbandono della villa che li ospita.
La classe colta della società iraniana (un microcosmo ben poco esplorato nella cinematografia contemporanea) vive sulle dicotomie: l’emancipazione e la Storia, l’innovazione e la consuetudine, la libertà femminile e il retrivo concetto dell’ “onore”. E di ciò Farhadi ne fa materia espressiva attraverso una regia di elegante compostezza in grado di convertire l’immagine in simbolo.
Indagare sul “mistero” di Elly è, in realtà, esplorare le pieghe di un universo sociale in cui albergano inquietudini ed incertezze celate – come sotto il velo che copre il capo delle donne o la sabbia in cui si incaglia la ruota della macchina che dovrebbe portarli a casa – da una normalità fittizia che stenta a liberarsi dagli stereotipi di un’ancestrale oppressione, fisica ed emotiva.
Un ritratto affascinante e, nel contempo, teso e perturbante di una realtà che inquieta e seduce l’occidente e che interpreta il concetto del “nulla è come sembra” nello stile di Farhadi la cui asciuttezza narrativa non sottrae nulla alla densità del racconto ma i cui evidenti rimandi ad un cinema “alto” (vedi Antonioni con L’Avventura) lo privano di un’autentica originalità.
Tuttavia About Elly ha il pregio di condurci in un altrove che trascende la vicenda narrata, spingendosi oltre la scomparsa di un soggetto, per divenire esame di un oggetto – sociale, emotivo e narrativo – che è lo scopo di quel cinema che Eco definiva “alto artificio” da realizzarsi attraverso quel materiale “grezzo”, ma sublime, che è “la vita vera”.
© CultFrame 06/2010
TRAMA
Dopo tanti anni vissuti in Germania, Ahmad ritorna in Iran. I suoi compagni di università organizzano una rimpatriata in una villa sul Mar Caspio e la sua amica Sepideh, all’insaputa di tutti, invita anche Elly, l’insegnante di sua figlia, per farla conoscere ad Ahmad, reduce dal fallimento del suo matrimonio. L’atmosfera è allegra e piacevole ma, all’improvviso dopo un incidente, Elly scompare. Il gruppo di amici è preso dal panico e, mentre si tenta di trovare la ragazza, emergono aspetti inediti ed inquietanti della vita di Elly.
CREDITI
Titolo: About Elly /Titolo originale: Darbareye Elly /Regia: Asghar Farhadi / Sceneggiatura: Asghar Farhadi / Fotografia: Hossein Jafarian / Montaggio. Hayedeh Safiyari / Interpreti: Golshifteh Farahani, Taraneh Alidousti, Mani Haghighi, Shahab Hosseini / Produttore: Asghar Farhadi / Distribuzione: Mediaplex Italia / Paese: Iran, 2010 / Durata: 119 minuti
LINK
Sito ufficiale del film About Elly di Asghar Farhadi
Sito italiano del film About Elly di Asghar Farhadi
Filmografia di Asghar Farhadi