Crime d’Amour. Un film di Alain Corneau. Festival Internazionale del Film di Roma 2010. Fuori Concorso

SCRITTO DA
Maurizio G. De Bonis

alain_corneau-crime_d_amourAlain Corneau era uno dei maggiori registi francesi in attività, da sempre legato alle atmosfere del genere poliziesco e al cinema americano. A fine agosto 2010 se ne è andato a causa di una malattia, lasciando ai suoi estimatori e al pubblico del cinema europeo il suo testamento filmico: Crime d’amour. Si tratta di un’opera che chiude a perfezione la carriera di un cineasta sessantasettenne che ha mostrato lungo il suo percorso, costituito da ventuno titoli (tra corti, documentari e lungometraggi), una profonda propensione a un’eclettismo artistico/poetico di rara brillantezza.
Crime d’amour è un film geometrico, algido, composto, realizzato in puro stile chabroliano. E’ anche un’opera sulla dimensione delirante dei rapporti umani, sulle nefandezze del potere e sull’idea tutta laica dell’impossibilità del perdono. La vendetta sembra essere la soluzione alla sofferenza e va consumata con sottile piacere. Ma dopo averla messa in pratica rimane una sensazione di svuotamento totale, di indecifrabilità delle azioni umane e dell’esistenza, di straniamento soggettivo.
Isabelle è bella, vitale, sensuale, intelligente e molto capace nel suo lavoro.  Incontra lungo la sua strada la matura e velenosa Christine. Quest’ultima la seduce grazie a un sottile gioco piscologico, la usa per il proprio tornaconto personale e poi cerca di distruggerla. Tra le due donne, dalle tensioni erotiche si passerà così all’odio feroce, al disprezzo reciproco, fino a che la più debole consumerà la sua vendetta in modo diabolico.

La vicenda sceneggiata da Alain Corneau e Nataline Carter richiama alla mente le atmosfere di molto noir francese, con venature legate al poliziesco e al film psicologico. Ma non può non venire in mente il lungometraggio di Claude Chabrol Les Biches, capolavoro inarrivabile di freddezza ed erotismo. Questa volta al posto di Jacqueline Sassard e Stéphane Audran, ci sono Ludivine Sagnier e Kristin Scott Thomas, due interpreti dotate di talento che hanno saputo delineare i loro ruoli con abilità. Una inzialmente ingenua (poi maniacalmente vendicativa), l’altra furba, malvagia e totalmente priva di scrupoli.
Corneau si dedica con assoluta attenzione registica alle sue interpreti, le inquadra con perizia da grande professionista e con la consapevolezza maturata negli anni che in alcuni casi la semplicità comunicativa possa divenire una devastante e vincente arma espressiva. Le sequenze firmate da l’autore Police Phyton 357 e Il fascino del delitto sono un esempio di misura e razionalità, di equilibrio formale e nitidezza visuale. Proprio grazie a questa impostazione stilistica, il senso di quest’opera emerge con  evidente chiarezza.

Crime d’amour è dunque una pellicola che conclude una storia cinematografica di conclamata eleganza in modo mirabile, rispecchiando in maniera inequivocabile la statura artistica di un autore mai banale.

© CultFrame 11/2010


TRAMA

Christine e Isabelle sono due donne in carriera che lavorano nella sede parigina di una multinazionale americana. La prima è il capo assoluto, la seconda è la sua migliore collaboratrice. Tra le due donne si stabilisce un legame profondo di natura anche erotica (anche se tra loro non ci sarà mai nulla di fisico). Christine è però dominante sull’altra, al punto di utilizzarla che fare scalare i vertici della società e poi di umiliarla pubblicamente per sminuire i suoi meriti nella gestione dell’azieda. Christine sembra aver freddamente calcolato tutto ma ciò di cui non aveva tenuto conto era lo spirito vendicativo di Isabelle.


CREDITI

Titolo: Crime d’amour / Regia: Alain Corneau / Sceneggiatura: Alain Corneau, Nataline Carter / Fotografia: Yves Angelo / Montaggio: Thierry Derocles / Scenografia: Katia Wyszkop / Musiche: Pharoah Sanders / Interpreti: Ludivine Sagnier, Kristin Scott Thomas, Patrich Mille / Produzione: Said Ben Said / Paese: Francia / Anno: 2010 / Durata: 106 minuti

LINK
CULTFRAME. Le deuxième souffle. Un film di Alain Corneau. Cinema – Festa Internazionale di Roma. II Edizione
Filmografia di Alain Corneau
Festival Internazionale del Film di Roma

Condividi
Maurizio G. De Bonis

Maurizio G. De Bonis è critico cinematografico e delle arti visive, curatore, saggista e giornalista. È direttore responsabile di Cultframe – Arti Visive, è stato direttore di CineCriticaWeb e responsabile della comunicazione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani. Insegna Cinema e immagine documentaria e Arti Visive Comparate presso la Scuola Biennale di Fotografia di Officine Fotografiche Roma. Ha pubblicato libri sulla fotografia contemporanea e sui rapporti tra cinema e fotografia (Postcart), sulla Shoah nelle arti visive (Onyx) e ha co-curato Cinema Israeliano Contemporaneo (Marsilio). Ha fondato il Gruppo di Ricerca Satantango per il quale ha curato il libro "Eufonie", omaggio al regista ungherese Bela Tarr. È Vice Presidente di Punto di Svista - Cultura visuale, progetti, ricerca.

Articoli correlati

Previous
Next

1

About

New CULTFRAME – Arti Visive rappresenta la naturale evoluzione della precedente rivista fondata nel 2000. Vuole proporre ai lettori un quadro approfondito della realtà creativa italiana e internazionale. L’intenzione è quella di cogliere ogni nuovo fattore che possa fornire sia agli appassionati che agli addetti ai lavori un affresco puntuale e moderno riguardo gli sviluppi odierni delle Arti Visive.

3

COPYRIGHT © 2024 CULTFRAME – ARTI VISIVE.
TUTTI I DIRITTI RISERVATI. AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI ROMA N. 152 DEL 4 MAGGIO 2009