Dopo essersi aggiudicato il riconoscimento come miglior film all’ultimo Sundance, Un gelido inverno (Winter’s Bone) ha convinto anche la giuria del 28° Torino Film Festival che lo ha laureato migliore pellicola del concorso. Al suo secondo lungometraggio, la regista e sceneggiatrice Debra Granik firma con mano esperta un film effettivamente molto intenso sulla lotta condotta da una ragazza per salvare la propria famiglia.
Tratto dal romanzo omonimo di Daniel Woodrell (tradotto in italiano e pubblicato nel 2007 da Fanucci con il titolo Un gelido inverno), Winter’s Bone è una narrazione di stampo epico ambientata in una comunità che si regge sul trattamento e lo smercio di droga. Attraverso una storia di oggi, il film racconta il persistere negli Stati Uniti di luoghi e situazioni che ricordano il vecchio West, dove vige la legge del più forte e non si vive senza un fucile pronto a sparare da dietro la porta di casa. È l’America profonda e patriottica della musica country e del metal pesante, dei motociclisti ubriaconi e tagliagole, delle gran bandiere a stelle e strisce stese ovunque. È l’America guerriera del conflitto perpetuo, dei reclutatori dell’esercito nelle scuole superiori e dei corsi di addestramento militare allestiti nelle high schools (al Festival si è vista la stessa cosa nella scuola texana raccontata in Inside America di Barbara Eder).
La vicenda si svolge durante una rigida stagione invernale tra le montagne del Missouri, in una cittadina rurale principalmente abitata da rudi allevatori di bestiame, ma a congelare il sangue nelle vene sono più le situazioni in cui si trova la protagonista che non il clima. Ree, interpretata dalla bravissima Jennifer Lawrence – già notevole in The burning plain (2008) e anch’essa premiata a Torino come Miglior Attrice –, è una tipa tosta che affronta le difficoltà con il coraggio e la caparbietà di chi sin da bambino ha capito che la vita è spietata e bisogna attrezzarsi ad ogni costo per affrontarla. È lei stessa che inizia i suoi fratellini a questa durezza insegnando loro a usare le armi, a uccidere e a sventrare gli scoiattoli da mangiare per la cena.
Ree subisce a denti stretti e a testa alta la violenza di volta in volta crescente di una comunità che vive secondo le leggi efferate del narcotraffico. Pronta a tutto pur di salvare la propria famiglia e di assicurarne la sopravvivenza dignitosa, il suo personaggio ricorda per certi versi quello interpretato da Charlize Theron nel terribile North Country (2005), dove una donna era costretta dalla disperazione a lavorare in una miniera di ferro subendo ogni genere di abuso da parte di un ambiente di uomini spietati.
Un gelido inverno ha il pregio di risultare più sfumato nella rappresentazione della violenza, sempre lasciata fuori campo, mai filmata direttamente. Il film colpisce per come anche i più orrendi criminali non operino mai né con godimento né con lo scopo di umiliare o violare. Si tratta inoltre di una storia in cui conta molto la solidarietà perché oltre all’appoggio di un’amica, Ree riesce ad ottenere anche la protezione di uno zio con cui sembra riuscire a costruire l’unico legame famigliare a cui potersi appoggiare.
Infine, sebbene non si possa parlare esattamente di solidarietà femminile, è però tramite la mediazione di alcune donne che la ragazza giunge infine a un risultato. Un ritratto interessante di una femminilità apparentemente succube e piegata alla legge maschile del più forte ma in realtà coraggiosamente capace di esserne l’unica alternativa concreta.
© CultFrame 12/2010 – 02/2011
TRAMA
Ree Dolly ha diciassette anni e vive nel profondo Midwest statunitense. La sua non è una vita facile: sua madre è catatonica per le troppe sofferenze patite e quindi tocca alla ragazza mandare avanti la casa e badare ai due fratellini più piccoli. Il padre, trafficante di droga, è uscito di galera impegnando la casa in cui vive Ree con la famiglia per pagarsi la cauzione. In vista del processo l’uomo è scomparso e Ree deve trovarlo e convincerlo a presentarsi in tribunale se vuole evitare la confisca e la tragedia che ne deriverebbe.
CREDITI
Titolo: Un gelido inverno / Titolo originale: Winter’s Bone/ Regia: Debra Granik / Sceneggiatura: Debra Granik, Anne Rosellini dal romanzo omonimo di Daniel Woodrell / Fotografia: Michael McDonough / Montaggio: Alfonso Gonçalves / Scenografia: Mark White / Musica: Dickon Hinchliffe / Interpreti principali: Jennifer Lawrence, John Hawkes, Kevin Breznahan / Produzione: Anonymous Content / Paese: USA, 2010 / Durata: 100 minuti
SUL WEB
Sito ufficiale del film Winter’s Bone di Debra Granik
Filmografia di Debra Granik
Torino Film Festival