Gli Hana B sono una giovane band indie rock italiana ma con una vocazione internazionale: cinque ragazzi originari di Ivrea che già nel nome dichiarano di ispirarsi alla cultura orientale (richiamano infatti l’omonimo film del regista giapponese Takeshi Kitano del quale condividono lo stesso espressionismo poetico, cioè quella stessa miscela di armonia e rabbia, di dolcezza e violenza) e, poi, si contraddistinguono per sonorità affini al mondo musicale anglosassone, tanto che per registrare il loro secondo album Ruins’ Hotel si sono trasferiti a Londra. I Miss You, il fortunato singolo di lancio del nuovo album, è stato fatto uscire nel marzo del 2010 in tutta Europa. L’ultimo brano inedito proposto dalla band si intitola Don’t Let Me Go ed è stato appositamente composto per Save The Chidren, organizzazione non governativa internazionale che dal 1919 lavora per migliorare concretamente la vita dei bambini nel mondo. Il ricavato delle vendite è devoluto a Every One, campagna di sensibilizzazione sulla tragedia della mortalità infantile per cause facilmente prevedibili e curabili.
Il cantante degli Hana B Fab Vitale intona con la sua voce profonda Don’t Let Me Go, facendosi accompagnare per l’occasione da Tamara Schlesinger del gruppo pop alternativo folk inglese 6 Day Riot. Il brano è stato inciso nel mitico Fisher Lane Studio, un posto carico di suggestioni non soltanto perché immerso nell’atmosfera del Surrey, ma anche perché lì hanno registrato musicisti del calibro dei Genesis e The Cure. Un posto che, a detta del gruppo stesso, ha infittito di fibre la canzone, facendole acquisire aria e spazio. Ne è risultata un’intensa e raffinata ballata dalla linea melodica semplice, emozionante ma al tempo stesso incisiva, caratteristiche che la pongono in sintonia con lo stile del videoclip che la accompagna. Il testo recita: «Non lasciarmi andare, non farmi camminare in ginocchio, non lasciare che io sia impaurito, non lasciarmi distrutto per terra» e interpreta la richiesta di aiuto di un bambino. L’intero video è costituito dal montaggio di sequenze tratte dal medio metraggio francese Le Ballon Rouge di Albert Lamorisse e mostra la vicenda di un bimbo vestito completamente di grigio e che, mentre sta andando a scuola aggirandosi nel fatiscente quartiere parigino di Menilmontant, si ferma per liberare un palloncino (di un colore rosso vibrante? rimasto impigliato in un lampione. Da quel momento i due si muovono insieme per la città fino a quando vengono raggiunti in un prato anche da altri palloncini multicolori di Parigi, regalando così gioia al piccolo protagonista.
Nel 1956 Le Ballon Rouge si aggiudicò la Palma d’Oro come miglior cortometraggio al 10° Festival di Cannes e l’anno seguente vinse l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale. Il film è stato definito dal critico e teorico del cinema André Bazin un “documentario dell’immaginazione”, perché unisce ambientazioni realistiche alla qualità poetica tramite le quali riesce a esprimere la ricerca umana di conforto e affetto per affrontare le difficoltà della vita. Pur nei tagli effettuati per il videoclip, tagli che modificano sostanzialmente il senso del corto, restano intatte la delicatezza e la profondità della pellicola originale. Il palloncino diventa il simbolo di un’infanzia felice che con poco può volare via ma che sempre con poco può essere trattenuta. Immagini e musica sono perfettamente accordate, come dimostra anche la scelta molto efficace di introdurre la voce femminile nella canzone nel momento in cui i palloncini cominciano a librarsi in cielo per raggiungere il bimbo. Lo spirito che ha animato questo progetto artistico è ben sintetizzata dalle parole di Fab Vitale: «Siamo sempre stati convinti della possibilità della musica di catalizzare emozioni. Quando si riesce ad aprirsi al mondo e ad abbattere l’indifferenza della vita quotidiana, allora ci si sente pienamente realizzati come musicisti».
© CultFrame 02/2011
CREDITI
Brano: Don’t Let Me Go / Interprete: Hana B / Regia: Albert Lamorisse / Fotografia: Edmond Sechan / Produttori: Roncaglia & Wijkander in collaborazione con F-Cube Films Ltd / Postproduzione: Pao Film