Brad Anderson, regista di Session 9, L’uomo senza sonno, ha presentato all’interno della sezione (nostra preferita) Rapporto Confidenziale il suo nuovo film Vanishing on 7th Street, thriller post-apocalittico che segue un piccolo gruppo di sopravvissuti durante un misterioso black-out che provoca la sparizione dell’intera popolazione mondiale. Un nero misterioso che inghiotte ogni figura umana non “illuminata”, lasciando come esile traccia solo l’involucro del nostro esistere odierno: vestiti vuoti. Compresa la metafora metacinematografica? Ma nella metropoli partorita dal 900 la luce è solo artificiale, l’energia elettrica è la fonte del nostro esistere, senza la quale non vi è vita. Senza la quale non si è. E la mancanza di luce crea semplicemente inesistenza!
Le sequenze iniziali sono davvero affascinanti e girate con grande talento visivo, paragonabili a quelle di un Danny Boyle e il suo 28 giorni. Dopo, Vanishing on 7th Street si assesta nelle modalità di un thriller più canonico anche se questo non è un punto a suo sfavore. Vista la quantità di pellicole ormai sfornate da quella parte del mondo, con tematiche simili, avere tra le mani un giocattolo così ben curato lo fa sembrare quasi prezioso. Perché il regista Anderson ha a disposizione una storia elementare che gli permette di utilizzare una miriade di sfumature, una storia semplice ma in fondo tanto complicata, in cui lo spazio e il tempo, di resnaisiana memoria, si dilatano e si restringono nella maniera più assoluta spingendo la vicenda verso un finale aperto e senza una vera spiegazione che costituisce ulteriore motivo di estrema astrazione del film. E se John Leguizamo si conferma sempre come uno degli attori più duttili del cinema d’oltreoceano, sfido chiunque a trovare un ruolo di Leguizamo simile ad un altro; lo stesso si può forse dire anche del protagonista Hayden Christensen, l’ex Darth Vader dell’ultimo Lucas, che interpreta il leader del gruppo di sopravvissuti. E poi c’è una Thandie Newton la cui performance, forse un po’ sopra le righe, alle prese con il ruolo difficile di una ex tossicodipendente il cui bambino di nove mesi è stato portato via dai cattivi.
Qualcuno si è lamentato della mancanza di originalità in tutto questo: è difficile inventarsi qualcosa di nuovo, e lo stesso M. Night Shyamalan forse il più innovatore di tutti ha avuto dei problemi con i suoi soggetti. Ma il bravo Brad Anderson lo sa e più che alla storia ha prestato attenzione allo stile e si vede!
© CultFrame 12/2010
TRAMA
Un improvviso blackout getta la città di Detroit nell’oscurità. Uno sparuto gruppo di persone si ritrova solo, mentre tutti gli altri sembrano spariti: per le strade ci sono solo mucchi di vestiti e auto abbandonate. A un certo punto, anche la luce del giorno inizia a scomparire, mentre l’unico modo per resistere all’oscurità sembra usare le poche fonti di luce rimaste.
CREDITI
Titolo originale: Vanishing on 7th Street / Regia: Brad Anderson / Sceneggiatura: Anthony Jaswinski/ Fotografia: Uta Briesewitz / Montaggio: Jeffrey Wolf / Musica: Lucas Vidal/ Interpreti: Hayden Christensen, Thandie Newton, John Leguizamo, Taylor Groothuis / Produzione: Tove Christensen / USA 2010 / Durata: 90 minuti