Quali sono gli ingredienti fondamentali di una commedia? Semplice: sceneggiatura equilibrata e ritmica, dialoghi fulminanti e battute intelligenti, attori sensibili, regia formalmente corretta e al servizio della vicenda, leggerezza espressiva. Tutti questi elementi sono contenuti ne La versione di Barney, opera firmata da Richard J Lewis, tratta dal fortunato romanzo dello scrittore Mordecai Richler.
Questo lungometraggio però possiede anche altre caratteristiche. Si tratta, infatti, di una sorta di affresco familiare che attraversa vari decenni e che trova il suo cardine nella storia individuale di Barney, produttore di orribili sceneggiati televisivi canadesi. Un piccolo uomo dalla storia normale e allo stesso tempo incredibile. Tre mogli, due figli, vicende amorose in Canada e in Italia, un caso di omicidio-scomparsa, una vita allo stesso anonima e scoppiettante.
Nel film la parte di Barney è sostenuta da Paul Giamatti, un attore (almeno nel lungometraggio in questione) di rara abilità e in grado di mettere in atto un totale controllo delle espressioni, della gestualità. Grande tempismo, sorprendente presenza scenica, effetto simpatia/immedesimazione assicurato.
Richard J. Lewis riesce, anche grazie alla sceneggiatura di Michael Konyves, a fornire all’intera storia un tono ebraico che non deriva solo dalla situazioni tipiche della vita ebraica di Montreal (i matrimoni, la comunità) ma dall’impostazione profondamente umana e acuta che viene data ai personaggi.
Tutto è giocato sul confine sottile che scorre tra corretto e scorretto, tra cinico e altamente sofisticato, tra comico e tragico, tra grottesco e serio.
Barney combatte la propria personale battaglia esistenziale, per sentirsi vivo, vero. Fa tutto ciò in nome dei sentimenti e della costruzione di una vita basata sull’amore (anche se non sempre ogni progetto gli riesce pienamente). Accanto a Barney, c’è sempre la figura paterna (un irresistibile Dustin Hoffman), sempre capace di dispensare consigli ma anche di assecondare i sentimenti del figlio nella sua pirotecnica febbre esistenziale.
La regia di Richard J. Lewis è elegante, misurata, elaborata sui tempi delle inquadrature e delle sequenze. E proprio per tale motivo la tensione, per quel che riguarda l’esperienza dello spettatore, è sempre limpida e vivace.
Se proprio dovessimo trovare due difetti a questo lavoro, dovremmo concentrarsi su due questioni: le sequenze girate a Roma e la chiusura. Tutte le inquadrature realizzate in Italia non sfuggono al luogo comune che si manifesta ogni qual volta un regista non europeo lavora nel nostro paese: luce troppo calda (come se da noi fosse sempre estate) e situazioni eccessivamente folcloristiche, al limite del caricaturale.
La parte conclusiva dell’opera, quando Barney si avvia verso la fine della sua vibrante esistenza, è eccessivamente sbrigativa e non lascia spazio al fruitore di metabolizzare la conclusione di una storia che non meritava un finale vagamente patetico.
Da notare i due camei di due grandi registi canadesi: Atom Egoyan e David Cronenberg.
© CultFrame 09/2010 – 01/2011
TRAMA
Barney Panofsky è un produttore televisivo di sceneggiati ultrapopolari. La sua vita si divide tra l’amata moglie che gli ha dato due figli, il simpatico padre, alcuni amici e altre persone che sopporta di meno. Prima di questo periodo c’era stato un soggiorno a Roma, una prima moglie suicida e una seconda moglie da cui aveva divorziato. La sua esistenza sembra procedere in maniera finalmente equilibrata fino a quando per stupidità tradirà la moglie. Sarà l’inizio della fine.
CREDITI
Titolo: La versione di Barney / Titolo originale: Barney’s Version / Regia: Richard J. Lewis / Sceneggiatura: Michael Konyves / Fotografia: Guy Dafaux / Montaggio: Susan Shipton / Scenografia: Claude Paré / Musiche: Pasquale Catalano / Interpreti: Paul Giamatti, Rosamunde Pike, Minnie Driver, Rachelle Lefevre, Dustin Hoffman / Produzione: Robery Lantos / Distribuzione: Medusa / Origine: Canada, Italia, 2010 / Durata: 132 minuti
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Filmografia di Richard J. Lewis
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
Medusa