Quanto durerà questa ossessione (vagamente commerciale) del cinema cinese per le arti marziali? Ormai, non passa stagione filmica senza che i grandi schermi internazionali vengano invasi da piroette, salti mortali, colpi di spada e urli gutturali. Il rischio della ripetizione, della ridondanza, dunque della noia assoluta, è sempre in agguato anche perché questo “genere” non presenta possibili varianti tematiche. Gli argomenti sono sempre gli stessi: l’abilità nelle arti marziali come metafora filosofica dell’esistenza, le relazioni affettive tragiche e impossibili, la vendetta e l’amore, l’odio e l’equilibrio esistenziale. Per quanto ne sappiamo, ancora nessuno, a parte Quentin Tarantino con Kill Bill (ma le sue idee più trasgressive riguardano soprattutto questioni stilistiche), ha saputo veramente cambiare gli stilemi codificati che caratterizzano questo tipo di cinematografia nel quale si sono cimentati importanti registi come Ang Lee e Zhang Yimou.
Reign of Assassins, dunque, non cambia le regole del gioco. Tutto è rispettato in pieno: l’ambientazione storica (nel profondo passato), l’impostazione da leggenda, i clan in lotta tra loro, i personaggi spinti da sentimenti parossistici, i combattimenti feroci. Anche a storia d’amore (sublime) trova il suo posto in questo mosaico perfetto e ultra sperimentato. Inoltre, la questione dell’identità individuale non può essere considerata un elemento nuovo del cinema della arti marziali così come, ovviamente, del cinema in generale.
Il regista Su Chao-Pin non sembra prodursi in invenzioni formali e tecniche di particolare importanza; gli effetti speciali sono quelli di sempre, compresa l’ormai insopportabile accelerazione dei movimenti durante gli scontri fisici. Non mancano aspetti visuali pseudo-splatter.
A cosa serviva, in sostanza, la realizzazione di questo film? Probabilmente solo ad alimentare un circuito economico che evidentemente frutta ancora cospicui guadagni.
D’altronde il cinema è anche un’industria, e i film, spesso, sono solo dei prodotti da piazzare sul mercato.
Da notare come dietro questa operazione cinematografica ci sia la figura di John Woo, celebrato cineasta cinese (cresciuto a Hong Kong) che è presente nei credits sia come co-regista che come produttore (insieme a Terence Chang).
© CultFrame 09/2010
TRAMA
In una remota epoca passata, in Cina alcini clan rivali si combattono ferocemente. Drizzle è una criminale che fa parte della setta denominata Pietra Oscoura. La sua è una vita tremenda, fatta di assassini e violenza. Un giorno deciderà di cambiare completamente vita e di perdersi nel più totale anonimato. Tuttavia, un giorno il suo passato ritornerà a galla e la donna si troverà a dover difendere tramite le arti marziali il suo amato marito.
CREDITI
Titolo: Reign of Assassins / Regia: Su Chao-Pin / Co-regia: John Woo / Sceneggiatura: Su Chao-Pin / Fotografia: Horace Wong / Montaggio: Cheung Ka-Fai / Scenografia: Yang Baigui / Musiche: Peter Kam / Interpreti: Michelle Yeoh, Jung Woo-Sung, Wang Xueqi, Barbie Hsu / Produzione: John Woo, Terence Chang / Anno: 2010 / Origine: Cina, Hong Kong, Taiwan / Durata: 117 minuti
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