Il Grinta. Un film di Joel e Ethan Coen

ethan_joel_coen-il_grintaLa prima volta dei Coen, ovvero: il western. Non quello evocativo e contemporaneo di Non è un paese per vecchi ma il western classico, tradizionale e riconoscibile come una vecchia, intramontabile, ballata.
Tratto dall’omonimo libro di Charles Portis (“True Grit”, pubblicato a puntate, nel 1968, sul Saturday Evening Post), il film dei Coen si è attenuto fedelmente alla struttura del romanzo già portato sullo schermo, nel 1969, da Henry Hathaway, con John Wayne nel ruolo (che gli valse l’Oscar), divenuto leggendario, de Il Grinta. Non si tratta, però, di un remake ma, come hanno più volte sottolineato i registi, di una rilettura e di una nuova versione del testo di Portis. Raccontato in prima persona da Mattie Ross, la ragazzina in cerca di giustizia per la morte del padre, il film dei Coen si discosta dalla pellicola di Hathaway  non solo per il punto di vista del narratore ma per lo spirito, crudo e selvaggio, di un West spogliato di quell’eroismo hollywoodiano che in The Duke trovò la sua perfetta icona.

Jeff Bridges, nella parte del ruvido Rooster, non strizza l’occhio allo sceriffo di Wayne ma indossa gli sciatti panni di Cogburn e lo fa suo: sobrio quanto basta, grilletto facile e un eloquio strafottente sibilato tra le pieghe dell’alcool. Quasi un monumento fisico allo spirito selvatico, Rooster osserva col suo unico occhio quell’universo di violenza e sopravvivenza di cui ben conosce le insidie e i tranelli e, con la giovane Mattie e il ranger chiacchierone e di buon cuore, forma un inedito trio, la cui bizzarria – scaturita dall’incontro di ciascuno dei caratteri – non poteva che solleticare le corde dei Coen. Attingendo appieno dai dialoghi originali, i registi di Minneapolis raccontano una storia di frontiera che, attraverso le parole di Mattie, si fa anche percorso di crescita e di trasformazione. In quegli anni (siamo intorno al 1878) quel che veniva chiamato Territorio Indiano, non apparteneva a nessuno stato e in questa sorta di terra di nessuno trovavano rifugio fuggiaschi di ogni tipo. Un luogo non certo adatto ad una giovane adolescente ma la piccola Ross, come ogni eroina letteraria che si rispetti, riuscirà a compiere quell’impresa che, indelebilmente, segnerà la sua esistenza. L’esordiente Hailee Steinfeld si rivela perfettamente in parte, molto più convincente e volitiva della Kim Darby del 1969 e sa tener testa ai colleghi di consumata esperienza come Bridges, Damon e Brolin. Il West dei Coen è davvero selvaggio, pericoloso e senza legge e, invece di fungere da mero sfondo alla vicenda, si fonde con essa, ne diventa parte integrante e, attraverso una regia che ne esalta la straordinaria profondità prospettica, anche il paesaggio si fa Storia.

Asciutto e non privo di un certo humor nero, Il Grinta vuole farsi film d’avventura e, nel contempo, celebrare la volontà, spontanea e selvaggia, degli spiriti liberi. La vendetta  e l’interesse, l’ingenuità e la scaltrezza si mescolano segnando i rapporti tra i protagonisti, per tracciare, anche con solchi di sangue, il sentiero che porterà ciascuno di loro verso il proprio destino. I Coen scelgono, qui, di convertire l’afflato epico in un respiro – a volte affannoso – di cruda realtà scolpita, come l’anti-Wayne che piace ad entrambi, in una terra senza eroi; tuttavia quel che sembra mancare a questo film è quel tocco di lirismo che avrebbe reso i personaggi, e il loro legame, emotivamente più complici e non solo incastonati in uno scenario di formidabile impatto visivo. Fino all’ultima inquadratura si cerca di rintracciare l’eco di quella suggestione che tanto amiamo nel cinema dei Coen ma quel che resta, sul finale, è l’impressione di aver assistito ad uno spettacolo di cruda bellezza, appena sfiorato da un’emozione profonda.

© CultFrame 02/2011


TRAMA

Mattie Ross ha 14 anni e si mette in viaggio ferso Fort Smith, in Arkansas, per vendicare la morte del padre, ucciso da Tom Chaney ora in fuga verso il Territorio Indiano. Determinata a farlo impiccare la ragazza chiede aiuto ad uno degli sceriffi della città: Rooster Cogburn, un uomo rude che ama alzare il gomito e ha il grilletto facile. Dopo un’iniziale resistenza Cogburn decide di aiutarla ma sulle tracce di Chaney si mette anche LaBoeuf, un Texas Ranger che ha intenzione di riscuotere la taglia che pende sulla testa del ricercato. Il bizzarro trio inizia così una caccia all’uomo che si rivelerà, ben presto, all’insegna del pericolo pericolo e della morte.


CREDITI

Titolo: Il Grinta / Titolo originale: True Grit / Regia: Joel e Ethan Coen / Sceneggiatura: Joel e Ethan Coen dal libro di Charles Portis / Fotografia: Roger Deakins / Montaggio: Joel e Ethan Coen / Scenografia: Jess Gonchor / Musica: Carter Burwell / Interpreti: Jeff Bridges, Matt Damon, Josh Brolin, Hailee Steinfeld, Barry Pepper / Produzione: Scott Rudin, Joel e Ethan Coen / Distribuzione: Uip / Paese: Usa, 2011 / Durata: 110 minuti

LINK
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Sito ufficiale del film True Grit (Il Grinta) di Joel e Ethan Coen
Sito italiano del film Il Grinta dei Joel e Ethan Coen
Filmografia di Joel Coen
Filmografia di Ethan Coen
UIP

Eleonora Saracino

Eleonora Saracino, giornalista, critico cinematografico e membro del Sindacato Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), si è laureata in Storia e Critica del cinema con una tesi sul rapporto Letteratura & Cinema. Ha collaborato con Cinema.it e, attualmente, fa parte della redazione di CulfFrame Arti Visive e di CineCriticaWeb. Ha lavorato nell’industria cinematografica presso la Columbia Tri Star Pictures ed è stata caporedattore del mensile Matrix e della rivista Vox Roma. Autrice di saggi sul linguaggio cinematografico ha pubblicato, insieme a Daniel Montigiani, il libro “American Horror Story. Mitologia moderna dell'immaginario deforme” (Viola Editrice).

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