Porsi delle domande, su ciò che è reale o semplicemente possibile, classificare e validare oggetti e detriti del quotidiano, decodificare segni che non rivestono più importanza o che hanno perso significato sotto la polvere di decenni, rileggere la realtà attraverso l’inconscio, la memoria, il sogno. Questo e molto altro sottende alla pratica artistica di Susan Hiller, a cui la Tate Britain dedica una vasta retrospettiva,
Nata negli Usa, la Hiller vive e lavora nel Regno Unito dall’inizio degli anni Settanta, e applica spesso le cognizioni e i metodi dei suoi studi antropologici per investigare e strutturare quello che di solito non rientra in categorie e sistemi, inseguendo e collezionando con passione oggetti ed elementi disparati, da riassemblare con rigore e passione scientifica.
Avventurarsi nelle sale della mostra londinese richiede al visitatore di lasciarsi attrarre docilmente da quello che è possibile definire come un affascinante archivio di ambivalenze.
Che il viaggio non sarà scontato, lo si intuisce dalla prima sala. Dedicated to the Unknown Artists 1972-6, raccoglie incorniciate e classificate per tema, nonché corredate da grafici esplicativi, suggestive cartoline d’epoca, in bianco e nero o acquerellate, collezionate in città costiere della Gran Bretagna, tutte accomunate da mari in tempesta, onde che si infrangono sugli scogli e che avvolgono fari solitari, moli, banchine e scogliere che resistono a spuma, vento e nuvole scure. Non sappiamo chi ha scattato le foto, chi ha disegnato gli scenari, chi ha pennellato i particolari. L’artista omaggia nel titolo gli anonimi artefici di cartoline turistiche, si fa curatrice e collezionista di memorie romantiche, fascinazioni e gusti di un tempo ormai lontano.
Gli anni Settanta sono anni di sperimentazione e autocoscienza, i lavori eseguiti in precedenza, non si distruggono, ma si riciclano e trasformano in forme sculturali e rituali, quasi taumaturgiche. Libri impossibili da aprire, fatti di tele tagliate e cucite assieme, ceneri raccolte in cilindri di vetro, come reliquie medievali. Poi ci sono le interpretazioni dei sogni, le pagine di diario con i resoconti delle esperienze oniriche del gruppo (Dream Mapping 1971), diagrammi individuali che si incrociano alle mappe collettive. L’inconscio è anche protagonista di pratiche che rompono i confini di ciò che è razionale e scientificamente accettato. Esperimenti di scrittura automatica, registrazioni di linguaggi dell’aldilà nel silenzio frusciante di stanze vuote, lanterne magiche che esplorano risposte istintive al colore.
Homage to Yves Klein: Levitations (2008) è una raccolta di fotografie di persone ritratte nell’atto di sfidare la legge di gravità. Levitazioni, galleggiamenti, sospensioni di corpi a mezz’aria, scevre da giudizi e scetticismi, regalano un senso di sorpresa e meravigliosa possibilità. Così come affascinante ed evocativa è la raccolta personale di oggetti e memorie, reliquie e talismani, sapientemente archiviati in combinazioni istintuali e variazioni di significato. Questa antologia, rievoca nel titolo From the Freud Museum 1992-7, il primo lavoro svolto da Hiller per il Museo di Freud nel 1994, scatole che collezionano archivi di oggetti e artifici non sempre espliciti, spesso ambivalenti.
Witness è un’installazione realizzata nel 2000, che, a fine percorso, introduce il visitatore in uno spazio oscuro, in cui cavi argentei, come filamenti di meduse, sospendono una selva di altoparlanti, da cui fuoriesce un numero imprecisato di linguaggi e voci, una narrativa inestricabile, fatta di incontri del terzo tipo e di emozioni difficili da articolare.
Susan Hiller offre l’esperienza di nuove certezze, disegna diversi tracciati su cui avventurarsi, tra simboli, immagini, suoni e fantasmi.
© CultFrame 03/2011
IMMAGINI
1 Susan Hiller. Monument, 1980-1. Tate Britain installation shot. Tate ©Susan Hiller. Photo: Tate Photography/Sam Drake
2 Susan Hiller. Witness 2000. Tate Britain Installation shot. Original commission Artangel ©Susan Hiller. Photo: Tate Photography/Sam Drake
INFORMAZIONI
Susan Hiller – Retrospettiva
Dall’1 febbraio al 15 maggio 2011
Tate Britain / Millbank, Londra / Telefono +44(0)20.78878888
Orario: 10.00 – 18.00 / primo venerdì del mese 10.00 – 22.00
Biglietto: intero £10.00 / ridotto £8.50