L’aspetto più significativo di un libro basato su saggi di carattere teorico e su idee critiche è quello che potremmo definire problematico. Le teorie e le idee pongono, infatti, sempre dei problemi da affrontare da più punti di vista, da decifrare con spirito lucido, da comprendere senza posizione preconcette.
A tal proposito, decisamente stimolante è il volume firmato da Roberto De Gaetano, edito da Marsilio nel 2010. Il titolo è L’immagine contemporanea, e il sottotitolo ci aiuta a comprendere la linea analitica presa dall’autore: Cinema e mondo presente.
Chi scrive si interessa da sempre di commistione dei linguaggi visivi e di multimedialità e si è fatto un’idea del senso dell’immagine contemporanea abbastanza precisa (anche se ovviamente confutabile e criticabile come qualsiasi posizione critica).
Cerchiamo di capire l’impostazione di Roberto De Gaetano, per altro molto chiara. Attingiamo dunque dalla sua introduzione: “il contemporaneo è ciò che sentiamo come emergenza; quindi ciò che diviene tale, che non è percepito fin dall’inizio come adiacente. Il contemporaneo non è l’attuale…”. Ed ancora: “Non dai dispositivi, ma dai segni è opportuno partire, per comprendere la contemporaneità. I segni si depositano sui corpi e su quei corpi particolari che sono le opere”.
De Gaetano punta la sua attenzione “sull’espressione dei segni” e sul “corpo delle cose”, cercando di dare sostanza concreta alla sua impostazione teorica.
Partendo da questo presupposto, l’autore dedica ampio spazio a otto film all’interno dei quali si anniderebbe l’immagine contemporanea: Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick, Millennium Mambo di Hou Hsiao-Hsien, Lost in Translation di Sophia Coppola, Elephant di Gus Van Sant, In the Mood for Love di Wong Kar Wai, A History of Violence di David Cronenberg, Kill Bill di Quentin Tarantino e Il caimano di Nanni Moretti.
Ebbene, le opere utilizzate da De Gaetano per sostenere la sua tesi critica sono tutte certamente espressione di una contemporaneità che appare ambivalente e che unisce in un unico corpo i fattori che l’autore indica come componenti fondamentali del sentimento in questione: vicinanza e lontananza.
Dunque, Roberto De Gaetano si concentra su un’idea di immagine contemporanea molto precisa e porta a sostegno del suo studio delle pezze d’appoggio pertinenti al suo impianto intellettuale. La nettezza della sua posizione è certamente appassionante e il cuore della sua speculazione teorica è solido e ben strutturato. Non ci si può non dirsi d’accordo con la sua posizione.
Eppure, uno spazio di riflessione ulteriore si può aprire se si lavora, come spesso facciamo noi, sull’etimologia delle parole.
Contemporaneo deriva dal latino cum (insieme) – tempus (tempo) e significa ciò che è o vive nel medesimo tempo.
Se riconosciamo in due esempi portati dall’autore del testo (l’immagine di Scarlett Johansson nelle trasparenze dei vetri di un Hotel a Tokio in Lost in Traslation, oppure il bacio tra i due adolescenti in Elephant prima di compiere la strage) l’essenza del concetto di immagine contemporanea, dobbiamo altresì affermare come il sentimento della contemporaneità derivi non solo “dai segni che si depositano sui corpi”, ma anche dalla natura del linguaggi visuali utilizzati dagli autori. Che Gus Van Sant produca immagini contemporanee è determinato anche dalla sostanziale vicinanza con autori del campo della fotografia come Stephen Shore e Joel Sternfeld. Le immagini di Van Sant, Shore e Sternfeld sono contemporanee perché sintesi di linguaggi diversi che si sono uniti pur essendo “altri”, e perché esistono nel cum-tempus. Vivono nel medesimo tempo. La contemporaneità delle immagini è dovuta anche alla partecipazione a un sentimento espressivo condiviso, a una strada estetico-linguistica comune in grado di comunicare sensazioni dell’oggi, che non vuol dire dell’attuale, cioè del semplice risultato di un banale adeguamento al presente.
Partecipare a un sentimento espressivo condiviso vuol dire anche essere portati a fondere i linguaggi, a renderli vicini e lontani allo stesso tempo (come già affermato prima), esattamente come avviene nella comunicazione pubblicitaria, nei videoclip e in determinate installazioni video-fotografiche nel campo dell’arte contemporanea.
L’idea propugnata dall’autore de L’immagine contemporanea ci sembra del tutto plausibile, corretta, valida criticamente e acuta intellettualmente ma un po’ rigida e parziale. Probabilmente, per identificare a dovere la natura dell’immagine contemporanea bisognerebbe entrare e uscire dal cinema, abbattere i confini tra le discipline visuali, attraversare il mondo del videoclip e della pubblicità costruendo una rete fatta di vicinanze e di lontananze più complessa rispetto a quella riscontrabile nel solo ambito del cinema del terzo millennio.
© CultFrame 07/2010
CREDITI
Titolo: L’immagine contemporanea / Sottotitolo: Cinema e mondo presente / Autore: Roberto De Gaetano / Editore: Marsilio / Collana: Elementi / Anno: 2010 / Pagine: 110 / Prezzo: 12,50 euro / ISBN:978-88-317-9927-0
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Marsilio Editori
INDICE DEL LIBRO
Introduzione / Il sentimento della contemporaneità
Eyes Wide Shut: la scena e il rituale
Millennium Mambo o la ricerca di un destino
Lost in Translation: la sospensione dell’evento
Elephant: la consistenza del vuoto
In the Mood for Love o del formalismo romandico
A History of Violence: genealogia della violenza
Kill Bill o della sincronizzazione
Il caimano: un mondo senza “fuori”
Note al testo
Filmografia / Indice dei nomi e dei film