Buried – Sepolto. Un film di Rodrigo Cortés

SCRITTO DA
Giovanni Romani

rodrigo_cortes-buried_sepoltoIn un frangente in cui il cinema si sforza di sfondare l’asfittica bidimensionalità dello schermo, in cui l’immagine aspira ad una profondità obbligata e spesso artificiosa, il talentuoso Rodrigo Cortés sembra andare controcorrente, imprigionando il protagonista, la storia, lo spettatore e lo stesso sguardo nelle claustrofobiche profondità del sottosuolo, privando l’immagine di dimensione, profondità, realismo. Mero effetto? Semplice trovata priva di concreto spessore cinematografico? Può essere. Tra chi grida al miracolo, arrivando a citare Hitchcock, e chi si indigna tacciando Buried di eccessiva furbizia e sterile virtuosismo, mi limito ad una banale osservazione empirica.

Ho assistito alla proiezione in un multisala sabato sera: sala stracolma, lezzo dolciastro di pop-corn e comitive di tamarri fracassoni. Nonostante le poco rassicuranti premesse, per l’intera durata del film non è volata una mosca e perfino i più minacciosi teen-agers in delirio ormonale hanno seguito col cuore in gola un’ora e mezza di film in cui praticamente non accade nulla (tutto è già accaduto), in cui la m.d.p. non evade mai dagli angusti spazi sotterranei di una cassa da morto, in cui l’unico interprete si limita a telefonare, ansimare, singhiozzare. Questo, al di là di ogni sproloquio critichino, mi pare già un notevole risultato. Poi certo, Cortés è debitore di Tarantino, non tanto per Kill Bill, quanto per il doppio episodio di C.S.I. diretto dallo stesso Quentin e molto simile a Buried anche nella trama, e sì, la regìa è a volte compiaciuta, mentre l’ambientazione iraqena risulta decisamente artificiosa ed appare supponente voler dibattere di etica bellica, resistenza e contractors all’interno di un thriller da cassa e, ancora, per riuscire a farsi coinvolgere è necessario zittire quella vocina che continua a ripetere: ma perché diavolo per ottenere un riscatto il sequestratore lo seppellisce, invece di seguire la stessa procedura di tutti gli altri ostaggi?
Valide obiezioni, ragionevoli eccezioni, ma il punto è che il film funziona alla grande, si nutre della nostra paura più profonda ed ancestrale, ci trascina nell’oscurità, ci toglie il fiato, mentre ci agitiamo sulla poltrona per provare di riuscire a muoverci ed aneliamo ad uscire dalla sala, emergere dal buio, respirare a pieni polmoni l’aria autunnale.

© CultFrame 10/2010


TRAMA

Iraq: in seguito all’attacco perpetrato ai danni di un convoglio, l’autista americano Paul Conroy si troverà rinchiuso in una bara e in possesso solo di un accendino e di un cellulare. In una disperata lotta contro il tempo Paul, in debito di ossigeno e assalito dal panico, cercherà di liberarsi dalla trappola mortale.


CREDITI

Titolo: Buried – Sepolto / Titolo originale: Buried / Regìa: Rodrigo Cortés / Sceneggiatura: Chris Sparling / Fotografia: Eduard Grau / Montaggio: Rodrigo Cortés / Scenografia: Maria de la Cámara, Gabriel Paré / Musica: Victor Reyes / Interpreti principali: Ryan Reynolds / Produzione: Versus Entertainment, Dark Trick Films / Distribuzione: Moviemax / Paese: Spagna, 2010 / Durata: 94 minuti

LINK
CULTFRAME. Buried – Sepolto. Intervista al regista Rodrigo Cortés
Sito ufficiale del film Buried di Rodrigo Cortés
Sito italiano del film Buried – Sepolto di Rodrigo Cortés
Filmografia di Rodrigo Cortés
Moviemax

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Giovanni Romani

Nato a Udine, arraffo un diploma di maturità classica. Mi diplomo a Firenze alla Bottega Teatrale di Vittorio Gassmann. Me ne vado a Roma a far teatro, in seguito cinema con Gianni Amelio. Scippo una mediocre laurea in giurisprudenza alla Statale di Milano e nel contempo inizio a scrivere recensioni per il Messaggero Veneto. Abbandono la carta per la rete, prima con Cinema.it, per poi approdare a CultFrame - Arti Visive. Attualmente: avvocato tatuato cinefilo cinofilo.

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