Retrospettiva Cinema Russo Contemporaneo. 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

ivan_vyrypayev-oxygenQuali sono le differenze tra il cinema dell’era sovietica e quello della Federazione Russa? Molte, viene da dire. Non esiste più l’URSS, non esiste più il PCUS, non esiste più il Patto di Varsavia, non esiste più il comunismo.
Ora il Presidente russo siede al G8, a Mosca e a San Pietroburgo c’è il capitalismo e l’economia di mercato, e anche il cinema, così come l’intera società, si è dovuto adeguare. Eppure, la questione non è poi così limpida. Si ha, infatti, la netta sensazione che sia dal punto di vista linguistico (a parte qualche caso decisamente stimolante) che da quello della libertà comunicativa ci siano degli elementi che sembrano riproporsi ancora oggi nell’epoca del dominio politico di Wladimir Putin e dei suoi alleati oligarchi.
A tal proposito, di assoluto interesse storico/critico è stata la grande retrospettiva che la 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro ha voluto dedicare proprio alle tendenze espressive filmiche russe, relative agli ultimi dieci anni. Nel solco di una tradizione consolidata, e fondamentale per chi studia l’evoluzione del cinema di oggi, la manifestazione di Pesaro, guidata da un decennio da Giovanni Spagnoletti, ha tentato con questo corposo focus di fare il punto della situazione, andando anche a scovare alcune novità presenti nella produzione audiovisiva legata alla videoarte. E insieme alla rassegna, come sempre, anche un volume edito da Marsilio (composto da saggi scritti da esperti della materia) e un convegno hanno contribuito a mettere in comunicazione il cinema russo con il pubblico italiano e i critici presenti.

L’affollata Tavola Rotonda, svoltasi la mattina del 24 giugno, ha evidenziato una sorta di frattura interna alla categoria dei cineasti russi: da una parte chi si lamentava in maniera netta riguardo la drammatica situazione economico/finanziaria del cinema russo, aggravata dall’assenza per i prossimi anni di congrui finanziamenti pubblici, dall’altra chi, come  Boris Yukhananov, ha sostenuto fermamente la positività di una condizione di mercato che, togliendo  sostegno alle produzioni attuali, lascerebbe totale libertà di iniziativa e di espressione.
La sensazione che abbiamo avuto durante il dibattito è che il movimento cinematografico della Federazione russa non se la passi molto bene, che sia diviso al suo interno e che ci sia una sorta di cappa politica che provoca un’inevitabile autocensura preventiva che non fa granché bene a una cinematografia che, in ogni caso, è sempre in grado di sfornare talenti cristallini.

nikolay_khomeriki-tale_in_the_darknessTra le opere che abbiamo potuto vedere, due sono quelle che ci hanno colpito favorevolmente: Koktebel di Boris Khlebnikov e Aleksey Popogrebsky e Tale in the Darkness di Nikolay Khomeriki.
Due film sul disagio esistenziale post-comunista, sulla solitudine e l’abbandono, sul vuoto e sulla ricerca disperata dei sentimenti. Si tratta di titoli, a nostro avviso, emblematici che hanno confermato una storia espressiva nella quale il silenzio, i grandi spazi, il viaggio, lo straniamento della vita di provincia e il paesaggio sono fattori centrali.
Ma in relazione alla produzione contemporanea, il lavoro che più ci ha impressionato non era paradossalmente inserito nel focus nazionale. Era invece presente nella sezione in concorso. Il suo titolo era: Oxygen.
Film dalla struttura anomala, diretto con piglio moderno e innovativo da Ivan Vyrypayev, Oxygen rappresenta un tentativo ben congegnato di rinnovare i meccanismi comunicativi del cinema del terzo millennio. L’autore ha preso come punto di riferimento la logica compositiva del videoclip, costruendo intorno a dieci domande e a dieci brani musicali, altrettanti brevi film dallo stile nuovo, caratterizzati da un clima visuale/narrativo derivante dall’intelligente fusione tra impostazione teatrale del testo e sistema registico tipico del mondo del videoclip.

Pur molto ampia e densa di spunti significativi (c’era anche un approfondimento sulla regia al femminile) questa lodevole iniziativa della Mostra del Cinema di Pesaro non è certo riuscita, per ovvi motivi connessi agli spazi di programmazione, a dar conto dell’intero panorama filmico contemporaneo. Ed è proprio per questo motivo che il direttore artistico Giovanni Spagnoletti ha annunciato che nell’ambito dell’edizione 2011, Pesaro ospiterà una rassegna dedicata al cinema documentaristico russo, un cinema, a detta degli autori presenti, capace di penetrare la realtà e di rivelarla al pubblico con la chiarezza dovuta.
I cineasti di oggi hanno, dunque, compreso che proprio attraverso la descrizione del reale più minuto e anonimo possibile si può decifrare l’anima di un intero, sterminato, Paese. Ma siamo sicuri che la raffigurazione della realtà parli più incisivamente rispetto alla grande tradizione narrativo/letteraria russa?

© CultFrame 06/2010


IMMAGINI

1 Frame dal film Oxygen di Ivan Vyrypayev
2 Frame dal film Tale in the Darkness di Nikolay Khomeriki

INFORMAZIONI
Dal 20 al 28 giugno 2010 / Pesaro a Roma: dall’1 al 4 luglio 2010
Via Emilio Fà di Bruno 67, Roma / Telefono: 064456643 / 06491156 / info@pesarofilmfest.it
Direzione artistica: Giovanni Spagnoletti / Il cinema russo contemporaneo: Giulia Marcucci, Olaf Möller, Alena Shumakova Olga Strada, Barbara Wurm

LINK
CULTFRAME. 46a Mostra Internazionale del Nuovo Cinema. Pesaro Film Fest. Il programma
Pesaro Film Fest – Il sito (il programma completo e aggiornamenti giornalieri)

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Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

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