Ci sono canzoni “easy listening” che sono di tutto rispetto e che, se si combinano con videoclip “easy watching” (se così si può dire) ma ben eseguiti, comunicano un risultato veramente godibile. È proprio ciò che accade con il nuovo singolo della ventiduenne londinese Adele Laurie Blue Adkins. La diffusione di Rolling in the deep anticipa l’uscita del secondo album, intitolato 21, della dotata cantautrice soul-pop che si era già fatta conoscere al grande pubblico nel 2008 con il brano Chasing Pavements. Quella canzone era accompagnata da un originale videoclip, in quel caso girato da Matthew Cullen il quale aveva ripreso una coppia di amanti che, dopo un incidente, si esibiscono in una tanto surreale quanto interessante danza a terra. In questi giorni invece è possibile vedere il nuovo videoclip di Adele, questa volta realizzato da Sam Brown, un regista che – pur collaborando con musicisti diversi come Jay-Z, James Blunt, Foo Fighters, The Verve e molti altri – si caratterizza per l’elaborazione di idee semplici e visivamente ben costruite. In ‘Scivolando nel profondo‘ Adele canta del momento in cui, dopo essersi resi conto che un amore è finito, si trova finalmente la forza di andare avanti. E lo fa in modo struggente, risentito e determinato.
Parte del testo recita: «C’è un principio di incendio nel mio cuore che raggiunge un picco di febbre e mi porta fuori dal buio, finalmente posso vederti chiaramente». La canzone suona in modo leggero e al tempo stesso sofisticato e così è anche il videoclip. La location scelta è un’ampia villa caratterizzata da interni vuoti e classicheggianti (si intravedono bassorilievi e fregi e affreschi e scalinate e colonne). In quella villa Brown allestisce in sei diversi ambienti altrettanti set che per cura visiva e per gusto riecheggiano opere d’arte contemporanea. L’ambientazione principale è quella in cui è collocata un’Adele vestita e acconciata in stile vintage: viene ripresa perlopiù di profilo mentre canta stando seduta in una stanza in cui le sedie, le pareti e persino un quadro sono ricoperti da teloni. L’altro ambiente principale che sin dalle prime battute si alterna a quello in cui è Adele è la stanza in cui si trova una ballerina (una sorta di alter ego della cantante) vestita da samurai che danza come fosse una pattinatrice sul ghiaccio e che, aiutandosi con un bastone, solleva della polvere bianca dal pavimento creando un’atmosfera suggestiva.
Le altre stanze sono altrettante metafore dei sentimenti evocati e puntano sul ritmo della canzone. In un largo disimpegno è disposta una distesa di bicchieri riempiti d’acqua che vibra assecondando il tempo della batteria. In un sottoscala viene inquadrato da dietro il batterista mentre suona. E ancora: dalla cima di una scala vengono lanciati piatti e tazzine che si schiantano a tempo di musica contro uno schermo bianco e finiscono nel mucchio sottostante. Il cumulo di tazzine e piatti rotti simboleggia perfettamente l’idea di amore finito, come ben espresso dai versi della poetessa Elisa Biagini: «andrai coi / piatti rotti / nella cassa e / le tazze, spezzate / come te, / che tu / non sia la sola / incrinatura». Infine, nell’ultima stanza si erge su un tavolo un’intera città di carta bianca su cui vengono fatti esplodere candidi fuochi artificiali e che poi viene bruciata. Brown monta le riprese effettuate nelle diverse location alternandole fra di loro: il tutto però è unificato dal colore predominante bianco che comunica volontà di rinnovamento, da un’orchestrazione accurata delle luci e da inquadrature via via più dinamiche grazie a fluidi movimenti della macchina da presa ottenuti tramite carrellate e zoomate. Si tratta di un video semplice ma ineccepibile da un punto di vista formale e che esalta le qualità del nuovo singolo di Adele, facendo scivolare i sentimenti da lei cantati nel nostro profondo.
© CultFrame 01/2011
CREDITI
Brano: Rolling in the Deep / Interprete: Adele / Album: 21 / Etichetta: XL Recordings / Regia: Sam Brown
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Il sito di Adele