Secco ed ipnotico come una puntata di “Pianeta carnivoro” su NatGeo Wild, Animal Kingdom rivela la sua natura “documentaristica” anche sotto l’aspetto visivo, con i colori desaturati e la fotografia piatta, immediata, ruvida. Ma l’esordiente regista e sceneggiatore David Michôd aspira a coniugare il distacco entomologico ai furori famigliari shakespeariani, dilatando il tempo quanto lo sconfinato spazio austaliano, e realizzando una sorta di indagine sociologica che dall’outback sposta lo sguardo alla periferia di Melbourne, squallido habitat di una tribù spietata ed ottusa.
Al “naturalismo” della messa in scena fa da contrasto la ricercatezza di una regìa che alterna camera a mano a morbidi carrelli, e lo straniante commento sonoro ridondante e quasi alieno che contribuisce ad aumentare la tensione costante della pellicola nelle lunghe e lente fasi tra le (poche) esplosioni di violenza.
La trama di ferina semplicità consente a Michôd di accantonare i cliché del gangster-movie e l’esibizione compiaciuta di efferatezze coreografiche, per dipanare il suo trattato sulla criminalità familiare con esemplare linearità, una feroce sobrietà che mette ancor più in risalto l’aspetto domestico della violenza in un microcosmo in cui la lealtà è direttamente proporzionale al grado di parentela. È un crudo reportage sulla dissoluzione di una famiglia travolta dalle proprie crudeli regole, da meccanismi ancestrali ed implacabili: il disastro è lì, prevedibile, ma inevitabile come una legge naturale. Regina del branco la straordinaria “mammà” interpretata con dolce ferocia dalla straodinaria Jacki Weaver, vecchia leonessa premurosa ed implacabile, il cui sorriso scopre i canini affilati della belva. Assieme a lei i suoi cuccioli, litigiosi ed imprevedibili, impersonati da un gruppo di attori in istato di grazia, a cominciare dal “maschio alfa” Ben Mendelsohn, assassino domestico e fratello amorevole, fino al sempre ottimo Guy Pearce, rappresentante di una polizia che ben si adatta alle stesse leggi della giungla che guidano i criminali. Ma nella lotta per la sopravvivenza, il gruppo meno numeroso e meno organizzato è destinato a soccombere, a volte azzannato da un membro dello stesso branco.
Forse alcune sospensioni risultano eccessive ed alcuni passaggi narrativi meritavano maggiore sviluppo, forse Animal Kingdom è un film imperfetto, ma è senz’altro un esordio straordinario.
© CultFrame 10/2010
TRAMA
Alla morte della madre, il giovane Josh Young si trasferisce a casa di sua nonna facendo così l’ingresso nel clan degli zii, gangster pericolosi che rispettano solo la forza, come nel regno animale. Quando uno degli zii viene ucciso dalla polizia, Josh si troverà costretto a scegliere tra la propria famiglia e il rischio di doverla tradire e scoprirà che l’unico modo per sopravvivere è giocare secondo le regole spietate del suo clan: mostrare a tutti gli altri chi è il più forte.
CREDITI
Titolo originale: Animal Kingdom / Regìa: David Michôd / Sceneggiatura: David Michôd / Fotografia: Adam Arkapaw/ Montaggio: Luke Doolan / Scenografia: Josephine Ford / Musica: Antony Partos / Interpreti principali: Ben Mendelsohn, Joel Edgerton, Guy Pearce, Luke Ford, Jacki Weaver, Sullivan Stapleton / Produzione: Porchlight Films / Distribuzione: Mikado / Paese: Australia, 2010 / Durata: 113 minuti
LINK
Sito italiano del film Animal Kingdom di David Michôd
Sito ufficiale del film Animal Kingdom di David Michôd
Filmografia di David Michôd
Festival Internazionale del Film di Roma
Mikado