We Want Sex. Un film di Nigel Cole

SCRITTO DA
Eleonora Saracino

nigel_cole-we_want_sexIspirato ad un fatto realmente accaduto, We Want Sex inserisce la protagonista come personaggio di fantasia all’interno di una serie di storie autentiche delle quali Nigel Cole (regista della pellicola di successo Calendar Girls) ha raccolto le testimonianze da parte di alcune delle donne che parteciparono allo sciopero del 1968 e arrivarono a parlare con il Ministro Barbara Castle. In un intrecciarsi di storie personali – dolorose, complesse e, talvolta, anche divertenti – il regista inglese racconta, fondamentalmente, il coraggio di un gruppo di operaie che ebbero la determinazione di combattere per quello che non era un “privilegio” ma un diritto: la parità salariale con gli uomini. Sullo sfondo di fabbriche fatiscenti dove sono costrette a condizioni di lavoro vergognose, Rita e le sue compagne ingaggiano una battaglia, non solo contro lo strapotere maschile ma, soprattutto, contro una linea di condotta comunemente accettata che, nel lavoro e nella vita, condanna la donna alla posizione di eterna seconda. Una lotta, quelle delle operaie di Dagehnam, che è, e resta, esemplare non per il suo valore femminista, quando per quello che muove dall’affermazione di un diritto sacrosanto di un Paese civile.

Rita, interpretata da un’ottima Sally Hawkins, è la vera eroina; sulle prime timida e impacciata ma, via via, sempre più sicura delle sue idee e delle sue parole. Intorno a lei si muovono una serie di comprimarie, diverse tra loro per età e carattere, ma ugualmente solidali con la forza della loro leader. Tra scontri pubblici e dolori privati, Cole traccia il ritratto di queste coraggiose operaie e, nel contempo, scatta una fotografia d’epoca ma il limite del film è proprio questo: concentrarsi sul dettaglio “vintage” a discapito della forza drammatica dell’intera vicenda.
Certamente Cole non è Loach ma, talvolta, la leggerezza con la quale si può trattare un tema importante  rischia di scivolare in una levità che si ferma alla superficie. Una vena fin troppo buonista pervade tutto il film e certi stereotipi (il sindacalista di buon cuore solidale con le scioperanti, la moglie bella e progressista del boss della fabbrica, il Ministro che accoglie senza indugio le istanze delle lavoratrici…) finiscono per appiattire la forza emotiva del film che sta, invece, nella strenua lotta di queste donne che non hanno rinunciato alla volontà di combattere, aprendo la vita ad un cambiamento fondamentale sul tema del lavoro.
Tuttavia. We Want Sex è, nel complesso, un’opera godibile sostenuta soprattutto da un cast di alto livello la cui prova recitativa assolve, in parte, il film da quel rassicurante ottimismo di ogni prevedibile happy end.

© CultFrame 10/2010 – 12/2010


TRAMA

1968, Dagehnam.  La fabbrica della Ford è uno dei punti di forza dell’economia inglese. Gli uomini lavorano alle automobili mentre le donne nel settore della cucitura dei sedili, in un edificio fatiscente risalente agli anni Venti. Quando vengono classificate come “operaie non qualificate”, le donne della fabbrica decidono di far sentire la loro voce. Combattendo i pregiudizi dei colleghi maschi e dei sindacalisti, la leader Rita, con le sue colleghe, inizia da uno sciopero per arrivare a farsi ricevere dal Ministro Barbara Castle e portare avanti la battaglia per la parità salariale.


CREDITI

Titolo: We Want Sex / Titolo originale: Made in Dagenham / Regia: Nigel Cole / Sceneggiatura: William Ivory / Fotografia: John de Borman / Montaggio: Michael Parker / Scenografia: Andrew McAlpine / Interpreti: Sally Hawkins, Bob Hoskins, Miranda Richardson, Geraldine James, Rosamud Pike / Produzione: Stephen Woolley, Elizabeth Karlsen / Distribuzione: Lucky Red / Paese: UK, 2010 / Durata: 113 minuti

LINK
Filmografia di Nigel Cole
Festival Internazionale del Film di Roma
Lucky Red

Condividi
Eleonora Saracino

Eleonora Saracino, giornalista, critico cinematografico e membro del Sindacato Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), si è laureata in Storia e Critica del cinema con una tesi sul rapporto Letteratura & Cinema. Ha collaborato con Cinema.it e, attualmente, fa parte della redazione di CulfFrame Arti Visive e di CineCriticaWeb. Ha lavorato nell’industria cinematografica presso la Columbia Tri Star Pictures ed è stata caporedattore del mensile Matrix e della rivista Vox Roma. Autrice di saggi sul linguaggio cinematografico ha pubblicato, insieme a Daniel Montigiani, il libro “American Horror Story. Mitologia moderna dell'immaginario deforme” (Viola Editrice).

Articoli correlati

Previous
Next

1

About

New CULTFRAME – Arti Visive rappresenta la naturale evoluzione della precedente rivista fondata nel 2000. Vuole proporre ai lettori un quadro approfondito della realtà creativa italiana e internazionale. L’intenzione è quella di cogliere ogni nuovo fattore che possa fornire sia agli appassionati che agli addetti ai lavori un affresco puntuale e moderno riguardo gli sviluppi odierni delle Arti Visive.

3

COPYRIGHT © 2024 CULTFRAME – ARTI VISIVE.
TUTTI I DIRITTI RISERVATI. AUTORIZZAZIONE DEL TRIBUNALE DI ROMA N. 152 DEL 4 MAGGIO 2009