È noto come la riflessione sul potere delle immagini e sulle reazioni emotive dello spettatore sia una tematica di grande attualità nel dibattito culturale odierno. Il punto di vista proposto dall’esposizione collettiva Ritratti del potere, organizzata dalla Strozzina CCC di Firenze, ribalta la questione per indagare le immagini del potere politico, economico e sociale nella società mediatica contemporanea, attraverso le interpretazioni di diciotto artisti internazionali. Il presupposto di partenza per la realizzazione del progetto è offerto dal confronto con l’importante retrospettiva dedicata al maestro della ritrattistica cinquecentesca Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei Medici, ospitata in contemporanea al piano nobile di Palazzo Strozzi. Una delle caratteristiche fondanti il ritratto encomiastico del Cinquecento, di cui Bronzino è stato un grande interprete, è il decoro. I suoi potenti sono raffigurati nel loro ruolo ufficiale; lo spettatore deve percepire la distanza dall’autorità che lo governa come si trattasse di un’immagine divina. Se i potenti di Bronzino sono distanti in quanto investiti dal potere divino, i potenti raffigurati nella società di oggi lo sono in quanto divengono icone. Basti pensare alla fiera e autorevole Margaret Thatcher (1991) di Helmut Newton che apre la mostra assieme alle due iperrealistiche fotografie delle statue di cera di Fidel Castro e Papa Giovanni XXIII, parte della serie Portraits (1999) di Hiroshi Sugimoto.
Il percorso espositivo si articola attraverso la valutazione del ruolo delle immagini, sia come strumento di costruzione del consenso da parte di singoli individui, istituzioni o modelli sociali, sia come un vero tentativo di decostruzione dell’autorità rappresentata. Nella prima direzione va interpretata la raffigurazione dell’alta società, fra il tableau vivant e il quadro di genere, ritratta nelle fotografie di Tina Barney, tanto senza tempo e controllate nella disposizione degli elementi compositivi e del colore quanto rigidi e formali sono i soggetti, collocati in dimore sfarzose o in contesti mondani. La celebre fotografa americana Annie Leibovitz svela invece il vero volto della regina Elisabetta in una serie a lei dedicata (Queen Elizabeth II, 2007) e, in contrasto con l’immagine sobria e meno formale che la corte britannica ha cercato di costruire negli ultimi anni, ritrae la sovrana in sontuosi abiti ufficiali nel salone di Buckingham Palace, sottolineandone il reale stato sociale.
Una prospettiva sulla decostruzione dell’immagine del potere viene invece offerta dal duo Clegg & Guttmann, impegnato da tempo nella disanima dei consueti canoni rappresentativi del genere ritrattistico. In Grand Master (1985) i due artisti utilizzano un attore per interpretare il ruolo di un potente, mentre sullo sfondo viene simulato tramite una fotografia lo spazio di un’architettura; la finzione della messa in scena è volutamente rivelata dalle evidenti incongruenze luministiche. Il compositore Fabio Cifariello Ciardi tenta con la sua video-installazione Tre piccoli studi sul potere (2010) di mostrare come non soltanto un’immagine studiata nel dettaglio possa concorrere alla costruzione del consenso da parte dei personaggi politici, ma soprattutto la parola, che cattura l’uditore attraverso mezzi subliminali. Nei tre video proposti al visitatore, l’enfasi retorica e il ritmo della voce di Tony Blair, George W. Bush e Barack Obama vengono infatti trasformate in musica.
D’altra parte, gli Yes Men offrono un curioso esempio di come l’arte possa sconfinare nell’attivismo mediante la cosiddetta guerrilla comunication. Le intenzioni di questo gruppo di net artist statunitensi vanno ben oltre la riflessione sulla decostruzione dell’immagine del potere: si tratta di una vera e propria contro-informazione finalizzata a minare, tramite una sovversione delle strategie di comunicazione, l’immagine di aziende multinazionali. In mostra viene presentata la loro strepitosa iniziativa mediatica The Yes Men Fix the World (video 18’, 2009), in cui un finto portavoce della multinazionale responsabile della catastrofe ecologica del Bhopal in India faceva rivelazioni in diretta alla BBC, compromettendo l’immagine dell’azienda e causandone un crollo in borsa.
Lo spunto critico che meglio illumina il senso dell’intera esposizione, piuttosto eterogenea, è quello proposto dal sociologo Stephen Duncombe nel catalogo della mostra. Il potere contemporaneo, tanto diversificato e ramificato da sfuggire a ogni misurazione e reale rappresentazione, ha bisogno, al contrario del passato, di essere ritratto con un volto umano: “Se, una volta, lo scopo della critica (al potere) era di rivelare l’umanità, dunque la fallibilità del potere […], oggi l’accorta rivelazione dell’umanità è parte integrante della conservazione stessa del potere. È proprio l’apparenza di familiarità, e dunque una certa parvenza di identificazione e di accesso popolare, a far sì che il potere rimanga nelle mani di pochi, in un’epoca di democrazia formale […] e l’artista critico, impegnato in un atto sovversivo di presunta rivelazione, rischia di diventare suo malgrado pittore di corte”.
© CultFrame 10/2010
IMMAGINI
1. Hiroshi Sugimoto, Fidel Castro, 1999, Black and white photograph, 149 X 119 cm, Courtesy Sonnabend Gallery © Hiroshi Sugimoto
2. Clegg & Guttmann, The Board, Single/Group Portrait (Executives of the Deutsche Bank Art Department), 2007, Silver dye bleach print (Cibachrome), 318 x 168 cm, Courtesy of Christian Nagel Gallery, Berlin
3. Tina Barney, The Brocade Walls, 2004, Chromogenic color print, 122 x 152 cm, Courtesy l’artista e Janet Borden, Inc., New York
INFORMAZIONI
Ritratti del potere. Volti e meccanismi dell’autorità / A cura del Centro di Cultura Contemporanea Strozzina
Dall’1 ottobre 2010 al 23 gennaio 2011
Palazzo Strozzi / Piazza Strozzi, Firenze / Telefono: 055.2776461
Orario: martedì – domenica 10.00 – 20.00 /18.00 – 23.00 / lunedì chiuso (aperto l’1/11, 6/12, 27/12)
Biglietti: intero € 5,00 / ridotto € 4,00 / giovedì ingresso libero
Catalogo: Silvana Editoriale
LINK
Strozzina, Centro di Cultura Contemporanea a Palazzo Strozzi