“Non sono cattivo – ha affermato Vallanzasca in un’intervista a Radio Popolare durante la sua latitanza – ma ho un lato oscuro particolarmente spiccato”. Non privo d’ironia, il criminale di Placido descrive se stesso come un uomo che, se avesse voluto, avrebbe potuto essere diverso ma “è nato per il furto” e a questo “destino” non ha mai cercato di opporsi. Rapinatore per vocazione, assassino per necessità, il bel René, come era chiamato dai giornalisti all’epoca, si è dedicato alla carriera criminale con autentica passione, diventando protagonista, con i suoi colpi, di una delle più efferate cronache italiane.
Michele Placido, sedotto da questa figura nel contempo affascinante e terribile non ha voluto – come più volte ha dichiarato – farne un ritratto “eroico” ma, seppur attento a non cadere nella trappola dell’agiografia, ha finito per trasformare Vallanzasca in una sorta di rockstar. Bello, intrigante e con la battuta ad effetto anche quando imbraccia un mitra, René attraversa ogni inquadratura con la sfrontatezza e l’arroganza di una celebrità del male. I colpi, gli amori, i rapporti con i membri storici della sua banda compongono l’insieme emotivo ma, al tempo stesso, “mitico” di un criminale da copertina che smarrisce la sua autenticità in una narrazione piuttosto superficiale e sovente confusa. Contrariamente a quel che accadeva in Romanzo criminale, Placido non rende chiaro il contesto all’interno del quale si muovono Vallanzasca e i suoi. La rivalità con Turatello, l’ombra della camorra e della mafia, i tradimenti dei fedelissimi restano sullo sfondo e rendono di incomprensibile “semplicità” le trasformazioni di un certo scenario di alleanze come quella con Francis, l’acerrimo nemico, con il quale giunge ad un accordo in modo frettoloso quanto inverosimile nel cortile di Rebibbia, svuotato dagli altri detenuti in attesa della sfida. Kim Rossi Stuart – che ha firmato, tra gli altri, anche la sceneggiatura – fa del suo meglio per rappresentare il lato “oscuro” di un uomo che ha scelto il crimine come stile di vita ma non convince fino in fondo, rimanendo ai margini di un personaggio che avrebbe offerto spunti di una ben più profonda analisi.
Guardando Vallanzasca – Gli angeli del male si ha così l’impressione di assistere ad uno spettacolare racconto criminale, tra fughe rocambolesche, vendette sanguinose e facili seduzioni in cui Placido non si nega alla tentazione di inserire un elemento autoreferenziale, con un rapido, voluto, anacronismo tra la rassegna dei titoli dei giornali del tempo. Un film sul quale il regista avrebbe potuto lavorare, come per l’efficace storia della Banda della Magliana, in sottrazione e con misura ma si è lasciando andare ad un eccesso – tra spettacolarità e ammiccamento – che nuoce alla verosimiglianza e, soprattutto, all’autenticità emotiva della più pericolosa delle seduzioni, quella del male appunto…
© CultFrame 09/2010 – 01/2011
TRAMA
Milano, anni Settanta. La malavita è il regno di Francis Turatello, detto “faccia d’angelo”, ma l’irrompere di Renato Vallanzasca e della sua banda cambia lo scenario. Fin da ragazzino iniziato alla carriera criminale, Vallanzasca mette a segno una serie di colpi che gli fruttano un cospicuo bottino. Con i suoi compagni si dà alla bella vita e incontra Consuelo con la quale avrà un figlio e che gli resterà accanto fino all’evasione da San Vittore. La latitanza di Vallanzasca è costellata da altre rapine ed omicidi e quando finirà nel carcere di Rebibbia, a Roma, il criminale avrà modo di avvicinarsi a Turatello, il suo rivale di sempre. Tra prigioni e fughe, Vallanzasca si dichiara ad Antonella, la sua amica d’infanzia e la sua libertà terminerà con il definitivo arresto, verso la fine degli anni Ottanta.
CREDITI
Titolo: Vallanzasca – Gli angeli del male / Regia: Michele Placido / Sceneggiatura: Andrea Purgatori, Angelo Pasquini, Andrea Lenza, Toni Trupia, Antonio Leotti, Kim Rossi Stuart dai romanzi “Il fiore del male” di Carlo Bovini e Renato Vallanzasca e “Lettere a Renato” di Antonella D’Agostino e Renato Vallanzasca / Fotografia: Arnaldo Catinari / Montaggio: Consuelo Catucci / Interpreti: Kim Rossi Stuart, Filippo Timi, Moritz Bleibtreu, Paz Vega, Valeria Solarino, Francesco Scianna / Produzione: Elide Melli (Cosmo Production) /Italia 2010 / Distribuzione: Twenty Century Fox / Durata: 125 minuti
LINK
CULTFRAME. Il grande sogno. Un film di Michele Placido
CULTFRAME. Romanzo criminale. Un film di Michele Placido
Sito ufficiale del film Vallanzasca – Gli angeli del male di Michele Placido
Filmografia di Michele Placido
20th Century Fox
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia