Alcuni videoclip musicali ottengono un effetto ironico grazie alla proposta di scanzonate coreografie. Si va dall’esibizione improvvisata da dilettanti davanti a un cinema multisala, come nel celebre caso di Praise you (1999) del dj inglese Fatboy Slim, a quella eseguita sui tapis roulant dal gruppo statunitense Ok go in Here it goes again (2006). Entrambe le clip hanno una regia quasi assente, ma va bene così, perché le due idee sono originali e il risultato è divertente. Esistono, però, anche casi diversi. Per esempio un recente video che è contraddistinto sia da ironia sia da cura registica è Love Lost, realizzato per l’uscita del terzo singolo estratto da Conditions, album di debutto della band indie rock di Melbourne The Temper Trap. L’album, uscito nel 2009, con due soli singoli (Sweet Disposition e Fader) ha portato gli australiani al successo planetario tanto che i loro brani sono stati usati per telefilm, film, videogiochi e pubblicità di tutto il mondo. Per meglio gestire questo clamoroso successo i The Temper Trap hanno così deciso di trasferirsi in Inghilterra. Ed è lì che, per il terzo video della loro carriera, hanno potuto stringere il sodalizio con Dougal Wilson. Il talentuoso regista inglese di video musicali e commerciali all’età di trentanove anni è già stato insignito di diversi premi e ha lavorato, tra gli altri, per musicisti come Bat For Lashes, LCD Soundsystem, Goldfrapp e Coldplay, cercando ogni volta di variare la propria proposta visiva ma usando quasi sempre una sottile vena humour. Per Wilson, pur trattandosi per sua stessa ammissione di un processo noioso, la preparazione attenta della registrazione di un videoclip è tutto.
In genere il regista inglese ascolta il brano sull’i-pod mentre corre, cercando di individuare l’elemento melodico o ritmico che contraddistingue la canzone. Una volta che lo ha trovato, prova a realizzarne la versione visiva, delineando con schizzi e appunti alcuni frame del futuro video. L’idea deve essere, se possibile, interessante e inaspettata, perciò meglio se si tratta di una trasposizione “laterale” e non letterale del brano. Le immagini devono risultare come un ulteriore strumento che suona insieme alla canzone e lo spettatore deve percepire il video come una combinazione di musica e immagini e non come una somma delle parti. Alla fine, dopo una lunga preparazione, ecco che può girare quello che lui definisce un breve film di intrattenimento. Ed è ciò che fa anche con Love Lost. Wilson ha fra le mani una canzone leggera, di facile ascolto e dal risultato fresco. L’idea basilare cantata da Dougy Mandagi infatti è semplice: il nostro amore si era smarrito e ora lo abbiamo ritrovato. Il regista inglese sceglie una location che ha l’atmosfera di un film di Ken Loach: una strada sterrata di campagna del quartiere proletario londinese Walthamstow Marshes sotto un cielo plumbeo nuvoloso fra colori lividi e freddi. Però, il tono delle scene non è affatto serioso.
A dover correre su quella strada, severamente spronati dal discorso di un insegnante-sergente, sono alcuni ragazzini che, con le loro magliette e i visi sporchi di fango, danno l’idea di dover affrontare per l’ennesima volta una durissima prova. Invece la loro performance fisica si rivela diversa dalle aspettative: i ragazzini cantano mostrando un eccessivo pathos, mentre la loro corsa si tramuta via via (con un’intensità crescente che asseconda il climax della canzone) in uno pseudo-balletto buffo, perché è un misto di esercizi ginnici, giochi (come il saltare nelle pozzanghere a tempo di musica) e passi di danza compiuti non sempre in sincronia e non sempre in modo sufficientemente convinto. Fa sorridere anche il contrasto fra l’aspetto trasandato dei ragazzi e quello curato di un gruppo di ragazzine, tutte vestite di rosso, che li superano agevolmente. Ogni tanto Wilson inserisce dei rumori di fondo che, anziché disturbare, si miscelano con la canzone diventandone parte integrante: all’inizio del video i passi di un ragazzino si accordano con i battiti della batteria, mentre più avanti il verso di un corvo, un tuono, il treno che passa si sposano con la melodia. I quattro minuti del video Love Lost sono una perfetta orchestrazione fra musica, movimenti di macchina, spostamentui dei ragazzi, rumori di fondo. Ogni elemento interviene a tempo e con un suo senso tanto da fondersi in un’unica opera compatta fino alle ultime inquadrature. La canzone va spegnendosi e contestualmente i ragazzi ricompongono la loro corsa che era ormai degenerata, uscendo dall’inquadratura. Il chitarrista esegue gli ultimi accordi poi, quando tutto tace, si vede un ultimo ragazzino che si attarda per rimettere e poi esce dall’inquadratura. Wilson indugia ancora un momento sulla strada sterrata deserta lasciandoci il tempo di ripensare alle “prodezze” compiute poco prima dai ragazzi. Così facendo ci strappa un ultimo sorriso, lasciandoci di buonumore.
© CultFrame 10/2010
CREDITI
Brano: Love Lost / Interprete: The Temper Trap / Album: Conditions / Etichetta: Infectious Records / Regia: Dougal Wilson / Compagnia di produzione: Colonel Blimp / Produttore: Matt Fone / Direttore della fotografia: Lasse Frank Johannenssen / Art director: Arthur De Borman / Costumi: Michelle May / Trucco e parrucco: Bean Ellis / Coreografia: Rachel Yates / Editore: Joe Guest / Committente: Richard Skinner