New Contemporaries è una rassegna annuale che dà ad artisti emergenti, sia studenti che appena diplomati, spazio e voce per promuovere nuove idee e forme d’arte sperimentale. Stabilita nel 1949, dopo circa un ventennio, la mostra ritorna nella sua sede originale, quella dell’Institute of Contemporary Arts (ICA) di Londra, con un fitto programma di eventi, dalle conferenze alle proiezioni alle performances, a fare da corollario ai lavori degli artisti selezionati.
Va detto, che New Contemporaries è una organizzazione indipendente, il cui processo di selezione è sganciato dalle dinamiche accademiche ed educative, proprio per dare ai 49 artisti prescelti una possibilità veramente democratica di esporre i propri lavori, trasferendo così la pratica dall’aula alla realtà.
La sensazione, aggirandosi negli spazi espositivi dell’ICA, è quella di uno show di fine anno accademico, seppur di alta qualità. Il che non rappresenta necessariamente un aspetto negativo. Dietro il folto numero di opere e le stringate, quasi nulle, informazioni su artisti che si stanno appena affacciando sulla scena del futuro, si percepisce un’immediatezza vivace, ancor prima di un discorso curatoriale.
Non appena si entra nella mostra una delle opere che è impossibile non notare, è la videoanimazione di Christian de la Riva, in cui un personaggio dai tratti lineari, che ricordano molto le creazioni di Julian Opie, è intento ad attuare una serie di mutilazioni dai connotati grafici e surreali. Un’altra opera che cattura l’attenzione è Dis illusion Coin Faces di Kiwoun Shin. Diretto e quasi epico, l’affascinante processo di riduzione in polvere infinitesimale di monete di diversi paesi, simbolo di potere e ricchezza, è filmato in primo piano, molto ravvicinato.
Molto interessanti i lavori di Rowena Hughes, stampe quasi accidentali di motivi geometrici, ripetute su pagine di libri, fotografie, o superfici neutre, di materiali diversi. Qui l’intervento dell’artista non si integra mai completamente alla composizione visiva, ma resta un elemento alieno, dalla carica spaziale dirompente.
Anche nei lavori di Sam Knowles, si ritrova un concetto estetico dello spazio. In Field, il sistema solare è dipinto su pagine di libri di contenuto diverso (novelle, saggi di filosofia, manuali di scienze).
Gli interventi di Knowles risentono di un linguaggio visivo desunto da regole di gioco ed illustrazioni scientifiche, e trasformano le pagine su cui si posano in una nuova serie di valori e significati.
Per la fotografia, le immagini di Vasileios Kantas riprendono soggetti in spazi aperti o in situazioni di attesa, catturando l’attenzione per un senso di mistero destinato a non venire mai completamente svelato.
Affascinante e di grande impatto, il video di Greta Alfaro, In Ictu Oculi. Una camera fissa documenta uno stormo di avvoltoi che si avventano su una tavola finemente apparecchiata e imbandita nel mezzo della campagna, facendone scempio. Il filmato nella sua cruda realtà è avvincente quanto inquietante, e rimanda a metafore di bellezza effimera e perverse associazioni.
New Contemporaries è un’interessante indagine sulle potenzialità di nuovi talenti, che nel passato ha messo in luce artisti del calibro di Damien Hirst, Glenn Brown e Mark Leckey (tra i curatori di questa edizione, assieme a Gabriel Kuri e Dawn Mellor) e che in questa edizione corale 2010 lascia ben sperare per il futuro dell’arte contemporanea in Gran Bretagna.
© CultFrame 12/2010
IMMAGINI
1 Rowena Hughes. City (Split Penrose Series), 2009. Screenprint on inkjet print of found image
2 Vasileios Kantas. Red ball, 2004–2009. Hahnemuhle German Etching giclee print
INFORMAZIONI
Dal 26 novembre 2010 al 23 gennaio 2011
Institute of Contemporary Arts / The Mall, Londra / Telefono: +44 (0)20.7930364726
Orario: 12.00 – 19.00 / Giovedì 12.00-21.00 / Lunedì e martedì chiuso / Ingresso libero