L’identità individuale e l’ambiente nel quale ci si è formati. La realtà atroce delle proprie radici e il sogno di una vita anonima e normale. La paura della verità e il peso del passato. I sentimenti traditi e la condizione umana. Questi sembrano gli elementi centrali rintracciabili nella sceneggiatura firmata da Filippo Gravino, Guido Iuculano e Claudio Cupellini tratta da un soggetto che nel lontano 2001 vinse il Premio Solinas.
Il film che ne è venuto fuori si intitola Una vita tranquilla ed è stato diretto da Claudio Cupellini, al suo secondo lungometraggio dopo Lezioni di cioccolato.
Vicenda cupa e pessimistica incentrata sull’ineluttabilità del destino, sull’impossibilità del riscatto e sulla forza invicibile del legame individuale con ciò da cui si proviene, Una vita tranquilla è allo stesso tempo il ritratto di un soggetto con una doppia identità e quello di un ambiente (le famiglie camorristiche) che sembra autoalimentarsi tragicamente di generazione in generazione. Figli che seguono le orme dei padri, mentre questi ultimi hanno già deciso autonomamente di tagliare i ponti con il crimine, la violenza, la morte. Quella disegnata da Cupellini e dai suoi co-sceneggiatori è una parabola amara che non trova alcuna conclusione; quando sembra che il personaggio centrale sia riuscito a trovare nella clandestinità e nella fuga la sua dimensione, ecco che diviene nuovamente necessario nascondersi e fuggire.
La regia di Claudio Cupellini è solida, precisa, praticamente impeccabile, come difficilmente capita di vedere nella cinematografia italiana contemporanea. Il regista conosce a perfezione le regole del linguaggio cinematografico e le applica con puntualità e scorrevolezza. Quando occorre penetrare nell’interiorità dei personaggi, l’uso del primo e del primissiomo piano vengono in soccorso. Ma non sono queste inquadrature (da sole) a comunicare forza espressiva quanto piuttosto ciò che l’obbiettivo della macchina da presa cattura. Volti, facce, sguardi, sensazioni che raccontano come i personaggi vivono dentro ciò che sta loro capitando.
Tra i protagonisti emerge (ma non poteva essere altrimenti) un eccellente Toni Servillo, attore dalla recitazione sempre misurata anche quando deve esprimere ira, angoscia, tensione emotiva. Le svolte narrative della storia sono così spesso affidate ai cambiamenti espressivi del suo viso e del suo sguardo, in una continua rimodulazione facciale dello stato d’animo del ruolo che interpreta.
Si correva il rischio, in occasione della realizzazione di questa pellicola, di riproporre i soliti stereotipi sulla mafia e la camorra, ma Cupellini ha evitato tutto ciò concentrandosi sugli aspetti più nascosti della psicologia dei personaggi e trasformando un episodio legato alla ferocia della camorra in una sorta di tragedia greca. Una vita tranquilla ha il solo problema di presentare alcune incongruenze nella struttura del plot. Non sappiamo se tali buchi derivino dalla sceneggiatura oppure dal montaggio definitivo. Nonostante ciò, l’opera non perde mai di compattezza, grazie soprattutto a una regia capace di raccordare situazioni e sentimenti dei personaggi in maniera estremamente fluida.
© CultFrame 11/2010
TRAMA
Rosario è uno chef napoletano che vive da quindici anni in una cittadina tedesca. La sua vita è serena: un ristorante/albergo da mandare avanti, una moglie tedesca bella e determinata, un figlio a cui vuole molto bene. Un giorno arrivano da Napoli due sconosciuti che si dichiarano amici di Rosario. I due si stabiliscono nellalbergo di Rosario e iniziano a portare avanti strane attività. I due uomini nascondono un segreto, un segreto che è lo stesso che Rosario custodisce gelosamente da molti anni.
CREDITI
Titolo: Una vita tranquilla / Regia: Claudio Cupellini / Sceneggiatura: Filippo Gravino, Guido Iuculano, Claudio Cupellini / Fotografia: Gergely Poharnok, Montaggio: Giuseppe Trepiccione / Scenografia: Erwin Prib / Musiche: Teho Teardo / Interpreti: Toni Servillo, Marco D’Amore, Francesco Di Leva, Julianne Khoeler / Produzione: Fabrizio Mosca / Distribuzione: 01 Distribution / Paese: Italia, Germania, Francia / Anno: 2010 / Durata: 105 minuti
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Filmografia di Claudio Cupellini
Festival Internazionale del Film di Roma
01 Distribution