Significherà qualcosa, oppure no, il fatto che la versione italiana di Wikipedia non abbia una voce dedicata al regista russo Vitalij Kanevskij?
Forse perché ha girato pochi film, tutti multi-premiati con ben due riconoscimenti al Festival di Cannes, o forse perché i suoi lavori sono di difficile reperibilità poco si è sempre parlato di questo cineasta.
Non lo conosciamo a sufficienza, questo cineasta? Allora scopriamolo, o meglio tiriamolo fuori dall’oblio. Riflessione, quest’ultima, che sicuramente ha spinto la direzione artistica della 28ma edizione del Torino Film Festival a proporci la filmografia di questo validissimo cineasta.
Il suo debutto, da miglior esordiente alla veneranda età di 55 anni (Sta fermo, muori e resuscita), non è comune e si può solo paragonare all’incredibile esordio letterario di un autore come Henri-Pierre Roché, con il suo Jules e Jim (poi portato sul grande schermo da François Truffaut nel 1962).
Ma per arrivare a tutto ciò bisognava avere un talento debordante e una biografia piena di disavventure come quella del nostro regista, a lungo ospite (esattamente per otto anni) delle galere staliniane.
Ambienti, personaggi e storie così non si inventano, non producono personaggi di fantasia; e, infatti, Kanevskij è Valerka come Truffaut era il protagonista de I quattrocento colpi (Antoine Doinel). Valerka è, infatti, il personaggio centrale di due dei tre lungometraggi che ha firmato il nostro e di cui alcune risonanze arrivano finanche ai suoi lavori documentaristici successivi.
Opere come Sta fermo, muori e resuscita (1989 – Premio Camerà d’Or a Cannes 90) e Una vita indipendente (1992) a modo loro se non hanno del tutto rivoluzionato un certo formalismo russo, hanno di sicuro sconvolto più di un burocrate reduce del vecchio sistema. Il primo, girato in bianco e nero, è ambientato nella gelida Siberia alla fine degli anni ’40. Lì Valerka ne combina di tutti i colori in una condizione di spaventosa desolazione umana. Il secondo, non celebrato come il precedente, narra ancora le vicende del giovane protagonista di Sta fermo, muori e resuscita e si è aggudicato il Premio della Giuria al 45° Festival di Cannes.
Vitalij Kanevskij ha oggi 75 anni. Continua a occuparsi di audiovisivo, gira documentari e video. E abbiamo potuto vedere alcune cose straordinarie al Festival di Torino.
Siamo sicuri che la sua vitalità lo porterà a girare qualche altra pellicola al livello di quelle che hanno decretato la sua fama.
Ovviamente se i “nuovi” russi glielo permetteranno.
© CultFrame 12/2010
IMMAGINI
1 Frame del film Una vita indipendente di Vitalij Kanevskij
2 Frame del film Sta fermo, muori e resuscita di Vitalij Kanevskij
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Torino Film Festival